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A proposito di 8 per mille

Vescovo-Adriano-Tessarollo
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È un altro dei punti di cui è richiesta l’abolizione nella mozione presentata in Senato dal gruppetto dei ‘parlamentari laici’. È bene sapere che l’8 per mille (8×1000) è la percentuale dell’imposta fissa sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) che è possibile destinare allo Stato o ad una confessione religiosa attraverso la dichiarazione dei redditi. Le somme raccolte attraverso l’8 per mille dovranno essere utilizzate dai beneficiari (Stato o confessioni religiose) per le finalità definite dalla legge che nasce nel 1984, quando il Concordato tra la Repubblica Italiana e la Chiesa Cattolica pose fine ai trasferimenti diretti a sostegno del clero e dell’edilizia di culto introducendo questa nuova modalità di finanziamento. La legge di attuazione 222/1985 prevede che i cittadini contribuenti possano scegliere di destinare l’8 per mille della propria IRPEF allo Stato o alla Chiesa Cattolica. Le quote non espresse sono ripartite secondo le preferenze assegnate. Successivamente, altre confessioni con riconoscimento della personalità giuridica pubblica hanno stipulato un’intesa con lo Stato, potendo così accedere all’opzione dell’8 per mille (8×1000).

Qualunque cittadino contribuente può assegnare l’8 per mille (8×1000) a uno dei soggetti beneficiari compilando il modulo 730-1 da consegnare insieme alla dichiarazione dei redditi, se tenuto a farla, o singolarmente. In questo secondo caso si può consegnare il modulo in busta chiusa presso un ufficio postale (in questo caso gratuitamente) o una struttura abilitata (CAF, commercialista), apponendo la propria firma sotto il riquadro con la denominazione del beneficiario.

Attualmente il contribuente può destinare il proprio 8 per mille allo Stato, alla Chiesa Cattolica o a una delle dodici confessioni religiose aventi un’Intesa con lo Stato. Ognuna di queste realtà può utilizzare i fondi ricevuti, tramite preferenza o tramite riparto delle quote non assegnate, per le finalità definite dalla legge. Ogni confessione sul proprio sito web solitamente descrive come concretamente sono stati utilizzati i fondi. La Chiesa Cattolica lo destina a esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi in via di sviluppo (legge 222/1985).

Parte dei proventi dell’8 per mille (8×1000) possono essere destinati a progetti realizzati dagli enti non profit. Almeno sappiamo bene cos’è. Sul suo uso da parte della Chiesa Cattolica ne riparleremo.

+ Adriano Tessarollo