Proposta di preghiera del vescovo Adriano - 4

“Credo nella risurrezione della carne e la vita eterna” Amen

Una meditazione impegnativa

salmo-15
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È l’ultimo articolo di fede propostoci nella recita del ‘CREDO’. E’ l’articolo di FEDE che fonda la SPERANZA del cristiano che scaturisce dall’esperienza pasquale di Gesù Cristo: “Patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno risuscitò dai morti”. La Liturgia pasquale è imperniata sui binomi uscire/entrare, tenebre/luce, peccato/grazia, schiavitù/libertà, immagini che illustrano il binomio morte/vita. Le pagine dell’Antico Testamento ci raccontano infatti del popolo di Dio uscito dall’Egitto e entrato nella terra promessa, uscito dalla condizione di schiavitù e condotto a vivere nella libertà nella Terra Promessa. Le pagine del Nuovo Testamento invece ci parlano del Figlio di Dio fatto uomo in Gesù di Nazaret, nella sua pasqua è uscito dal mondo con la sua morte ed è entrato nella Gloria del Padre con la sua risurrezione/Ascensione. Ascoltando e partecipando alla celebrazione dei misteri pasquali noi veniamo immersi e resi partecipi della visione cristiana dell’esistenza umana. Secondo la visione fisica della vita, noi entriamo nella vita con la nascita per poi uscirne definitivamente con la morte, mentre secondo la visione pasquale con la morte e risurrezione noi siamo resi definitivamente partecipi della vita divina, al seguito dell’esperienza di Gesù Cristo, così proclamata dall’apostolo Paolo al suo discepolo Timoteo (1 Tm 3,16):

“Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità: -egli (Gesù) fu manifestato in carne umana, -fu riconosciuto giusto nello Spirito, -fu visto dagli angeli, -fu annunciato fra le genti,

-fu creduto nel mondo, -fu elevato nella gloria”.

Sei verbi per annunciare la realtà del grande mistero di Gesù, Figlio di Dio incarnato, risuscitato mediante lo Spirito, apparso agli angeli, predicato dagli apostoli, creduto da molti nel mondo, e infine reso partecipe della gloria del Padre celeste. Questo è l’itinerario umano/divino di Gesù: nascita nella condizione umana-vita terrena-morte-risurrezione. L’itinerario della sua vita, rivela l’itinerario della nostra vita: iniziata con l’Annunciazione, festa che celebra il suo prendere carne nel seno di Maria, si è conclusa il venerdì della sua crocifissione e morte e il mattino di Pasqua nella sua risurrezione. Questa sua ‘storia’ getta piena luce su di Lui, le sue parole, i suoi gesti e le sue promesse. Il Cristo, attraverso la risurrezione, è ora il Vivente, Colui che è con noi, il Signore della vita vincitore della morte, colui che è andato al Padre a prepararci un posto nella sua Casa. Dopo l’incontro con Lui risorto gli apostoli compresero le parole dette loro in cammino verso Gerusalemme: “Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti… si mise a dire loro…: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà»” (Mc 10,32-34).

Il battesimo cristiano idealmente andrebbe celebrato nella Veglia pasquale proprio per il suo senso pasquale. Lo ricordava san Paolo ai cristiani di Roma (Rm 6,3-11): “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione… . Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù”.

Potremmo, per questa pasqua particolare che quest’anno ci troviamo a vivere, trovare modo di interrogarci in famiglia: “Chi è Gesù per noi”? Quale la mia relazione con Lui? Cosa significa il mio battesimo e la mia vita di battezzato? Quale speranza nasce per me dalla pasqua di Cristo?  Riconosciamo che la Parola di Dio, trasmessa e vissuta nella Chiesa è lo strumento di Dio per rivelare il suo disegno di salvezza e per offrire salvezza? Sarebbe bello vivere questo confronto e dialogo di fede in famiglia su queste grandi verità della nostra fede riproposte dalla Pasqua.

Una preghiera sostanziosa e fiduciosa.

Solitamente la nostra preghiera è fatta di poche parole, biascicate o pronunciate in fretta tra una faccenda e l’altra, sulla base di ciò che abbiamo imparato e riusciamo a ricordare. “Ave Maria… ottienimi questa grazia, mi raccomando…il lavoro…la salute; Padre nostro… guarda in giù; Angelo di Dio… pensaci tu ai figli, e un segno di croce veloce”. Troveremo tempo per una preghiera che diventi luce, conforto, dialogo, lode, fiducia, invocazione di perdono come ci suggeriscono i Salmi? Propongo per questo tempo che porta alla Settimana Santa e alla Pasqua di pregare questo salmo.

SALMO 16 (15): Preghiera di conversione, fiducia e speranza attraverso quattro tappe.
  1. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene».

La preghiera si apre con una affermazione nata da un’esperienza negativa, descritta qui sotto, esperienza che ha lasciato in chi prega come una cicatrice, memoria del suo temporaneo cedimento.

  1. Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero.

Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

Egli confessa che in passato Dio non è sempre stato l’unico suo bene. Egli si è lasciato tentare da devozioni popolari idolatriche che gli hanno procurato più pene che gioie. Ma ora egli è tornato al suo Dio, deciso di non seguire più quelle ‘seduzioni idolatriche’. Noi oggi possiamo anche allargare gli orizzonti di questi idoli che seducono e moltiplicano le pene. Esse costituiscono il nostro campo di battaglia: potere, successo, prestigio, piacere, moda, opinione pubblica, rispetto umano, egoismi, pigrizia. Questi rischiano di essere i protagonisti della nostra vita, rendendoci loro schiavi o spingendoci a rendere gli altri nostri schiavi. Ma ora egli ha intrapreso un cammino di verità su di sé, cammino esigente ma liberante. E noi? E io? Ed ecco il risultato raggiunto!

  1. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce.

Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Ora finalmente ha trovato nel Signore tutto ciò che si aspetta dalla vita (eredità e calice). Ora la sua sorte è affidata a Dio. Dal suo cuore scaturisce ora la lode a Dio perché lo ha guidato col suo consiglio e lo accompagna anche nei momenti di oscurità. La sua presenza gli dà sicurezza.  Sant’Agostino commenta: “Egli ti basta, fuori di lui niente ti può bastare” e Santa Teresa d’Avila, gli fa eco: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, sì, solo Dio basta”. E non solo per il tempo presente!

  1. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

Ecco la nostra speranza battesimale e la nostra gioia pasquale: tutto il nostro ‘Essere’, anima e corpo’ gioiscono e stanno in pace senza agitazione (riposo). La Parola di Dio e l’esperienza di Gesù Cristo morto e Risorto ci indicano la via della vita e ci attestano che siamo chiamati all’eterna comunione con il Signore Dio. Il mattino di Pentecoste l’apostolo Pietro, proprio facendo riferimento a questo Salmo, confermò la risurrezione di Gesù preannunciata dal profeta Davide che “essendo profeta … previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione” (At 2,31). Come per fu per lui, così sarà anche per noi.

+ Adriano Tessarollo