L’ESPERIENZA A SOTTOMARINA (e...Pellestrina)

Metti un’estate in monastero

in laguna veneta…

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Percorro questa estate, tra le più difficili della storia a mia memoria, assieme all’amico monaco che ha definitivamente piantato le tende a Madonna di Lourdes in una chiesa sulla spiaggia, trasformando la canonica che fu già di un altro mio amico, don Lino Rebellato che in questo quartiere ha lasciato le sue belle tracce…

È un’eredità di spazi e di opportunità che don Cesare Mucciardi, monaco di città, riceve e sapientemente ripara a partire dal tetto della chiesa che, tra i pannelli interni che lo rivestono, recherà una tenera dedica a Don Pierangelo Laurenti, parroco di Sottomarina fino a Febbraio quando fu accolto tra le braccia del Padre. Come si vede una storia di testimoni passati a noi, alla nostra corsa di oggi. Seguiamo don Cesare giornalmente un manipolo di 20/30 persone: strani cristiani usciti dalla pandemia desiderosi di vita, ma di vita vera! Lui ci accompagna con il sacrificio della messa monastica, uno spazio suo che diventa prezioso regalo per noi.  Siamo così misteriosamente inseriti nella sua dimensione di preghiera, di riflessione biblica, fin nei gesti della regola benedettina che intuiamo e facciamo nostra. L’omelia riprende le letture del giorno e le approfondisce contrappuntandole anche con osservazioni estemporanee sul tempo e sui fiori che talora sono portati sull’altare perché se ne colga la bellezza, talaltra andremo a vedere in giardino a fine messa. Apprendiamo così che ci sono meravigliosi fiori di cactus che durano lo spazio di un mattino, o che la rosa di Gerico che appare secca con un po’ di acqua ridiventa verde come accade al nostro cuore inaridito. Non mancano note biografiche anche molto precise sui Santi del giorno e su quelli che lui chiama i suoi santi subito…Talora si inserisce opportunamente qualche nota di colore, come quando ci racconta della signora-geranio portata in calle la mattina e ritirata a sera, o i dialoghi con Clorindo che è il cardellino che salmodia con lui all’alba. Veniamo a conoscere episodi della sua vita e della sua vocazione e la nobile figura di una donna schietta come sua nonna dalla cui fede ha senz’altro attinto da piccolo…

Qualcuno tra noi lo accompagnerà il 4 agosto nell’isola di Pellestrina, prendendo il traghetto nel cuore della notte per arrivare al santuario dell’apparizione alla prima messa delle 6, che è sentita particolarmente da tutto il popolo dell’isola in quanto il piccolo veggente, Natalino, riferì che un ‘marti matina a un’ora de sole’ ricevette l’invito da una Signora di far pregare e di portare la risposta… Cade l’anniversario proprio di martedì quest’anno e don Cesare, originario dell’isola, costruisce un’omelia appassionata: è un rosario di nomi e di volti, soprattutto di donne, sgranati davanti all’icona di Maria che li conosce tutti, testa per testa. C’è una risposta da portare a Maria oggi, dopo la devastazione apportata dall’acqua della laguna quest’inverno e la successiva pandemia. Pellestrina, questa striscia di terra tra mare e laguna, è uno scrigno che custodisce una Presenza e non avrebbe identità alcuna se non fosse stata presa sotto il manto da Maria. “La nostra isola senza la Madonna dell’Apparizione sarebbe monca … poca cosa … o forse non ci sarebbe più…” insiste il monaco rievocando le alluvioni storiche in cui sembrò che per l’isola fosse tutto finito. È un’omelia travolgente che fa intenerire i masegni dei murassi, che non dimentica nulla e consegna  tutto, anche il nuovo parroco don Renato Feletti che entrerà ufficialmente proprio in quel giorno nella messa solenne officiata dal nostro Vescovo.

E così giorno per giorno siamo accompagnati a vivere l’estate, a guardare i fatti che si succedono, a non spegnere la speranza, a ‘portare la risposta’ della nostra vita…

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Piergiorgio Bighin