Disposizioni Diocesane

EMERGENZA CORONAVIRUS DISPOSIZIONI DELLA DIOCESI DI CHIOGGIA A SEGUITO DEL DECRETO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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Cari confratelli,
che condividete con me la cura pastorale delle persone di questa nostra Diocesi, vorrei

premettere una riflessione alla pubblicazione delle disposizioni previste per questo ulteriore tempo, segnato dal diffondersi del coronavirus, che limitano e condizionano pesantemente la nostra attività pastorale e il modo di svolgerla.

Il nostro servizio infatti, specie quello liturgico e catechistico, si svolge alla presenza delle persone riunite nelle chiese o nelle aule dei nostri oratori o locali parrocchiali o nella visita delle famiglie. Questa nostra attività ci è in gran parte preclusa o molto limitata. Il tempo quaresimale è per noi ‘tempo forte’, per il quale avevamo predisposto particolari iniziative liturgiche e di animazione pastorale. Ci auguriamo tutti che tale situazione non si protragga fino alla ‘Settimana Santa’ e alla Pasqua.

Molti fedeli, con i loro presbiteri, vivono con un certo smarrimento questa situazione che vede sospesa la catechesi specie per i ragazzi per i quali è fissata la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana della Cresima e dell’ammissione alla Comunione. La stessa celebrazione delle esequie dei defunti, impoverita della celebrazione eucaristica in chiesa, è vissuta come riduzione dell’annuncio del senso cristiano della morte e della speranza, e anche della possibilità di esprimere la partecipazione della comunità cristiana alla famiglia nel momento del lutto. Stessa fatica e impoverimento sono vissuti nella celebrazione dei matrimoni e dei battesimi, momenti significativi ed espressivi di fede, di gioia e di condivisione.

Come vivere questo tempo di ‘esilio’ della comunità liturgica? Si può avere la sensazione, per dirla col profeta Daniele (3,38), di non aver più “né principe, né profeta, né capo, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia”.

Alcuni leggono questa calamità come castigo verso l’umanità peccatrice, alla stregua di Dn 3,28-30: “Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati, poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti, non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro bene”. Interpretazione possibile, ma alla luce di un discernimento autorevole dell’agire divino, per non correre il superficiale rischio di leggere ogni avvenimento, personale o collettivo, alla luce del premio o castigo, come se l’amore di Dio non fosse ‘Grazia’ ma solo risposta di Dio all’azione dell’uomo, in premio per i suoi meriti o in castigo per le sue colpe.

Gesù ha invitato a comprendere anche in maniera diversa situazioni di malattia o di morte (Lc 13,1-5; Gv 9,3). Prendiamo luce da alcune espressioni del Salmo 103 (102): “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia… . Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere”.

E se ci manca l’accesso personale all’eucaristia nel giorno del Signore, non dimentichiamo che Gesù, come dice la Lettera agli Ebrei (10,12-14): “con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati”. Cioè non ci è tolta l’efficacia dell’unico sacrifico di Cristo,

offerto una volta per tutte e che comunque viene celebrato dai nostri sacerdoti per le nostre comunità.

Non smarriamoci per quello che non possiamo avere ma, riconoscendo che sono tante le vie per “accostarci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”(Eb 4,16), intensifichiamo quello che possiamo avere e che forse abbiamo un poco trascurato: la preghiera in famiglia, la preghiera personale, il riferimento alla Parola di Dio, rimasta ai più ancora una grande sconosciuta o poco conosciuta e pregata, la preghiera con i Salmi.

Verrà il momento di ritornare a rivivere l’eucaristia domenicale, magari non come obbligo ma come desiderio e gioia, come momento di condivisione della fede e del dono del Signore, senza richiedere Messe in ogni ora e in ogni luogo per adempiere l’obbligo individuale del precetto festivo, ma come opportunità di vivere l’esperienza di radunarci tutti insieme nel Giorno del Signore per lodare, cantare, pregare insieme, e insieme nutrirci della sua Parola e del suo Corpo. Allora questa temporanea privazione ci avrà aiutato ad apprezzare veramente il Dono del Signore alla sua Chiesa.

Prendiamo a prestito le parole del Salmo 42 (41) per esprimere rammarico per ciò che ora non possiamo avere e insieme speranza per ciò che ci auguriamo e attendiamo:
“Questo io ricordo e l’anima mia si strugge: avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio”.

E’ con questo spirito di fede e di responsabilità nei confronti della salute di tutti che dispongo per la nostra Diocesi queste indicazioni che richiedono il parziale sacrificio della libertà, la rinuncia ad alcune nostre espressioni religiose, augurandoci e pregando perché possiamo vivere insieme la settimana Santa e la Santa Pasqua.

Disposizioni-Dicoesane-CoronaVirusFacendo ora seguito al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, in comunione con i Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneta, allo scopo di ottemperare all’obbligo di evitare assembramenti di persone, fino alle ore 24 di venerdì 3 aprile 2020, per la Diocesi di Chioggia dispongo quanto segue:

1. Viene sospesa la celebrazione pubblica di Sante Messe feriali e festive e di ogni altro rito sacramentale, paraliturgico o devozionale;

2. Per i funerali è possibile la benedizione della salma alla presenza delle persone più vicine del defunto, all’obitorio o in cimitero;

3. I battesimi e i matrimoni sono consentiti alla sola presenza dei padrini o dei testimoni;

4. Il sacramento della penitenza può essere celebrato nella sola forma individuale e non comunitaria, tenendo comunque conto delle distanze richieste;

5. Si rimandi la visita delle famiglie per la benedizione e il sevizio domiciliare dei ministri straordinari della comunione; rimane invece possibile visitare i malati gravi per offrire loro conforto spirituale e, se del caso, l’unzione degli infermi e il viatico;

6. Vengono sospesi gli incontri del catechismo e ogni altra attività in patronato e oratorio, comprese quelle previste presso i locali del Seminario Vescovile o in altri ambienti ecclesiastici;

7. L’accesso alle chiese è possibile singolarmente per la preghiera e l’adorazione personali, tenendo conto delle distanze richieste;

8. Restano chiuse al pubblico la Curia Diocesana (accessibile solo su appuntamento telefonico), gli Uffici pastorali e le strutture del Polo culturale;

9. Le attività caritative possono continuare nei centri di ascolto, nel dormitorio e all’emporio, tenendo conto delle distanze richieste;

10. In sostituzione del precetto festivo i fedeli dedichino un tempo conveniente alla preghiera e alla meditazione, eventualmente anche aiutandosi con le celebrazioni trasmesse tramite radio e televisione, o altri mezzi di comunicazione.

Ci affidiamo alla protezione della Beata Vergine Maria, invocata sotto vari titoli nella nostra Diocesi.

Chioggia, 9 marzo 2020

+ Adriano Tessarollo, Vescovo