Sguardo pastorale

Ricominciamo dalla scuola

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Continuo a leggere o a sentire interventi che denunciano una sorta di teoria complottista dei poteri forti e delle lobby massoniche a scapito delle libertà individuali, civili e religiose, quasi che questa pandemia sia tutta una esagerazione. Ma più ancora dell’astrusità di alcune ipotesi, più o meno plausibili, mi fa sorridere (sono ironico) come alcuni costruiscano delle vere e proprie teorie, cioè delle visioni, per cui di volta in volta il coronavirus si tinge di un colore politico (per non far riferimenti concreti al panorama italiano, e rischiare di offendere qualche accidentale lettore, pensiamo tutti ad un signor Trump che vede tutto rosso). Di fronte a questi ho solo due domande: ma di cosa stiamo parlando? Fate sul serio?

Sono convinto che ci sia ben poco da fantasticare a meno che non stiamo scrivendo il copione per qualche serie tv o film che potremo vedere a pagamento seduti sul divano di casa su Netflix.

Penso che la nostra responsabilità di cristiani debba essere quella di un pragmatismo illuminato, dallo Spirito ovviamente, che ci spinge a prendere in mano le questioni sulle quali da sempre è in gioco la libertà di annunciare il Vangelo perché l’uomo ne ha bisogno. Il vero “complotto”, da quel mattino di Pasqua, è quello dello screditamento dell’annuncio della Risurrezione di Cristo (ricordate le guardie del sinedrio pagate per dire che i suoi discepoli avevano trafugato il corpo?). Una di queste è quella della libertà della proposta educativa. Ce l’hanno sempre presentata sulla discriminante di scuola pubblica e scuola privata, individuando nella seconda un privilegio di pochi (necessariamente ricchi). Non è così! Non è vero! È vero che c’è un sistema nazionale d’istruzione garantito da scuole statali e da scuole paritarie (per capire: non tutte le scuole private sono paritarie).

Che cosa sono le scuole paritarie? Dal sito del MIUR leggiamo: “Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce l’assolvimento dell’obbligo di istruzione”. Che cosa garantisce il riconoscimento della parità? Sempre dal sito del ministero: “Il riconoscimento della parità garantisce: l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti; le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato; l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali”. Primo elemento sicuro: le scuole paritarie svolgono lo stesso servizio pubblico e offrono le stesse garanzie delle scuole statali. Per cui chiediamoci: perché da parte dello Stato dovrebbe essere riservato un trattamento economico diverso?

Seconda osservazione: le scuole paritarie sono scuole da ricchi? No, o almeno non lo sono nella stragrande maggioranza. Lo posso affermare per una duplice cognizione di causa: io stesso, a parte il liceo statale, ho frequentato scuole paritarie e la mia famiglia come quella della maggioranza dei miei compagni erano famiglie di modeste possibilità economiche; poi, da parroco, mi sono ancor più reso conto che si trattava di tener vive le tante scuole materne parrocchiali rimaste l’unica risorsa dei nostri piccoli centri abitati. Quindi ecco svelato il vero tentativo di sabotaggio di una cultura cristiana da parte di una cultura laicista: il soffocamento della libertà di scegliere come educare i propri figli. Ora, continuiamo a ragionare sullo stile dei personaggi di cui all’inizio oppure ci tiriamo su le maniche per sensibilizzare su scelte di fondo?

don Simone Zocca