UNITA’ PASTORALE NAVICELLA - BRONDOLO

Carità, nella concretezza

Esperienza di servizio al Sermig, l’Arsenale della pace di Torino

Campo-Sermig
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Dal 5 al 10 agosto un gruppo di ragazze – frequentanti le scuole superiori – dell’Unità Pastorale Brondolo e Navicella, insieme a don Simone, un accompagnatore e un’animatrice, ha sperimentato una settimana un po’ diversa dal solito: un campo di servizio presso il “Sermig”, l’Arsenale della Pace di Torino. Il “Sermig” (Servizio Missionario Giovani) nasce a Torino nel 1964 dal fondatore Ernesto Olivero, la moglie e un gruppo di giovani che avevano l’obiettivo di eliminare la fame e le grandi ingiustizie del mondo come le guerre. Un obiettivo molto ambizioso tutti penseranno; di certo un piccolo gruppo di persone non può eliminare i mali mondiali, ma il credere che anche un minimo contributo possa cambiare qualcosa, fa la differenza! È da questo presupposto che un arsenale militare è stato trasformato nell’arsenale della pace: un “monastero” metropolitano, luogo di silenzio e servizio, di ascolto della Parola, di fraternità, di condivisione, di accoglienza per chi è in difficoltà. È questo che il gruppo di amici della Navicella, guidati da Daniele Ballarin (un nostro comparrocchiano che ormai da 15 anni appartiene alla fraternità del “Sermig”) ha respirato insieme ad altri circa 400 adolescenti e giovani provenienti da tutta Italia. Un’esperienza fortemente voluta da don Simone, con la chiara consapevolezza che ogni forma di carità deve esprimersi nella concretezza.

Le mattine erano dedicate a degli incontri formativi sia per i ragazzi che per gli animatori sul tema della pazienza e della bellezza in sé, in Dio e negli altri. I pomeriggi ad attività manuali: come falegnameria, spedizioni umanitarie, doposcuola per bambini e ragazzi italiani e stranieri per favorirne un’integrazione culturale e molto altro ancora. Non sono mancati i momenti di preghiera, di testimonianza, di giochi e di festa. Una settimana strutturata ad hoc per degli adolescenti che si trovano a vivere un’età di cambiamenti e di scelte.

Durante la settimana trascorsa all’Arsenale della Pace, infatti, si può osservare con occhi diversi la realtà che ci circonda ed aiutare con le proprie mani le persone bisognose. Questo, anche proprio attraverso i laboratori organizzati dai volontari del “Sermig” che hanno permesso di provare sulla propria pelle la bellezza del donare, donare le proprie forze fisiche e la propria personalità. Per di più, sapere che anche un piccolo lavoro compiuto andrà a costituire una parte dell’edificio, come ad esempio i mattoncini di legno della futura pavimentazione del bar o i sacchettini di lavanda che entreranno nelle case di altre persone, riempie il cuore. Essere lì, con centinaia di persone, in particolare ragazzi, di diversa provenienza e cultura, con un unico obiettivo è stato emozionante e stupefacente allo stesso tempo. Come insegnano gli amici del “Sermig”, all’Arsenale della Pace si impara a “fare il bene fatto bene”, ad accogliere il diverso, a mettersi in ascolto della Parola, ad avere un rapporto personale con il Signore, a fare nuove conoscenze, a non avere paura del diverso, a condividere quello che si vive, a porre attenzione alle piccole cose. Il “Sermig” è da vivere in prima persona!

Giulia, Arianna, Camilla e Paola