sguardo pastorale

Perdono e confessione

Confessione-perdono
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Domenica scorsa è ripreso il percorso diocesano per separati e nuove unioni, con la presenza del vescovo Adriano. Infatti dopo l’interruzione brusca dovuta alla chiusura di marzo per contrastare la diffusione del Covid-19, l’équipe diocesana che seguiva il gruppo dei separati e delle coppie in nuova unione si è interrogata a lungo su come poter riprendere la proposta.

Nella riflessione e nel confronto tra l’équipe diocesana e il vescovo sono emerse alcune esigenze rispetto alle quali rimodulare il progetto inziale del percorso. Innanzitutto è stato evidente che l’appuntamento di un incontro mensile non poteva essere sufficiente ad un accompagnamento e discernimento molto impegnativi; pur essendo sempre stato ben preparato, adattando percorsi già sperimentati altrove, ogni singolo incontro suscita sempre delle domande che emergono con il tempo e che meritano di essere ascoltate in un dialogo più personale. Diventa perciò importante che i contenuti affrontati in gruppo vengano ripresi nel confronto con una guida spirituale scelta liberamente fra sacerdoti, religiosi o laici. Sarà cura dell’équipe diocesana rimanere in contatto anche con gli accompagnatori spirituali per seguirne la preparazione in modo che siano offerte delle indicazioni omogenee con il percorso proposto.

Il dialogo in foro interno, seppur non ancora sacramentale, è così il luogo nel quale guardare la propria storia assieme ad occhi terzi per rileggere con verità il passato e il presente. La dignità del sacramento celebrato rimane tale ma la storia personale, segnata dalla fragilità e dal fallimento umano, va riletta e accolta alla luce della Parola e dell’insegnamento della Chiesa. Per cui, come si constata una rottura della promessa sacramentale, devono essere evidenziati anche tutti quegli aspetti di amore e di bene che comunque erano presenti nell’esperienza coniugale interrotta; così va bilanciata la convinzione soggettiva che il matrimonio sacramentale sia nullo con la validità oggettiva del matrimonio fallito; infine, il discernimento potrebbe evidenziare la possibilità di intraprendere il percorso giuridico-canonico di dichiarazione di nullità. Va valutato anche il proprio comportamento e quindi la responsabilità personale nella separazione, quali sforzi sono stati attuati per salvare il matrimonio e quali rapporti in essere ci sono con il coniuge abbandonato e i figli, qualora questi vi siano.

Uno sguardo più profondo andrà rivolto anche ai condizionamenti che possono essere stati decisivi nella formulazione e messa in atto della volontà di separarsi: infatti, si dovranno valutare l’imputabilità e la responsabilità di questa scelta che possono venire attenuate o addirittura annullate da alcuni fattori attenuanti come bene descrive il Papa in Amoris Laetitia al numero 302, cui rimandiamo per la lettura.

Quindi uno sguardo al presente per prendere consapevolezza del proprio atteggiamento e della propria disposizione nel guardare con umiltà e realismo la propria situazione e la disponibilità ad un percorso di conversione e di penitenza, in modo che la nuova unione sia illuminata da una nuova coscienza di sé e della propria appartenenza ecclesiale.

don Simone Zocca