Percorso diocesano per giovani dai 18 ai 28 anni

L’intensa esperienza dello “Shemà”

Tutti vicini comunque grazie alla tecnologia, in attesa di ritrovarsi a Porto Viro

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Venerdì 29 maggio si è svolto l’ultimo incontro del percorso diocesano “Shemà” dedicato ai giovani dai 18 ai 28 anni. Quest’ultimo appuntamento, però, a causa dell’emergenza sanitaria, ha avuto luogo in una modalità insolita: la location, infatti, non è stata, come di consueto, il monastero delle Clarisse di Porto Viro. Stavolta i giovani si sono collegati in videoconferenza, ma non da soli nelle loro case, bensì in piccoli gruppi, riuniti ciascuno negli spazi delle parrocchie di appartenenza. Pellestrina, Porto Tolle, i Salesiani di Chioggia, le parrocchie di Borgo San Giovanni e della Navicella per questa serata unite virtualmente nello stesso luogo, i Salesiani di Porto Viro: luoghi diversi che, seppur distanti, sono diventati più vicini che mai grazie alla tecnologia. Collegati con noi giovani c’erano anche don Giovanni dal Seminario, le suore Clarisse di Porto Viro, Sr. Teresita, Sr. Ada Nelly e il vescovo Adriano.

Il nostro incontro, introdotto dal canto dei giovani dei Salesiani di Chioggia, si è aperto con la lettura del brano della chiamata dei primi discepoli secondo l’evangelista Giovanni, sul quale ci ha aiutato a riflettere Sr. Ada Nelly, con la toccante testimonianza della nascita della sua vocazione. Ciascuno di noi ha potuto riflettere con il gruppo con il quale era riunito fisicamente su quanto ci avevano suggerito il Vangelo e la testimonianza. In un secondo momento, poi, ogni gruppo ha condiviso il frutto delle proprie riflessioni con gli altri. Ciò che ha colpito di più noi giovani è stata, innanzitutto, la modalità di svolgimento della serata: una modalità insolita, ma molto apprezzata perché finalmente ci ha permesso di rivederci dopo esserci lasciati con l’incontro del 14 febbraio. Abbiamo potuto condividere il fatto che l’intero percorso “Shemà” è stato per noi ragazzi una risposta a qualcuno, sacerdote, amico o adulto, che ci ha indirizzato il suo “Venite e vedrete”, proprio come Gesù ha fatto verso Andrea e Pietro. Questo è stato per noi “Shemà”: una proposta e un atto di fiducia ben riposta, una piccola chiamata a cui dei giovani hanno risposto positivamente, nonostante costasse la fatica dell’incontro mensile e dello spostamento per raggiungere il Monastero di Porto Viro. Il senso profondo di una chiamata che costa fatica e sacrificio l’abbiamo colto perfettamente dalle parole cariche di emozione del racconto di Sr. Ada Nelly: sono state parole semplici all’apparenza, ma che ci hanno trasmesso con forza tutta la difficoltà e la gioia della sua scelta di vita, il suo accettare il “Venite e vedrete” di Gesù. 

A conclusione di questo ultimo appuntamento dell’anno è arrivato l’augurio del Vescovo Adriano. Ci ha esortati a sentirci sempre pro-vocati nella nostra vita, chiamati e messi in questione, senza crederci mai arrivati. Solo così, infatti, potremo scoprire veramente il senso della nostra vita e della nostra vocazione. Il percorso di “Shemà” ha proprio voluto indicarci questa strada: nelle figure che hanno guidato di volta in volta i nostri incontri, Zaccheo, Filippo, Maria, la Samaritana e Nicodemo, abbiamo visto persone che volevano capire come essere “chiamate a godersi la vita” (non a caso, questo è il sottotitolo del nostro percorso), che è proprio lo stesso desiderio che noi stessi abbiamo nel cuore. Attraverso questo cammino abbiamo sperimentato come la Parola, le testimonianze concrete e la preghiera possano guidarci nel dare corpo a questa aspirazione, nel percepire che Cristo parla continuamente anche a noi, anche ora, e ci sta mostrando come goderci la vita in pienezza.

Chiara Zennaro a nome dell’équipe Shemà