LA “DUE GIORNI” DEL CLERO DIOCESANO

La formazione non si ferma…

Un confronto sulle varie tematiche pastorali con modalità innovative

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Come da tradizione, ormai consolidata, la quasi totalità del clero di Chioggia, esclusi i sacerdoti quiescenti e qualche religioso, si è riunita a Cavallino Treporti, dalla sera di domenica 13 ottobre al primo pomeriggio di martedì 15, presso la struttura di accoglienza delle Suore Dimesse per la due giorni residenziale di formazione.

La preparazione remota della due giorni parte dalla riflessione compiuta dal vescovo Adriano con la commissione diocesana per la formazione del clero e dei laici su come aiutare ogni sacerdote a raccogliere in modo propositivo i contenuti della lettera pastorale che sarebbe stata pubblicata per l’inizio del nuovo anno pastorale con la prospettiva di inquadrare un triennio pastorale. Il vescovo, poi, auspicava che l’esperienza formativa potesse ridestare entusiasmo fra il clero in modo che ognuno si sentisse coinvolto, in prima persona, nella elaborazione di alcune linee progettuali che permettessero di ritornare a casa pronti a indirizzare la macchina pastorale, o meglio la vita e la missione, delle proprie comunità parrocchiali su obiettivi chiari e condivisi.

Fra i membri della commissione si è affermata l’esigenza di rivolgersi a esperti formatori in campo ecclesiale, ma non solo, per dare corpo alla proposta del vescovo. Si è riusciti ad intercettare la disponibilità dei formatori della cooperativa sociale “Creative Formazione” che da 25 anni opera a vari livelli anche in ambito ecclesiale e che cinque anni fa ha lanciato la proposta interessante di una scuola di Management Pastorale istruendo un corso alla Pontificia Università Lateranense.

Così Giulio e Veronica Carpi, lui pedagogista lei psicoterapeuta, rispettivamente anche padre e figlia, hanno strutturato una proposta di riflessione e lavoro di progettazione accompagnando i sacerdoti presenti attraverso dei veri e propri laboratori per mettere in atto delle dinamiche di analisi e discernimento pastorale.

Quindi dopo un primo lavoro che richiedeva l’analisi di una situazione tipo, in modo da introdurre al metodo di lavoro, i sacerdoti sono stati così suddivisi in gruppi per ambiti: un gruppo avrebbe dovuto lavorare su “Famiglia: quale sostegno nel compito educativo?”; un secondo gruppo su “Adolescenti e giovani: come suscitare e tener desta la domanda religiosa?”; il terzo gruppo su “Preghiera comunitaria e liturgica: quali strumenti abbiamo per una partecipazione più attiva e quali attenzioni avere nella preparazione di un momento di preghiera o di una liturgia?”; il quarto su “Vangelo e Carità: come le nostre comunità possono progettare concretamente la dimensione caritativa?”; infine due gruppi sull’ambito della “Comunione e corresponsabilità”. Per il quinto gruppo la consegna chiedeva di soffermarsi su: “Quali dinamiche e processi di comunione possiamo promuovere nelle nostre parrocchie?”, mentre per il sesto su: “Di quali figure ministeriali e di corresponsabilità dobbiamo dotare le nostre parrocchie perché svolgano la loro missione?”.

Il lavoro è stato incalzante e intenso, ma vissuto con entusiasmo anche per la modalità innovativa con cui ci si è dovuti confrontare. Ora la palla è nelle nostre mani e sta a noi giocarla al meglio con i nostri fedeli sul territorio delle nostre piccole o grandi comunità parrocchiali.

don Simone Zocca