L’OMELIA DEL VESCOVO ALLA MESSA DELLA DOMENICA DEL “BUON PASTORE”

Il Pastore, le vocazioni, il Seminario

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In questo tempo pasquale sentiamo risuonare nelle pagine degli Atti degli Apostoli l’annuncio che Gesù di Nazaret, dopo la sua predicazione e azione tra la sua gente in Galilea e a Gerusalemme, è stato rifiutato dal suo popolo e crocifisso. Proprio Lui è il ‘Cristo’ (Messia) annunciato dalle Scritture, risuscitato dal Padre, risorto dai morti e Vivente. Grazie a Lui lo Spirito Santo è donato a quanti accolgono il suo Vangelo e lo riconoscono Dio e Signore unitamente alla Comunità dei suoi discepoli. Come dice san Pietro, la sua Parola e la sua Grazia cambiano la situazione di quanti aderiscono alle fede in Lui: “Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime”. Grazie a Lui quindi noi siamo risanati, riabilitati a vivere secondo giustizia, guidati e custoditi da Lui, come fa un pastore col suo gregge.

La pagina del vangelo che abbiamo ascoltato arricchisce la nostra conoscenza della figura di Gesù e della sua azione nei nostri confronti. Cosa significa dire che Cristo è il nostro pastore? Gesù usa questa e altre immagini per parlare della sua relazione con noi, come quella dell’ovile e della porta dell’ovile. Ascoltiamolo bene. Le pecore sono al sicuro quando sono nell’ovile, ben custodite dal pastore. Vi sono condotte per passarvi la notte al riparo da animali feroci e predatori. Gesù poi si definisce la porta stessa per entrare nell’ovile e anche il pastore che lo custodisce. Cosa può significa quell’entrare nell’ovile attraverso Gesù, che è la porta, ed essere custoditi da Lui quale pastore? San Pietro dopo la Pentecoste così invitava gli uditori: “Salvatevi da questa generazione perversa”! Dunque, seguendo Gesù e il suo insegnamento noi entriamo in una situazione di sicurezza da pericoli e da nemici che minacciano la nostra vita. Gesù, cioè, ci propone un ideale e uno stile di vita che ci pone fuori dal modo di pensare spesso corrente e propagandato per vincente. Proviamo a guardare oggi quanti sciupano e distruggono la propria vita e quella degli altri proponendo come stile di vita violenze, egoismi, deviazioni di ogni tipo, furti, uccisioni, sopraffazioni, inganni. Quanti sono sedotti e ingannati da abbaglio e finiscono trovandosi in balìa di queste seduzioni, perdendo ogni dignità e libertà. L’idea dell’ovile allora si propone come l’entrare in un modo altro di pensare la vita, quello dello stile annunciato e vissuto da Gesù e reso possibile dal dono dello Spirito Santo, frutto della sua morte e risurrezione. Entrare in questa logica significa aderire a Gesù e alla sua parola: questa è la fede. Ha inizio così un rapporto di appartenenza a Gesù, di intimità con Lui. Egli si prende cura di chi accetta di entrare in questa relazione, desideroso di farvi entrare tutti, per offrire loro custodia e “vita in abbondanza”, chiaro riferimento alla vita eterna che il Risorto può comunicare. Le parole del Salmo 22 ci annunciano i doni con i quali Cristo nostro pastore accompagna la nostra vita e la conduce alla sua meta: il cibo della Parola e del Pane eucaristico, l’acqua sorgiva dello Spirito e la sua continua e forte presenza che ci protegge e rassicura da ogni pericolo, anche nei tratti oscuri della vita/pellegrinaggio, finché, superati tutti i pericoli e vinti tutti i nemici, compreso il peccato e la morte, giungiamo alla ‘Casa del Signore’ per essere suoi ospiti per sempre. Bella l’immagine del nostro essere ospiti per sempre alla sua mensa. ‘Beati gli invitati alla cena del Signore’: con queste parole siamo invitati alla mensa eucaristica, memoria e anticipo dell’invito ad essere suoi ospiti, alla fine del viaggio della nostra vita, accompagnati dalla sua bontà e fedeltà, al banchetto perenne della comunione con Lui e con tutti coloro che hanno seguito il Cristo Pastore.

In questa giornata siamo invitati a pregare perché nelle Chiesa continui l’azione di Cristo Pastore attraverso l’azione di tanti fratelli e sorelle che mettono la loro vita a servizio della carità, ma anche della Parola di Dio e della vita sacramentale dei propri fratelli. Oggi poi noi a Chioggia preghiamo particolarmente perché non manchino alla nostra Chiesa presbiteri che si prendano cura della vita delle nostre comunità parrocchiali perché si costruiscano attorno alla fede, cioè alla Parola di Dio, alla Preghiera, ai Sacramenti e alla pratica dell’amore al proprio interno, con particolare attenzione a chi più si trova in qualsiasi bisogno. C’è necessità di servitori umili e gioiosi del Vangelo di Gesù Cristo e della sua Grazia, con amore e dedizione, seminatori di speranza, modelli di sacrificio per il bene di tutti, a immagine del loro Maestro, Gesù di Nazareth. Passa ancora tra noi, Gesù, Buon Pastore, e chiama anche oggi giovani al tuo seguito nella fede e nella missione di pastori per le nostre comunità, che nella preghiera ti chiedono questo dono, per se stesse e per i loro figli.

+ Adriano Tessarollo