Come nani sulle spalle dei giganti

Alziamo gli occhi verso Maria

MadonnaAssunta
Facebooktwitterpinterestmail

Vogliamo il nostro sguardo a Maria, la madre di Gesù. Lo facciamo spesso quando ci imbattiamo in situazioni difficili, quando le cose non funzionano, quando abbiamo bisogno di capire e di trovare un senso all’esistenza che stiamo attraversando. È anche vero che la devozione ci presenta una dinamica diversa, in cui preghiere, formule, atti di affidamento e di consacrazione ritmano la vita ordinaria, quella senza troppe sorprese, della ferialità. In questi giorni a Pellestrina, piccola striscia di terra che divide il mare dalla laguna, si fa grande festa in onore di Maria, lei che più di tre secoli fa ha portato un messaggio di pace per l’umanità di quel tempo e anche del nostro. Mi sorprende sempre vedere che quel tempio dedicato a Maria viene regolarmente visitato e custodito dalla gente, con orgoglio e fede. Una volta ho chiesto a un signore che stava seduto sulle panche del santuario perché fosse seduto lì e per quale ragione si era mosso da casa per venire in santuario. La sua semplice risposta del tipo “per dare un saluto a Maria” mi sostiene nella certezza che il nostro popolo ricorre a Maria non solo nella sofferenza o nel dolore ma soprattutto nella ferialità. Ci si accosta a Maria senza troppe fatiche, il suo sguardo materno lascia sempre un filo di affetto a cui aggrapparsi per andare avanti. Qualche giorno fa mi trovavo nella chiesa di San Pietro, che in questo periodo custodisce anche le immagini di Santo Stefano e di Maria col titolo di Madonna della Cintura, poiché la chiesa parrocchiale di Portosecco è in restauro. Entra un gruppo di bambini guidati da un paio di adulti e tutti dopo aver cercato qua e là i segni del mistero e della novità si sono fermati col naso all’insù davanti al trono di Maria. Uno dei bimbi mi chiede “chi è?”. Gli rispondo “è Maria, la mamma di Gesù”. Gli racconto di Sant’Agostino, di santa Monica, dei sogni che hanno portato alla tradizione della devozione della cintura. Una bambina mi dice che non è cattolica. Gli chiedo se vuole essere amica di Gesù. Mi risponde di sì. Bene, proseguo, la sua mamma ti vuole bene e oggi manda un bacio a te e a tutti i bambini. I loro occhi faticavano a staccarsi da quella statua. Maria continua ad affascinare, certamente come madre, come protettrice, come donna, come strumento docile nelle mani di Dio. Torno così in Santuario, dove tutto ebbe inizio, dove si prega per la pace nel mondo, dove si trova la pace, dove Maria continua a donare la grazia di Dio e mi confermo che nella sua maternità tutti noi abbiamo ricevuto davvero cento volte tanto e la vita eterna. Le preghiere mariane hanno praticamente la stessa struttura: iniziano lodando la bellezza e la grandezza di Maria e concludono invocando protezione, intercessione, guarigione e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Probabilmente è la formula più riuscita della quotidianità in cui gioie e dolori, fatiche e speranze si alternano in continuazione: diventa un atto di fede credere che in tutto questo non siamo soli ma in compagnia della mamma di Gesù. Alziamo anche noi gli occhi verso Maria e lasciamo che come madre ci benedica e ci doni il suo affettuoso bacio di mamma.

Damiano Vianello