sguardo pastorale

In prospettiva

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Si apre la riflessione sulla Fase 2 della vita nella Chiesa, o per meglio dire sulle prospettive pastorali che la Chiesa deve saper cogliere come profetiche ed essenziali per l’annuncio del Vangelo, dopo questo stop dettato dalla pandemia per Covid-19.

Per la Chiesa non si apre ora, con la ripresa delle celebrazioni eucaristiche con il popolo, una fase di riapertura di servizi alla stregua dei calendari scanditi dagli Stati per allentare le misure del lockdown, ma inizia un tempo nel quale non si può riprendere tutto come niente sia successo, attendendo ancora con pazienza che passino una seconda o terza andata.

Questo tempo ci ha chiaramente posti di fronte alla necessità di avere il coraggio di accelerare su quelle scelte pastorali che devono dire di una Chiesa che è sempre più vissuta nelle nostre famiglie, rivolta alle esigenze del territorio e forte di un volontariato rinnovato nelle forze e nelle motivazioni, propositiva nella carità quale segno di comunione e solidarietà, capace di celebrare e di generare vocazioni ai ministeri laicali e a quelli ordinati (presbiteri e diaconi), matura nel vivere la relazione con il Risorto nella preghiera comunitaria come personale.

Questa riflessione deve essere sviluppata da tutti i soggetti di una comunità parrocchiale a cominciare da noi presbiteri di una Chiesa locale. Per questo con il vescovo, questa settimana, abbiamo incontrato il clero di ogni vicariato per ascoltare, innanzitutto, cosa ha maturato nelle nostre vite l’esperienza della quarantena e dell’azzeramento di ogni attività a cui eravamo abituati, poi per riflettere su quali prospettive possiamo puntare.

Il vescovo, nelle settimane precedenti, ha preparato un testo, da sottoporre all’attenzione del clero per questa occasione di incontro, dal quale partire per dare corpo ad un percorso di formazione per i sacerdoti e i diaconi. La proposta tocca quattro ambiti della vita della comunità cristiana: l’annuncio della Parola, la comunione, l’eucaristia, la preghiera.

Queste le domande sul tavolo: Cosa possiamo fare per conservare e meglio incrementare l’ascolto della Parola nelle comunità, non solo con qualche incontro saltuario ma ‘saldamente fedeli’ all’ascolto della Parola nella nostra situazione che ci si profila davanti e con i mezzi che oggi sono a nostra disposizione? Come proseguire con l’iniziazione cristiana? Come, con quali iniziative e proposte alimentare il clima di comunione che dovrebbe caratterizzare la comunità concreta dei credenti, e assicurare la solidarietà nell’uso dei beni perché non ci sia alcuno ‘bisognoso’?   Come poter assicurare la partecipazione all’eucaristia a quanti lo desiderano, nell’attuale situazione limitativa dovuta al coronavirus? Sarà possibile per tutti, e come, nell’unico ‘giorno del Signore’? La messa degli altri giorni avrà minor valore, dato che anche le assemblee domenicali dovranno essere molto limitate nei numeri? La vita di fede si nutre di tante altre ‘preghiere’, cioè di momenti personali e comunitari di preghiera, sia sacramentale che di pietà popolare. Come proporre la preghiera sacramentale e le altre forme?

Non temiamo ma apriamo con coraggio alle risposte che lo Spirito del Signore ci suggerirà.

 don Simone Zocca