COMPRENDERE LA BIBBIA - 7

Vetus latina e Vulgata (Bibbia)

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La Vetus latina è la più antica versione in latino della Bibbia. A Roma si parlava e comprendeva il greco, quindi solo tardi si sentì la necessità di una traduzione della Bibbia in latino. Diversa invece era la situazione in Africa e in Spagna dove il greco era poco conosciuto. In questi paesi subito dopo la conversione al cristianesimo divenne attuale il problema di una traduzione latina. Non è chiaro dove e quando avvenne la prima traduzione, i primi documenti certi della presenza di una Bibbia latina li abbiamo in Tertulliano e Cipriano (III sec.). Nel IV sec. Agostino si lamentava che non si potevano più contare gli interpretes, cioè i traduttori latini. Nel testo latino della Bibbia regnava una confusione così grande che Agostino raccomandava di usare la Itala (= la versione in uso nella penisola italica). Per l’antica Bibbia in latino si usa l’espressione Vetus latina, lasciando però aperto il problema se in origine ci siano state una o più traduzioni. Certamente la Vetus latina era una traduzione dal greco, ma di questa versione sono rimasti solo frammenti. Nel IV sec. papa Damaso I (366-384), al fine di offrire un testo uniforme a tutta la Chiesa, decise una revisione del testo latino della Bibbia. Nel 382 incaricò di questo lavoro Girolamo, noto per la sua erudizione e per il suo pluriennale studio della Bibbia. In questo lavoro di revisione Girolamo si limitò a togliere errori di traduzione e a smussare durezze stilistiche. Nel 383 presentò la revisione del Nuovo Testamento e subito dopo iniziò a rielaborare l’Antico Testamento sulla base della versione dei Settanta. Di questa revisione ci sono rimasti 1 e 2 Maccabei, Baruc, Sapienza, Siracide.

La Vulgata o Volgata. La revisione del testo della Vetus latina fece maturare in Girolamo la decisione di tradurre l’Antico Testamento direttamente dall’ebraico (hebraica veritas). Si portò a Betlemme e concluse questa nuova versione dall’ebraico nel 405. Girolamo svolse il suo lavoro in modo molto meticoloso, ebbe a disposizione buoni manoscritti e la sua traduzione è una delle migliori opere di questo genere dell’antichità. La Chiesa latina adottò questa traduzione dell’Antico Testamento dall’ebraico e la revisione del Nuovo Testamento che presero il nome di Vulgata. La Vulgata ebbe però lo stesso destino della Settanta: quanto più si diffuse e venne trascritta, tanto più fu soggetta a errori di copiatura e talvolta da intenzionali correzioni erronee. Per di più, verso la fine del Medioevo vennero compiute nuove traduzioni in latino che contribuirono a rendere il testo della Vulgata ancor più intricato. Il Concilio di Trento l’8 aprile 1546 emanò un decreto che dichiarava autentica la Vulgata e ne decideva un’edizione ufficiale. Questo decreto di Trento è stato spesso frainteso, lo si è interpretato nel senso che solo la Vulgata fosse da considerare la Bibbia dei cattolici. Dalle discussioni dell’Assemblea conciliare risulta invece evidente che il problema non era stabilire se la Vulgata fosse da preferire al testo originale greco e/o ebraico, ma: a) quale edizione latina della Bibbia fosse da usare ufficialmente nelle scuole e nella discussione teologica; b) quale traduzione presentasse il testo più vicino all’originale. Ogni dubbio circa l’interpretazione delle affermazioni tridentine è stato dissipato da PIO XII nell’Enciclica Divino afflante Spiritu (1943), che parla di “autenticità giuridica” della Vulgata, cioè essa è immune da errori in materia di fede e morale. L’edizione critica della Vulgata si realizzò nel 1592 quando apparve la Vulgata Sisto-Clementina. La Vulgata fu anche il primo libro a essere stampato da J. Gutemberg nel 1455. Nel 1965 papa Paolo VI decise una revisione della Vulgata in accordo con i moderni criteri esegetici e filologici. Il primo volume della Neovulgata – Bibliorum Sacrorum nova vulgata editio -, il Salterio, è stato pubblicato nel 1969. L’intera nuova traduzione venne completata nel 1979 e, a partire da tale data, è divenuta la versione ufficiale per la liturgia latina della Chiesa cattolica.

(7. segue)

Gastone Boscolo