Riflettendo sul vangelo  - quarta domenica di  avvento - anno B

Accogliere Gesù come lo ha accolto Maria

LETTURE: 2 Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88;  Rm 16,25-27;  Lc 1,26-38

annunciazione
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È la quarta domenica di Avvento. Prossimi, ormai, a celebrare il grande mistero del Natale, ecco entrare in scena, e non può non essere cosi, la Vergine Maria.

Il vangelo di Luca che ci viene proposto in questa domenica (1, 26-38), ci porta al momento dell’Annunciazione: l’Arcangelo Gabriele che si reca da Maria, nella sua casa di Nazareth, e le dice: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (v. 28). Il motivo di questa gioia sta nel fatto che darà alla luce il Figlio di Dio: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (v. 31).

Nell’odierno brano evangelico di Luca Giovanni Battista cede il posto a Maria, la profezia cede il posto alla realtà. Maria di fronte alla convincente parola dell’Angelo dice il suo sì generoso e sicuro a Dio che la vuole cooperatrice nel piano della redenzione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (v. 38). Il messaggio che ci viene oggi dalla Parola del Signore, vicinissimi alla celebrazione del Mistero dell’Incarnazione, lo possiamo riassumere con un verbo: Accogliere, e sull’esempio di Maria, dire anche noi il nostro “Sì”. Ma cosa significa accogliere il Signore? La parola di Dio ce lo dice, oggi, con i personaggi del re Davide (nella lettura dell’Antico Testamento di questa domenica) e di Maria. Il re Davide (leggiamo in 2 Sam 7, 1-5 …) si preoccupa perché, mentre lui può prendere sonno al riparo dal freddo e con tutte le sicurezze e le comodità, l’Arca dell’Alleanza, che rappresenta Dio, giace, invece, sotto una tenda e non ha una dimora appropriata. Vuole edificare un tempio o almeno una struttura sacra, che possa contenere l’Arca di Dio. Il Signore gli rivela per mezzo del profeta Natan che sarà lui stesso a procurarsi una dimora fra gli uomini. Il che avverrà effettivamente a Betlemme, quando Dio verrà ad abitare in mezzo a noi. Maria è colei che accetta di fare entrare Dio nella sua ‘casa’, nella sua vita, anche se sconvolge tutti i suoi progetti. Accogliere il Signore significa, allora, fare come Maria. Accettare i suoi progetti, le sue proposte, lasciarsi portare, fidarsi di Dio. Accogliere Dio significa accettare di diventare la sua casa, avere questo ospite unico, infinito nella sua luce, nel suo amore, nella sua bontà. Questo è avvenuto in maniera unica proprio in Maria. In lei si realizza il progetto di Dio sull’umanità. Maria, questa umile ragazza dice il suo “Sì”. Maria diventa allora un esempio per tutti noi cristiani. Ci insegna come accogliere la Parola di Dio, nella vita ordinaria, nella libertà e nella generosità delle nostre scelte, con la certezza che lo Spirito Santo può compiere sempre cose grandi in chi si apre a Lui nella fedeltà e nella generosità del cuore, come ha fatto Maria. Niente è impossibile davanti a Dio e tutto è possibile a chi crede. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (v. 38), con queste parole Maria ha fatto il suo atto di fede. Ha creduto, ha accolto Dio nella sua vita, si è affidata a Lui. Diventa importante guardare alla fede di Maria, perché ci stiamo avvicinando al Natale e la fede è il segreto per vivere un vero Natale. La fede di Maria non è consistita tanto nel fatto di credere a un certo numero di verità. E’ consistita nel fatto che si è fidata di Dio, si ècompletamente rimessa a Lui. Ha detto il suo “sì” totale e gioioso. S. Agostino ha detto che Maria concepì Cristo prima nel cuore che nel corpo. Noi non possiamo imitare Maria nel concepire e dare alla luce fisicamente Gesù; possiamo e dobbiamo imitarla nel concepirlo e darlo alla luce, mediante la fede. Maria, la madre di Gesù e madre nostra, ci prenda per mano e ci sorregga nel cammino verso questo Natale.

don Danilo Marin