Il senso della “Domenica della Parola”

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Il papa, con la proposta della “Domenica della Parola”, vuole richiamare a tutta la Chiesa il primato della Parola quale nucleo portante e riferimento costante di tutta l’azione pastorale. La fede nasce dall’ascolto attento della Parola ed esprime la risposta personale alla Parola. E’ nell’orizzonte della Parola di Dio che vanno compresi gli avvenimenti e vissute le situazioni personali, ecclesiali e sociali. Ma per fare questo occorre imparare ad ascoltare la Parola di Dio attraverso un esercizio che non potrà essere improvvisato. Occorre mettersi alla ‘Scuola della Parola’, attraverso l’esercizio della ‘lectio divina’, cioè attraverso l’incontro frequente e serio con la Parola di Dio meditata e pregata. Dobbiamo riconoscere che il primato della Parola oggi non è vissuto nelle nostre comunità e che la nostra vita è ancora lontana dall’essere ‘nutrita e regolata dalla Parola di Dio’. Facciamo più riferimento ad alcune buone abitudini, a credenze religiose e a norme morali ricevute che non alla Parola di Dio, quale nostro vero sostegno e conforto che ci illumina sul “vero Dio” e la vera vita cristiana. Riferendosi all’episodio dei discepoli di Emmaus, il papa ci invita a riconoscere la forza di conversione che è propria della Parola. Nell’ascolto e nella meditazione della Parola viviamo un progressivo affiatamento con i pensieri di Dio e con i suoi progetti, siamo invitati ad arrenderci alla sua potente azione di salvezza, alla purificazione della nostra fede. Quanta distanza registriamo ancora tra le potenzialità presenti nella Parola di Dio e la loro effettiva attuazione in una vita cristiana pienamente disponibile al disegno divino della salvezza? E’ accogliendo la Parola di Dio che diventiamo comunità autenticamente cristiane che trovano in essa le ragioni della comunione che nasce dal contatto vivo e immediato con Cristo stesso, Parola vivente del Padre, fonte della comunione. Dalla Parola impariamo come l’amore del Padre ha raggiunto in Cristo le varie situazioni umane e le ha illuminate con insospettate possibilità: la vita, la morte, l’amicizia, il dolore, l’amore, la famiglia, il lavoro, le varie relazioni personali, la solitudine, tutte realtà viste alla luce nuova della Parola. Incontrando la Parola noi incontriamo anche noi stessi, la nostra storia e le nostre speranze. Dobbiamo ritornare a far riferimento all’esperienza del ‘Gesù dei Vangeli’, attraverso l’ascolto e la meditazione delle Sacre Scritture. Allora Egli diviene davvero “buona notizia” per noi adesso, per me in questo momento particolare della mia vita e della mia storia, magari anche capovolgendo l’idea piccola e talvolta triste che ci siamo fatti di noi stessi e del nostro destino, dischiudendoci orizzonti di speranza e di concreto e positivo nella vita di tutti i giorni.

+ Adriano Tessarollo