SGUARDO PASTORALE

Al ballo della festa

quaresima20
Facebooktwitterpinterestmail

Siamo alle porte della quaresima e mi chiedo quale prospettiva dare a questo tempo; sento che è importante farlo quanto prima per non ritrovarmi a percorso inoltrato senza aver orientato i miei passi verso un senso. Sicuramente qualcuno potrà dirmi: “ma c’è bisogno di chiederselo? La quaresima ci prepara alla Pasqua!”. Sempre questo qualcuno mi ricorderà anche che il percorso liturgico della quaresima di questo anno A è un cammino catecumenale, quindi improntato alla riscoperta del nostro battesimo.  È vero, ma…che Pasqua sarà?  Ho davanti ai miei occhi il sorriso di un amico che non c’è più, l’ultimo di una serie che la vita mi ha imposto di salutare. Il senso di smarrimento, oltre al dolore, e l’incertezza che ha colpito anche me come molti, impone una svolta di prospettiva. Dove cercarla? Sono consolato dalla fede che mi circonda, mi fa guardare a Cristo, mi chiede di radicarmi in lui senza “se” e senza “ma”. La testa, però, non si ferma e cerca un pensiero forte che la conduca oltre, fino a vedere, in qualche modo, o toccare Colui che le chiede di fidarsi.  Ero incerto su cosa scrivere questa settimana, non è semplice trovare sempre un argomento su cui esprimere un’idea che valga la pena condividere; ma, cercando, mi sono imbattuto sul documento che la Federazione Italiana dello Scoutismo ha preparato per la “giornata del pensiero” celebrata ogni anno il 22 febbraio, il cui tema quest’anno sviluppa tre concetti: diversità, equità ed inclusione. Sono rimasto colpito da una frase di Verna Myers: “Diversità è essere invitati alla festa. Inclusione è essere invitati a ballare”. È chiaro che la festa è quella dell’umanità arricchita dalle diversità dei popoli e delle tradizioni, nonché delle fedi; vivere una festa con i colori di tutti è la vocazione alta della storia dell’uomo. L’inclusione è rendere tutti partecipi e protagonisti, ecco la differenza tra l’essere semplicemente invitati alla festa e l’essere invitato al ballo della festa.

Capito questo, mi sono reso conto di aver trovato quello che cercavo, il pensiero forte che desideravo. E allora tento una risposta alla domanda: quale senso profondo dare a questa quaresima? Riappropriarsi del proprio battesimo, ripercorrendo le tappe di un cammino catecumenale, significa rendersi conto di essere invitati alla festa della vita: sarà questo che celebreremo ancora in questa Pasqua, nel tempo dei nostri giorni segnati dal velo della fragilità. Se questa consapevolezza fiorisse veramente come frutto spirituale di questa quaresima, avremo un’esplosione di festa e di vita.

Che Pasqua sarà, allora? Questa Pasqua sarà quello che desideriamo: o un appuntamento del calendario o la festa alla quale non siamo solo invitati ma in cui saremo chiamati a ballare. Intuisco che la speranza nel Risorto che qui, come molti altri compagni di strada, sono chiamato a seminare sui solchi delle ferite del male e del dolore, non sarà mai un gesto sprecato perché sarà un seme che fiorirà con tutta la sua forza dirompente. La vita è festa, la Vita è ballo.

don Simone Zocca