CARITAS CHIOGGIA

Ripartire o ricominciare?

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La domanda è d’obbligo: è possibile per tutti noi riprendere da quel 10 marzo scorso nel quale tutta l’Italia si è bloccata, oppure occorre pensare, in qualche modo, ad una “nuova partenza”?

Parlando della Caritas, diocesana e parrocchiale, possiamo dire che l’emergenza ha interpellato seriamente ciascun operatore, accendendo un riflettore sulle sue motivazioni, ma anche sulla sua preparazione e capacità di affrontare l’ignoto, fonte di angoscia.

Disse un giorno, in altro contesto, lo scrittore A. Gide: “Non esistono problemi, ma solo soluzioni”, ma a noi piace la versione del mistico, teologo e poeta M. Zundel: “Fuori di Dio solo problemi, in Dio solo soluzioni”. Crediamo sia questo lo spirito che ha animato gli operatori delle Caritas nella loro inedita e ripensata modalità operativa di questo ultimo periodo. Se da un lato non era più possibile incontrare le persone e lavorare come si è sempre fatto, dall’altro è stato necessario continuare ad essere un elemento di animazione delle comunità, nel frattempo costrette a rinunciare alle celebrazioni col popolo e alla catechesi.

I Centri di ascolto hanno iniziato a lavorare via telefono; i due Empori alimentari hanno modificato il modo di distribuire gli alimenti; le Caritas parrocchiali hanno continuato la loro operatività con accorgimenti nuovi ed adatti alle necessità; la “Tenda di Sara” che ospita persone e famiglie tramite housing sociale ha visto un periodo di stasi per l’impossibilità di spostare e ospitare persone, ma anche di fare i necessari lavori di manutenzione…

Ed ora? Non essendo ancora fuori dall’epidemia ma con la vita che riprende, possiamo parlare di ripartenza o piuttosto di ri-inizio? 

In molti dicono che dopo questa emergenza nulla sarà come prima. Anche se la frase sembra abusata e velata di retorica, come Caritas ci sentiamo di condividere questa posizione: non tutto potrà essere come prima, anche se i nostri servizi e attività dovessero riprendere con i consueti orari e modalità di sempre. Durante questi 80 giorni abbiamo incontrato persone animate da spirito di solidarietà che hanno voluto mettersi a disposizione a favore di quelli più bisognosi di loro, collaborando con la Caritas. Un fermento nella società che non immaginavamo e che abbiamo grandemente apprezzato. Giovani e meno giovani, studenti e lavoratori momentaneamente disoccupati, casalinghe, professionisti… tutto ci ha fatto pensare ad un ri-inizio anche basato su future collaborazioni e interazioni, finalizzato al sostegno e all’accompagnamento delle persone più gravemente colpite dalle difficoltà. Molto rimane da fare ancora. È utile tuttavia ricordare modalità e orari di alcuni servizi: l’Emporio della Solidarietà di Chioggia è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 per gli aventi diritto, orario valido fino al 30 settembre; l’Emporio di Porto Tolle è aperto il mercoledì pomeriggio e il venerdì mattina; il Centro di ascolto diocesano è ora collocato in Calle Malanni, presso le opere parrocchiali di S. Giacomo, gli ascolti vengono fatti su appuntamento al n. 346.18800244; i Centri di ascolto parrocchiali e le Caritas parrocchiali sono ritornati ad osservare gli orari soliti e sono raggiungibili come al solito; La “Tenda di Sara” potrà intraprendere i lavori di manutenzione per una nuova operatività.

Infine vogliamo ringraziare di cuore, insieme alle numerose persone che si sono messe a disposizione, anche quelle organizzazioni del terzo settore e associazioni che hanno percorso (e stanno percorrendo) un tratto di strada con la Caritas. Ma anche quei cittadini ed enti che hanno ritenuto di contribuire, mediante donazioni in denaro e in beni, alla causa comune. Di questo e di altre informazioni daremo notizia più diffusamente in un prossimo intervento. 

A. Gibbin