testimonianze

La Vita, la Fede, la preghiera al tempo del COVID-19

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“Ora che ci hanno obbligato a staccarci da tutto, è più facile concentrarci solo su ciò che è più importante. Ogni parola, ogni gesto, ogni decisione è la cosa più bella della mia vita. Posso offrire a tutti il mio amore, il mio sorriso … Non pensare al passato né a ciò che succederà. Sopporta questo momento guardando al cielo”.

Cardinale Van Thuan ai prigionieri incatenati con lui. (Cfr Van Thuan, Libero tra le sbarre, Città Nuova 2018)

La pulizia delle scale

In questi giorni pensavo a quali opere di carità posso fare, quale gesto posso fare visto che sono a casa. Così ho pensato di pulire le scale del condominio. Pulire bene tutto, compresi tappeti e ringhiere. Pulire per gli altri che sono così voluti bene dal Signore. Lui è stato il primo a servire tutti noi. Le donne delle pulizie non possono muoversi e questo diventa un piccolo gesto utile a molti…

Elisa P.

Che cosa sostiene la vita

Oggi bisogna recuperare quelle grandi ragioni che possono innescare un coraggio e un desiderio più grandi della paura del virus, perché da soli, come diceva don Abbondio, “il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Mi torna alla mente una delle mie colleghe che si è rinchiusa in casa terrorizzata dall’idea di ammalarsi e finire in rianimazione intubata. Non ci dorme neanche la notte e tutti i suoi messaggi grondano paura. Poi guardo a me e mi dico: ‘Come mai tu non sei terrorizzata come lei? Sei forse un’incosciente che non ti rendi conto del pericolo, oppure c’è in te qualcosa più forte di questa paura?’ Dopo un primo momento di timore per una situazione la cui gravità non avevo all’inizio ben compreso, e un po’ di fatica ad essere docile alle strette regole che essa ci impone, mi sono detta: ‘Ma che cosa sostiene la tua vita? Tu, su cosa poggi? Chi ti tiene a galla anche in questa situazione di tempesta?’ Ho dovuto fare un lavoro su me stessa per capire che non è sfidando la situazione che puoi vincere; vinci solo se ci stai dentro e sarai docile ad essa. Docile nel rimanere sempre in casa per rispetto della tua e altrui salute; docile nell’accettare di partecipare in solitaria alla messa dal salotto di casa senza salutare gli amici della comunità e senza baciare in fronte i bambini della catechesi, come facevo ogni domenica; docile nell’attivare la piattaforma on line consigliatami dalla collega di classe per rimanere in contatto con i miei alunni; docile nel seguire le indicazioni dei nostri vescovi che invitano a ridare vita alla Chiesa domestica. La preghiera è diventata l’appuntamento fisso del mattino: assieme a mio marito recitiamo le Lodi “a due cori”, diciamo l’Angelus e poi leggiamo e meditiamo le letture del giorno; durante la giornata ci ricaviamo un po’ di tempo per fare scuola di comunità, leggere qualche testimonianza. Mi aiuta molto anche il sapere che in chiesa Gesù Eucaristia è esposto tutto il giorno. Io non posso andare, ma Lui c’è! Dopo le prime settimane nelle quali i media ci hanno fatto andare in overdose di informazioni, non voglio più neanche ascoltare tutti i tg e i format che in prima serata non parlano altro che di casi positivi, contagiati, ricoveri in terapia intensiva, morti, errori dei politici, scenari apocalittici per l’economia. Tutte le ordinanze che si susseguono e i vari decreti cominciano a darmi la nausea. Ho bisogno di bellezza, di verità, di bontà. Ho bisogno di far sapere alle mamme-infermiere che sono loro molto grata per il super-lavoro che stanno facendo negli ospedali. Ho bisogno di vedere in faccia i miei figli tutti i giorni tramite le videochiamate di WhatsApp, cosa che prima ritenevo troppo stretta per me e per loro. Ho bisogno di amici che mi ricordino che cosa sostiene la loro vita. Ho bisogno di testimonianze che siano segni di speranza, che aprano il mio cuore al significato di quello che sto vivendo.

Antonella Amorosi, (dal foglietto parrocchiale di Borgo S.Giovanni – Chioggia)

A messa con il papa

Che commozione partecipare questa mattina alla messa in televisione del papa. Sola in mezzo a una folla che prega con me: da sola ma non da sola. È una cosa a cui non avevo mai pensato e ora che lo sperimento capisco di più cos’è la comunione. Mi ha stupito molto che il papa dopo aver fatto lui la comunione ha letto la preghiera per accompagnare noi a fare la comunione spirituale.

