Marcia della pace 2021

“La cultura della cura”

Il 14 febbraio e la tradizionale marcia diventata “virtuale” per adattarsi alla situazione che stiamo vivendo, causa Covid-19

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Il messaggio di papa Francesco per la celebrazione della 54.ma giornata mondiale della pace promuove “ La Cultura della Cura”, che diventa fondamentale come “Percorso di pace”. Cultura della Cura significa prestare attenzione a chi ci sta vicino, guardarlo, ascoltarlo, comprendere i suoi bisogni e tendergli una mano.

Diventare, quindi, responsabili dell’altro lasciando da parte l’indifferenza, che rappresenta il male peggiore della nostra società.

Noi abbiamo imparato a conoscere la Cura e la responsabilità in questo periodo di pandemia grazie all’impegno e al sacrificio di volontari, infermieri, dottori, sacerdoti e forze dell’ordine, che hanno dimostrato sul campo quello che papa Francesco va ripetendo: “ nessuno si salva da solo” e “ la barca dell’umanità può “ navigare con una rotta sicura… col timone della dignità della persona” della solidarietà e della sollecitudine verso il bene comune per opporsi alla cultura dello scarto, al razzismo e alla xenofobia.

Come ci ricorda papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti, “c’è bisogno  di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”.

Ecco, quindi, che i nostri giovani, insieme all’equipe della pace, e gli amici di Loreo con le loro due iniziative, di cui si parlerà negli altri articoli, avrebbero potuto, in un momento storico così problematico, disinteressarsi, invece, adoperando le nuove tecnologie si sono inseriti in questo percorso di pace divenendo “artigiani di pace” per un mondo e un ambiente vissuti con cura.

il presidente diocesano prof. Carmelo Genovese


LA “MARCIA” SPECIALE

Domenica 14 febbraio si è tenuta la consueta Marcia della Pace, organizzata dall’Azione Cattolica Diocesana. Quest’anno però, rispetto agli anni scorsi dove si marciava per le vie di Chioggia, con canti e momenti di riflessione, si è svolta nelle case di ogni partecipante. Date le circostanze, dettate dal Covid, si è scelto di “marciare” nella rete virtuale. La Marcia della Pace, il cui tema era “La cultura della cura”, come ci suggeriva il messaggio di Papa Francesco, consisteva in una diretta streaming sul canale YouTube della Diocesi. Insieme agli organizzatori e ai vari membri dell’AC sono stati invitati quattro ospiti per aiutarci a comprendere questa cultura della cura, in diversi aspetti della vita quotidiana: il dottor Roberto Valle, il responsabile dell’associazione Amico Giardiniere Francisco Panteghini, il prof. Filippo Sturaro e l’organizzazione giovanile de Il Ciak dei Ragazzi. Gli ospiti hanno raccontato la loro testimonianza attraverso le interviste da parte di diverse realtà parrocchiali. Tra una testimonianza e l’altra gli ascoltatori sono stati intrattenuti da alcune attività organizzate e gestite da Il Ciak dei Ragazzi. Dopo le testimonianze si è proseguito con un video realizzato per l’occasione, i cui protagonisti erano bambini e ragazzi, che attraverso una parola o un disegno hanno condiviso la loro voglia di crescere nella pace. La giornata si è conclusa con la riflessione del nostro vescovo Adriano, tirando le fila del discorso e consegnandoci tre parole: pace, cura e cultura della cura. Seppur particolare, data la modalità virtuale, la Marcia della Pace 2021 è la prova che la pace non si ferma, neppure davanti allo schermo di un computer. Un grazie a tutti per la partecipazione.

Equipe Marcia della Pace


Pace: maneggiare con cura – Riflessioni sul Messaggio del Santo Padre Francesco per la 54° Giornata Mondiale della Pace

All’interno dei percorsi promossi dall‘Azione Cattolica Diocesana culminati con la Marcia della Pace di Domenica 14 Febbraio si è inserito l’evento organizzato dal Gruppo Adulti di A.C della Parrocchia di Loreo.

L’incontro trasmesso attraverso la piattaforma “zoom” ha avuto come relatrice Emanuela Gitto, classe 1996, responsabile dell’Area Internazionale dell’A.C e membro della Segreteria centrale del Movimento Studenti. La sua particolare predisposizione all’attenzione alle marginalità è stata preziosa per sviluppare la riflessione Pace: maneggiare con cura sul messaggio di Papa Francesco in occasione della 54ª Giornata Mondiale della Pace.

La relatrice è partita visualizzando il principio che pone la predisposizione ad una mentalità di “cultura della cura”, quello cioè della fratellanza: se abbiamo chiaro in noi l’essere fratelli con tutti diventa praticabile il percorso della pace, dove promozione dei diritti della persona, bene comune, salvaguardia del creato sono alcuni degli obiettivi da raggiungere. Emanuela Gitto nella sua testimonianza, perché più di una relazione è stata espressione di un suo vissuto, ha affermato che la cultura della cura serve a debellare la cultura dello scarto. Il Papa ci insegna l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri nella prospettiva di creare una società fondata sui rapporti di fratellanza. Bisogna aver chiaro, diceva Emanuela, che promuovere la cultura della Pace significa avere coscienza dei conflitti in essere e della incompletezza dei diritti che non sempre sono universalmente riconosciuti. Così intesa la cultura della cura è impegno per promuovere la dignità e il bene di tutti quale disposizione ad interessarsi degli altri. Emanuela ha quindi affrontato la dinamica con cui si esercita la cultura della cura, dove i rapporti relazionali diventano la sfida per impiantare tale progettualità. Poiché la pace si fonda nei cuori, essa passa attraverso le relazioni più prossime; e qui la sua testimonianza si è soffermata sulla dimensione famiglia, portando anche ricordi personali che hanno fatto in lei maturare tale sensibilità. Infatti per lei attriti e conflitti si elaborano con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene altrui, dove misericordia e perdono, come indica Papa Francesco, sono i cardini del percorso. Ha ricordato le origini delle prime comunità cristiane dove le opere di misericordia spirituale e corporale costituivano il nucleo del servizio di carità della Chiesa primitiva: “I cristiani della prima generazione praticavano la condivisione perché nessuno tra loro fosse bisognoso”. Da qui è scaturita l’attenzione alle dinamiche sociali e politiche, dove la promozione della cultura della cura richiede un processo educativo e la bussola dei principi sociali costituisce a tale scopo uno strumento di impegno comune per rendere più umana la globalizzazione e abbattere la cultura dello scarto. Nel chiudere il suo intervento Emanuela faceva rilevare l’importanza della parrocchia come luogo accogliente verso i giovani e di testimonianza forte, dove non si vende un prodotto ma si testimonia un’esperienza. Così l’Azione Cattolica, vissuta e fatta esperienza nella parrocchia, è luogo di avvio di processi educativi di pace; infatti come l’artigiano che produce il proprio manufatto non in serie ma diverso ogni volta, abilita a mettersi in gioco non con un manufatto uguale per tutti ma con la modalità dell’attenzione e dell’incontro con le persone, ognuna nella propria diversità e per questo ricchezza, richiedente quindi attenzione e cura. Tutto questo è un piccolo contributo a navigare nella barca dell’umanità, scossa dalla tempesta, come dice il Papa, per navigare insieme alla ricerca di un orizzonte più calmo.

Il gruppo Adulti di A.C  della Parrocchia di Loreo