I GIORNI

Conquistato da Cristo: Enzo Piccinini

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In una magnifica cattedrale, che custodisce la memoria del popolo cristiano nei santi che ne hanno fatto la storia, riecheggia l’annuncio della santità di un uomo del nostro tempo, un uomo conosciuto, ci è passato vicino, la cui grazia ci ha toccato. L’ultima domenica di maggio partecipo in collegamento streaming alla Messa celebrata nella cattedrale di Modena dal vescovo Erio Castellucci, e ascolto l’omelia affidata al vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca. L’annuncio in diretta è una sorpresa che conferma l’aspettativa del cuore: a vent’anni dalla improvvisa morte viene avviata la causa di beatificazione di Enzo Piccinini. Ricordo in modo vivissimo la mattina in cui è squillata l’incredibile telefonata: “Stanotte Enzo Piccinini è morto in un incidente stradale”. 49 anni, chirurgo prestigioso, padre di quattro figli, suscitatore di comunità cristiane vive e di personalità vere. M’ero imbattuto in Piccinini in un momento problematico della mia missione sacerdotale. Insieme con gli amici più cari cercavamo una svolta. L’incontro con Enzo ci accompagnò a riaprire la strada di un esodo liberatorio. Era l’abbraccio alla nostra storia, che Enzo cominciò a prendere su di sé, come accadeva per tante persone e comunità in Italia. Fu un nuovo inizio, che ci condusse a prendere più coscienza di noi stessi, più certezza nel cammino. Scoprivamo in Piccinini un uomo che guardava il mondo e le persone con un’apertura e una dedizione ‘esagerata’: i pazienti in ospedale e a casa, i nuovi percorsi della medicina che andava ad apprendere anche all’estero, gli allievi dell’Università e tante persone che da estranee gli diventavano amiche. Lo ricordava il vescovo Camisasca nell’omelia, “Enzo è stato un uomo ‘preso’, raggiunto dall’alto, da Dio. L’incontro con Cristo l‘aveva cambiato totalmente, non perché aveva cambiato la sua personalità, ma perché aveva cambiato stabilmente gli orizzonti verso i quali egli indirizzava il suo temperamento passionale, energico, indomito. La totalità del suo riferimento a Cristo si esprimeva in mille modi: nella cura dei particolari, nella scelta dei canti, nel gusto dello stare assieme, del mangiare e del bere, nelle gite. Una passione trascinante che ha portato centinaia e centinaia di ragazzi e di giovani a cambiare vita, aprendosi a Cristo presente, in una compagnia di amici misteriosamente aperta a una presenza cercata, invocata e riconosciuta”. Enzo diceva di sé: “È una gratitudine che caratterizza la mia vita, perciò non ho paura di darla tutta”. Don Giussani, il giorno della sua scomparsa, parlava di lui come di un uomo che ha detto “il suo sì a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale. Non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo”. Contempliamo oggi il volto dei santi nelle persone che Dio ci ha donato di incontrare.

don Angelo