CHIOGGIA. Chiesa dei Filippini

Fare memoria, sempre

55 anni dalla morte di padre Raimondo Calcagno

Filippini-messa
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Giovedì 18 luglio scorso, nella chiesa dei Filippini, nella messa mensile pro canonizzazione, si è fatto memoria anche dei 55 anni dal ritorno alla Casa del Padre del Venerabile Servo di Dio Padre Raimondo Calcagno. Con padre Gontrano Tesserin hanno concelebrato il parroco dell’unità pastorale di San Giacomo mons. Vincenzo Tosello e padre Pietro Jaworski. Nell’omelia Padre Gontrano ha ricordato gli ultimi giorni di vita del Venerabile a partire dal 7 giugno 1964, quando Padre Raimondo ha festeggiato, attorniato dai confratelli di Chioggia e Verona e da tantissimi allievi ed estimatori, il 50° di sacerdozio. Dal 13 giugno al 5 luglio, per l’aggravarsi della malattia, il Venerabile è stato costretto a celebrare la santa messa nella cappellina del convento. Il 2 luglio nel registro personale, dove annotava dal giorno della sua prima messa “l’intenzione” scrive: “per una santa morte visitato da Maria”. “Cosa vogliono dire queste parole – si è chiesto padre Gontrano -, di solito si prega per una buona morte”. Dal 6 luglio Padre Raimondo non è stato più in grado di alzarsi, ma riceveva ogni giorno la Comunione a letto. Ad un ex allievo che lo va a trovare e che gli chiede quanto dolore prova nel non poter celebrare la messa risponde: “Vedi, questo mio letto è il mio altare dove celebro la santa messa, per questo devo soffrire per i poveri peccatori”. In questi giorni dice le storiche frasi ai confratelli: “vivete nella Carità” e ad un padre che lo assisteva e voleva zittire i fanciulli che giocavano in oratorio proprio sotto le finestre della camera del Padre agonizzante: “Lasciateli giocare”. Una delle due suore delle Serve di Maria Addolorata che servivano i Padri Filippini così testimonia nel processo diocesano per la causa di canonizzazione: “Il 16 luglio il Padre mi ha chiesto che giorno fosse. Risposi che era il 16 luglio, la festa della Madonna del Carmine. Allora egli numerando i giorni successivi ricordò che il giorno 18 era il giorno di San Camillo de Lellis e disse: San Camillo e poi basta”. Padre Raimondo morì proprio due giorni dopo e di sabato, il 18 luglio alle 4.45. “Da ricordare – ha detto padre Gontrano – che la Madonna aveva promesso che avrebbe portato in cielo i suoi fedeli il sabato successivo alla sua festa”. Quello stesso giorno, rivestito con le vesti sacerdotali per la messa, fu portato a spalla dai confratelli dal convento alla sala San Filippo dove fu esposto alla venerazione dei fedeli. I Padri non poterono più dimenticate l’intenso profumo di fiori che accompagnò il mesto corteo lungo il breve tragitto. Ha concluso Padre Tesserin nella sua breve omelia: “Preghiamo con insistenza perché il Signore ci conceda la gioia di venerare sugli altari Padre Raimondo non per la sua gloria ma per noi. I santi, infatti, ci sono dati non solo perché intercedano per noi, ma soprattutto perché imitiamo le loro virtù. Ringraziamo il Signore anche perché la causa a Roma procede senza intoppi e secondo i tempi e le modalità previste in calendario dalla Congregazione per le Cause dei Santi”.

R.D.