COMPRENDERE LA BIBBIA - 30

I Masoreti – La Bibbia ebraica

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I Masoreti sono scribi ebrei che tra il VI e il X sec. d.C. hanno vocalizzato il testo ebraico della Bibbia. Questo testo, chiamato testo masoretico (TM), è riportato in tutti i manoscritti medievali della Bibbia ebraica, e anche se provengono da epoche e luoghi diversi concordano quasi perfettamente tra loro. All’inizio del Medioevo esistevano tre scuole masoretiche: Babilonia, Tiberiade e Cesarea. Si parla perciò di vocalizzazione o puntuazione babilonese, tiberiense e cesariense. I masoreti appartenevano alla stessa famiglia, le due più famose sono state le famiglie di Ben Aser e Ben Neftali, che operarono tra il 700 e il 1100. I manoscritti più importanti sono vocalizzati secondo il sistema tiberiense e contengono il testo della famiglia di Ben Aser.

I masoreti hanno consegnato con straordinario rigore alle generazioni future il testo sacro della Bibbia ebraica, e lo hanno arricchito con un consistente apparato di note critiche su forme grammaticali, anomalie, varianti, concordanze, conteggio delle parole e dei paragrafi; inoltre introducendo nella scrittura, che fino allora segnava solo le consonanti, anche le vocali, hanno uniformato la lettura del testo e imposto norme precise alla pronuncia. Indicarono anche, con un altro sistema di segni, punti, trattini e accenti, il ritmo con cui si dovevano leggere i testi, collegare e/o separare fra loro le parole, o raddoppiare determinate consonanti. Alcuni esperti hanno individuato nel testo masoretico anche segni musicali grazie ai quali sarebbe possibile ricostruire i modi con cui i sacerdoti intonavano i salmi e i canti rituali nella liturgia templare. Nel corso del tempo il moltiplicarsi delle copie e il naturale accumularsi di varianti dovute alla trascrizione manuale complicarono il compito dei primi stampatori della Bibbia ebraica.

La prima edizione a stampa della Bibbia ebraica fu fatta in Italia nel 1488 a Soncino (provincia di Cremona) da Rabbi Joshua. La Bibbia ebraica dei nostri giorni è basata sul Codice di Pietroburgo (Codex Petropolitanus B19a) che risale al 1008-1009, come appare nel “colophon” (= annotazione terminale dei manoscritti che riporta i nomi dell’autore, dell’amanuense, il luogo e la data di pubblicazione), dove Samuel Ben Jaaqov dichiara di aver copiato in quell’anno il testo da un esemplare scritto da Aron Ben Mosè Ben Aser. In alcuni punti, oltre al testo biblico vero e proprio, fornisce esempi di decorazioni geometriche; per esempio: il testo del canto di Miriam, la sorella di Mosè, dopo il passaggio del mar Rosso è disposto a forma di onde (Es 15,21).

Il codice di Pietroburgo è il più antico manoscritto completo della Bibbia ebraica, è conservato nella Biblioteca Nazionale di Pietroburgo (Russia) e costituisce il Textus Receptus, cioè il testo di riferimento per le edizioni ebraiche e traduzioni dell’Antico Testamento. Nel 1935 il manoscritto fu affidato per due anni all’università tedesca di Lipsia, dove P. Kähler lo utilizzò come base per la terza edizione della Biblia Hebraica (1937). La Biblia Hebraica Stuttgartensia, realizzata nel 1966 da K. Elliger e W. Rudoph per la Deutsche Bibelgesellschaft, è una revisione della Biblia Hebraica di Kähler, i cui cliché andarono distrutti durante la Seconda guerra mondiale. Ha avuto quattro edizioni (1977, 1983, 1990, 1997); oggi è in preparazione una nuova edizione critica: la Biblia Hebraica Quinta. (30. segue)

Gastone Boscolo