Comprendere la Bibbia - 46

Erode il Grande

Herodion
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Il regno di Erode il Grande iniziò nel 37 a.C. Essendo uno straniero, un idumeo, per accattivarsi la simpatia dei giudei, sposò nel 37 a.C. Mariamne, una principessa nipote dell’ex‑re e sommo sacerdote Ircano II. Egli agì come un despota assoluto, nei primi anni del suo regno fece uccidere tutti i suoi possibili oppositori, subordinò la nomina del sommo sacerdote al suo assenso, favorì il processo di ellenizzazione costruendo in Gerusalemme un teatro e un anfiteatro e, altrove, perfino templi pagani. Non essendo di origini ebraiche, Erode non poteva diventare sommo sacerdote e scelse per questa carica il cognato Aristobulo III. Si accorse però che crescevano le simpatie del popolo verso questo giovane di stirpe reale e, temendolo come rivale nel regno, simulando un malore mortale lo fece affogare nella piscina del palazzo reale di Gerico. La moglie Mariamne e la suocera Alessandra gli rinfacciavano continuamente questo assassinio. Il re cominciò a vedere nelle due donne delle cospiratrici e le fece strangolare (29 a.C.). Dopo qualche tempo, cominciò a sospettare anche di due dei figli avuti da Mariamne, Aristobulo e Alessandro, li accusò di congiura e li fece giustiziare (7 a.C.). Ad accrescere la sua ossessione provvedeva sua sorella Salome che gli riferiva ogni pettegolezzo della corte sollevando in lui sospetti e paure. Quando Ircano II, un tempo re e sommo sacerdote, ritornò dalla prigionia dei Parti Erode, temendo che potesse fare valere i suoi diritti regali, convocò il sinedrio e lo fece giustiziare. La crudeltà di Erode non aveva limiti. Sul letto di morte diede ordine di uccidere il figlio primogenito, Antipatro, già designato come successore, accusandolo di tentato parricidio. Durante la sua ultima malattia si sparse notizia che fosse morto; due farisei incitarono il popolo ad abbattere l’aquila d’oro, simbolo di Erode, che stava all’ingresso del Tempio. Non appena lo svenne a sapere, il re ordinò che fossero bruciati vivi. Sicuro che la sua morte non avrebbe causato dolore ai sudditi, fece rinchiudere nello stadio di Gerico alcune decine di cittadini dell’aristocrazia di Gerusalemme e impartì l’ordine che, al suo spirare, fossero uccisi, in modo che qualcuno piangesse il giorno della sua morte. Gli esecutori testamentari non misero però in atto l’ordine ricevuto.

Erode morì, sembra di tumore intestinale, poco prima della Pasqua dell’anno 4 a.C. Sulla base di questo è facile capire cosa dovesse provare Erode quando, negli ultimi anni della sua vita, vide arrivare a Gerusalemme i Magi in cerca del neonato “re dei Giudei” (Mt 2,1‑12). Il racconto di Matteo relativo alla “strage degli innocenti” (cfr. Mt 2,13-18) è in perfetto accordo con il carattere sospettoso e crudele di Erode.

Sarebbe però ingiusto considerare completamente negativi il regno e la figura di Erode. Egli in effetti cercò il bene del popolo che si era trovato a governare, riuscì a restituire alla Palestina una prosperità e benessere che non conosceva dai tempi di Salomone. Fu questa prosperità che gli consentì di dimostrare il suo genio di costruttore munifico. Fece costruire o ricostruire quattro città, dando loro il nome dell’imperatore o dei membri della propria famiglia: Sebaste (da sebastòs = augusto) [l’antica Samaria], Cesarea Marittima [l’antica Torre di Stratone], Antipatride, in onore di suo padre, e Fasaelide, in onore di suo fratello. Costruì fortezze per ragioni strategiche: l’Herodion, su un promontorio a sud di Betlemme, dove venne anche sepolto; Macheronte, a nord-est del Mar Morto; Masada, sulla sponda sud‑ovest del Mar Morto; la fortezza Antonia, sul lato nord‑ovest della grande spianata del Tempio di Gerusalemme. L’opera più grandiosa e monumentale fu il restauro e l’ampliamento del Tempio di Gerusalemme ridotto quasi a un rudere. I lavori iniziarono nel 19 a.C., alla morte di Erode il cantiere era ancora aperto e richiese ancora molti anni di lavoro per il completamento che avvenne nell’anno 64 d.C. Sei anni dopo veniva distrutto dall’esercito romano a conclusione della prima guerra giudaica (66‑70 d.C.).

Gastone Boscolo