I GIORNI

Una memoria

Padre Olinto Marella

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L’uomo dall’ampia barba fluente e scura, che mi affiora alla mente, non è Padre Marella, che non ricordo di avere mai incontrato personalmente. È invece il fratello medico, che vedevo percorrere lo stradone verso laguna dell’isola di Pellestrina con una bici dal ritmo lento e uguale: il medico che mi prestò le prime cure a un ditino martoriato. Confrontando le foto dei due fratelli, appaiono uguali come due gocce d’acqua, se le gocce avessero la barba. La memoria di Padre Marella mi appare attraverso i mattoni rossi di un caseggiato di nobile e recente fattura che emerge in ‘Campo tre rose’, prima disabitato e poi adibito a mansioni diverse. Mi dicevano che lì i ragazzi del paese venivano raccolti da Padre Marella e fatti giocare ed educati – con l’incipiente metodo Montessori, venni poi a sapere. L’opera di Padre Marella, abbandonato quel caseggiato, la vidi proseguire in qualche modo nell’ampia residenza ‘Stella Maris’ addossata al Santuario della Madonna dell’Apparizione, dove erano ospitati quelli che in paese venivano chiamati ‘gli orfani’. Frequentavano con noi, ragazzi del paese, la stessa scuola elementare ‘Zendrini’, e si distinguevano per una certa rozzezza del tratto e perché – ‘loro’ – non si portavano la merenda da casa. In seguito nell’isola vidi sorgere l’Associazione ‘Il Murazzo’, con relativa sede in pietre rosse prospiciente la laguna, che rinverdì nella gente dell’isola la memoria di Padre Marella, curando il collegamento con l’Opera che si era sviluppata a Bologna con la Città dei ragazzi a San Lazzaro di Savena e in altre postazioni. L’Associazione intraprese attività ricreative e culturali e periodicamente portava gruppi di persone a Bologna, dove il Padre, accanto ai caseggiati delle famiglie ospitate e ai capannoni di lavoro, aveva costruito una chiesetta che nella forma ottagonale richiamava il Santuario della Madonna dell’Apparizione. Ebbi occasione di conoscere i Padri Francescani che avevano assunto la responsabilità dell’Opera, e in particolare Padre Elia Facchini, il quale aveva promosso e accompagnato con competenza e viva passione l’iter che sta portando ora alla beatificazione di Padre Marella. Qualche anno fa, in una circostanza che mi avvicinò per un certo periodo alla Casa Francescana dove era ospitato, potei visitarlo ormai infermo e prossimo a lasciare questo mondo. Un altro padre francescano che da decenni prosegue l’Opera anche raccogliendo le offerte in strada con lo stile di Padre Marella, è Padre Gabriele Digani, a cura del quale esce un pregevole bollettino periodico – Il cappello di Padre Marella – che racconta le persone, descrive le attività e invita alla carità. Nel tempo, l’opera di Padre Marella ha acquisito modalità corrispondenti ai tempi che viviamo, aprendosi all’assistenza ai poveri anche stranieri, attraverso varie forme di intervento. La cosa che più mi sorprende è l’interesse nato attorno alla figura di Padre Marella come educatore, attraverso convegni e interventi, sbocciati in una serie di significative pubblicazioni che potranno venire riprese e rilanciate. Ora la memoria si allieta per l’annuncio della prossima beatificazione di Padre Olinto Marella da Pellestrina.

don Angelo