sguardo pastorale

Ripartiamo insieme

catechesi-664x373
Facebooktwitterpinterestmail

L’Ufficio Catechistico Nazionale ha pubblicato nei giorni scorsi un documento “Ripartiamo insieme” con le linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid. È un documento agile che presenta, nella prima parte, la sintesi dei Laboratori ecclesiali sulla catechesi, un lavoro svolto a livello nazionale fra maggio e luglio di quest’anno in modo da poter avere una foto realistica della situazione catechistica italiana, e, nella seconda parte, degli spunti di discernimento pastorale per porre dei punti fermi sull’esperienza cristiana. In queste righe ripropongo, intanto, una sintesi ragionata della prima parte di questo documento. L’esperienza del lockdown e poi, oggi, quella di una ripresa dell’esperienza comunitaria della vita di fede ci suggeriscono di cogliere dei segni che indubbiamente parlano di uno spartiacque che si è generato fra il prima e il dopo la serrata, uno spartiacque che è rilevabile non solo in abitudini diverse nella quotidianità della vita ma anche in un approccio culturale alla realtà, perché, a mio avviso, sono cadute alcune maschere sociali che venivano mantenute per inerzia (non possiamo negare che si sia ulteriormente delineato il volto reale delle nostre comunità parrocchiali e il profilo della fede di molti dei nostri cristiani che agivano per abitudine). Lo spartiacque è fra le abitudini pastorali che hanno caratterizzato il prima della vita ecclesiale e l’ascolto quale dimensione dinamica ed essenziale da approfondire e incarnare nelle nostre prassi. Le relazioni interrotte forzatamente hanno evidenziato una carenza delle nostre comunità, spesso chiuse nel formalismo strutturale che ha appesantito finora la missione della Chiesa: penso ad una prassi generalizzata dell’Iniziazione Cristiana e alla conseguente discrasia presente in una società cristianizzata che non lo è più. Dobbiamo, dunque, dare un rinnovato senso alla parola “comunità” e un nuovo slancio alle nostre relazioni per “fare comunità” nella logica del farsi carico dell’annuncio e della testimonianza del vangelo con creatività e realismo. Seguono delle vere e proprie trasformazioni pastorali che possono finalmente ridare il volto missionario alle nostre parrocchie le quali non si ritrovano semplicemente a dover ripensare le iniziative pastorali di sempre ma devono saperle integrare con l’uso dei nuovi media e innescare relazioni più autentiche. La tentazione dell’efficientismo spesso non ci permette di valorizzare il tempo dell’ascolto e una formazione più distesa. La comunità cristiana deve sapersi ascoltare e decidere attraverso processi di sinodalità e comunione. Il lockdown ci ha resi maggiormente consapevoli del ruolo fondamentale della famiglia anche nell’educazione alla fede cristiana, per cui le nostre parrocchie dovranno sempre più offrire strumenti e tempi di accompagnamento affinché i genitori possano assumersi il compito della catechesi. Alcune diocesi si stanno muovendo con decisione verso la scelta di valorizzare quelle famiglie che già possono compiere questo passo di responsabilità. I catechisti, che non sostituiscono mai i genitori, potranno riformulare il loro servizio a sostegno della famiglia in questo senso. Le cadenze dell’anno liturgico potrebbero diventare sempre più il ritmo del nostro incontrarci. Nell’annuncio della Parola e della Fede non si potrà trascurare l’importanza dell’uso intelligente dei nuovi media che si sono imposti in maniera prepotente nel periodo della chiusura. Tutto questo non deve diventare un peso inaffrontabile ma un’occasione in cui ci sentiamo accompagnati dal Signore che rimane al nostro fianco come il vero Pastore.

don Simone Zocca