Compleanno Vescovo Adriano

L’umanità personale nel ministero

Felice compleanno Vescovo Adriano, a nome di tutta la Diocesi!

vescovo vivo
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Ci sono rimaste impresse le parole con cui ha ricordato la Sua nascita, a conclusione della celebrazione di ordinazione episcopale nella cattedrale di Vicenza. Era il 7 giugno del 2009 ed eravamo accorsi numerosi dalla Diocesi per partecipare al rito che consacrava il nostro nuovo vescovo. Stava ringraziando un po’ tutti della stima, della fiducia, pur schernendosi di fronte a una nomina del Papa che non aveva ammesso resistenza. Ma il ringraziamento più significativo è stato per la mamma, che, come siamo venuti a sapere, ha donato la sua vita nel dare alla luce il dodicesimo dei suoi figli: il calendario segnava il 2 maggio di 75 anni fa. Il ruolo istituzionale e la figura ministeriale a volte portano a mettere in secondo piano la dimensione umana personale. Ma non per chi Le è stato accanto, in questa fase sia pur eccezionale di servizio ecclesiale, ed ha potuto così conoscere la Sua numerosa famiglia, le vicende tristi e liete che l’hanno segnata, gli entusiasmi e le trepidazioni, dal congedo dalla zia che le aveva fatto da mamma ai raduni nell’ampio cortile di casa in occasione del compleanno della sorella Gianna, dall’ingresso in seminario del nipote Matteo all’ultimo saluto a padre Giuseppe. Il fratello gesuita era diventato caro anche a noi durante la sua permanenza a Chioggia, per l’arguta saggezza che lo contraddistinse nelle relazioni, ma soprattutto per l’amore con cui Lei l’ha accudito nella fase più fragile della sua vita, determinata dall’età avanzata. Lei infatti non si è mai sottratto alle fatiche anche fisiche, sacrificando il sonno e gettandosi senza risparmio nel lavoro, anche in quello manuale. Fin dall’inizio ha piantato diversi ulivi da cui ha tratto ogni anno dell’ottimo olio. Durante la pandemia ha dato sfogo alla passione per l’orticoltura, fornendo di verdura la mensa del seminario. Siamo venuti a conoscenza dello spirito di accoglienza e solidarietà espresso in tempi di crisi dalla Sua famiglia d’origine, dell’impegno sociale del papà nel comune di Tezze. Ecco da dove nasce quello spiccato senso di vicinanza e solidarietà che Lei continua ad esprimere per le famiglie, in particolare se provate da ristrettezze economiche e problematiche sanitarie. Così come la Sua appassionata difesa delle persone gravate da soprusi e ingiustizie.

Sabato scorso abbiamo riaperto la chiesa di Portosecco dopo un lungo restauro. È l’ultima di una lunga serie, ed altre sono in fase di lavorazione, ma questa L’ha visto protagonista anche diretto, perché ha condiviso le scelte ed è intervenuto spesso con i tecnici e le maestranze, ponendo così i presupposti per una sinergia di comunione tra gli abitanti. Un’umanità mai abbandonata, quindi, ma messa piuttosto a servizio del ministero, costruito sulle relazioni più che sui pronunciamenti e sui decreti. Proprio così è improntato il rapporto col clero e i fedeli laici, come ha dimostrato chiaramente lo sviluppo della recente visita pastorale. La forma a volte può oscurare la sostanza, l’animo venir condizionato dal carattere, ma la rettitudine e la semplicità del tratto danno vita ad amicizie sincere e profonde all’interno delle quali trova spazio una fiduciosa confidenza, di cui è arricchente poter godere. Ne sanno qualcosa i numerosi pellegrini accompagnati in Terra Santa, i membri di club e associazioni, diversi collaboratori laici, per i quali Lei è semplicemente don Adriano.

In questi giorni alcune persone si peritano di segnare l’immediato futuro ricordando che con il compimento dei 75 anni sono previste le dimissioni. Sappiamo che con coerenza Lei ha fatto giungere al Santo Padre la Sua piena disponibilità, e noi attendiamo, com’è presumibile, che giunga l’invito a continuare il suo servizio fino a nuove disposizioni. C’è ancora tanta umanità da spendere a servizio del ministero presbiterale iniziato 50 anni fa, che desideriamo festeggiare insieme domenica 6 giugno, e di quello episcopale avviato l’11 giugno di dodici anni fa. Grazie di aver accettato di condividerla anche con tutti noi, gregge che il buon Pastore ha affidato alle Sue cure.

don Francesco Zenna