E sorpresa delle sorprese ha esposto l’eucaristia per un’adorazione prolungata silenziosa prima di dare la benedizione finale col Santissimo e concludere la messa. Gli altri giorni ascoltavo solo l’omelia. Oggi però mi sono resa conto che anche la messa in televisione non è un di meno in questi giorni di emergenza virus. Mi sono sorpresa a fare lo stesso gesto che faccio quando ricevo la comunione nella mia mano. Non è stato un gesto automatico, perché lo faccio sempre, ma un gesto scaturito dal cuore. Mi sono avvicinata allo schermo dove c’era fissa l’immagine di Cristo nell’ostensorio e ho sfiorato con la mia mano quella santa particola fonte di amore per tutti noi. La sua grazia e tenerezza per me, per te e per tutti prendono il cuore. La prima cosa che mi è venuta da chiedere a Cristo eucaristico non è una vera richiesta ma un ringraziamento per i mille doni che Lui ogni giorno ci fa. Poi ho chiesto la conversione del cuore, e come chiedono tutti, di accompagnare medici e ammalati in questa epidemia. Il cuore continuava a pregare per i sacerdoti, le famiglie e le nuove vocazioni. Continuavo a chiedere incessantemente molte cose anche vere e buone, finché il cuore e lo sguardo si sono fissati su l’unica cosa da chiedere veramente: il Suo Amore! Il cuore domanda mille cose, ma prima di tutto domanda Lui…

Silvia

Adorazione a due

Che grazia oggi seguire la messa del papa insieme a mio marito e scambiarci il gesto di pace (cosa che ora non si fa più). Io e mio marito fissi in adorazione a guardare il Santissimo esposto: è stato far rinascere di nuovo la nostra famiglia, ridire il nostro sì alla nostra vocazione.

Silvia B.

La tenerezza di Dio

Stamattina alle 5.00, dopo la preghiera delle Lodi e una brutta notte piena di pensieri, è entrata una infermiera. Non doveva fare nulla. Mi ha avvicinato e guardato con occhi profondi stringendomi la mano e mi ha chiesto: “Come va?”. Che tenerezza assoluta ho provato. Era l’abbraccio di Dio alla mia vita. Era la circostanza che Dio mi donava per dirmi: “Vedi, io ci sono”. Una sconosciuta. Tutti i giorni mi capitano queste cose. La tenerezza di Dio verso di me. La misericordia di Dio che si china sul mio nulla. Ogni mattina il mio pensiero va a lui. Quante volte ho sentito dire: quante volte al mattino il primo pensiero è andato a Dio? Ora mi viene con una naturalezza estrema. La familiarità con Dio, la messa alla mattina da santa Marta alle 7.00. Non ne posso più fare a meno.

R., malato in via di guarigione

Tutto questo sacrificio so che serve a qualcosa

Buongiorno! Non ho risposto ai messaggi ieri sera perché stavo guidando di ritorno da Trecenta (Rovigo). Sono due settimane ormai che presto servizio a fianco della Protezione civile per l’emergenza sanitaria Covid-19… Mi hanno collocata a Rovigo per coprire con l’ambulanza della Croce Verde tutto il territorio del Polesine. Come volontaria Croce Verde, al momento, ci sono solo io, tutti gli altri sono dipendenti. Poi ci sono anche tante altre associazioni di volontariato che aiutano: Croce Rossa, Blu Soccorso, Italy Emergenza, Croce Bergantino…

Tutti insieme per aiutare la sanità. È una bruttissima situazione sai? I pazienti positivo sono tantissimi… Noi facciamo turni devastanti.

Alle 6 io sono già a Rovigo e termino a notte inoltrata… Non abbiamo tempo per pranzare, né per fermarci qualche minuto… Non esiste il giorno di riposo, siamo sempre di corsa. Tutti i giorni sono uguali, infatti ora parto e inizio il turno di 12/15 ore in base al bisogno. Questa mattina trasferisco un paziente all’ospedale di Padova, ora sta meglio. Non vedo più nemmeno mia figlia. Ma tutto questo sacrificio so che serve a qualcosa️. Questa nostra Italia malconcia, guarirà! Unendo le nostre forze tutto ritornerà come prima. Buona domenica!

(volontaria di Chioggia)

Solitudine e Presenza

“…Questa circostanza, non parlo solo del coronavirus, parlo della mia, nostra circostanza, che ci vede soli a casa, impossibilitati ad incontrare gli amici, a fare scuola di comunità con loro, a non poter nemmeno partecipare all’eucaristia (in questo sono un po’ più fortunato di voi… la celebro ogni giorno anche per voi ), al dover stare fermi rispetto al nostro fare quotidiano, lavorativo, familiare, sociale… ecco questa circostanza di assoluta povertà è la forma straordinaria del mio rapporto con Cristo ! Cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde sé stesso? Questa circostanza arriva fino lì. Mi viene in mente la Madonna dopo che l’Angelo partì da lei. Rimase sola, con la compagnia di quel bambino che cresceva dentro di lei. Solitudine e Presenza… insieme. Io voglio vivere così questi giorni, certo che anche preparando i passatelli romagnoli, in compagnia di Cristo, collaboro alla mia felicità e al cambiamento del mondo.”

da una lettera di don Eugenio Nembrini

Sono certa che questa può diventare una magnifica opportunità per le nostre vite, dentro una situazione drammatica che sta rivelando anche i suoi lati positivi.

Antonella (dal Foglietto di B.S.Giovanni)