Sguardo pastorale

Ri-partenze

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Questa estate è senza dubbio caratterizzata dalle ripartenze. Siamo ancora in un momento in cui stiamo prendendo le misure con la realtà perché l’emergenza sanitaria non è ancora superata e persino gli amministratori della cosa pubblica sembrano ancora incerti su quali passi fare. C’è infatti la paura di tornare indietro e perdere il vantaggio guadagnato sul virus se non si mantengono, collettivamente, delle misure di responsabilità civile.

Ma le ri-partenze a cui voglio riferirmi, ora, e che non vedo del tutto scollegate con il momento che stiamo vivendo, sono altre. Mi riferisco a due esperienze che in questo mese segnano il volto di due unità pastorali della nostra chiesa: l’Eremo della Pace, che si stabilisce ufficialmente nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Lourdes a Sottomarina, e il saluto delle Suore Cistercensi della Carità alla parrocchia di Donzella, dove hanno prestato servizio per più di 60 anni. Due esperienze che parlano di persone che in qualche modo sono chiamate a iniziare nuovamente e che possono esserci di incoraggiamento a saper ripartire anche noi con uno spirito nuovo in ciò che facciamo. In fondo, è quello che ci auguravamo, come frutto dello Spirito di Dio, poter ripartire con una convinzione rinnovata dopo l’esperienza del blocco di qualsiasi attività anche pastorale.

L’Eremo della Pace approda dopo 20 anni, come già ricordava padre Cesare Mucciardi, monaco dell’eremo, a quella che doveva essere la sua iniziale sede nella parrocchia di Sottomarina ora in unità pastorale con quella di San Martino vescovo. Finora la presenza dell’Eremo della Pace ha beneficato cuori e anime di Chioggia, presso la chiesetta di San Francesco “dentro le mura”, d’inverno e, già da parecchi anni, Sottomarina d’estate. Ne ho avuto esperienza diretta, nei quattro anni in cui sono stato coparroco a San Martino con don Pierangelo: padre Cesare veniva, puntuale a giugno, a sollevarci da una consistente fetta di carico pastorale quando dovevamo moltiplicare le celebrazioni eucaristiche per la presenza dei “foresti”. Negli anni la proposta spirituale offerta ai fedeli cresceva. Ricordo con forte commozione l’estate dell’anno giubilare della Misericordia con l’apertura di una Porta Santa proprio alla Madonna di Lourdes. Ora che l’esperienza si stabilizza in maniera definitiva sono convinto che sarà solo un beneficio ulteriore.

Le Suore Cistercensi della Carità le ho conosciute nella mia prima esperienza parrocchiale da quasi parroco a Donzella, sei anni come amministratore parrocchiale. Sono state il mio primo punto di riferimento in una realtà che avrei conosciuto con il tempo. Ne ho apprezzato l’umile e silenzioso servizio che prestavano per la chiesa parrocchiale e prima ancora nell’asilo, che era la loro casa. Da loro non si poteva prescindere se si voleva conoscere il paese e devo ringraziarle personalmente per le molte volte che hanno saputo mediare con le persone le scelte pastorali, a volte aiutandomi a correggerne il tiro. Ora tocca anche a loro, rimaste in due e in età anziana, ripartire. Ciò che hanno seminato ha segnato di bene una realtà non semplice e il loro saluto non lo leggo come un ritiro ma come un nuovo approdo.

Avessimo il coraggio di scegliere sempre di ripartire.

don Simone Zocca