COME NANI SULLE SPALLE DEI GIGANTI

Spiritualità terrestre

Sbarco luna
Facebooktwitterpinterestmail

20 lluglio 1969. Per la prima volta l’uomo mette piede sulla luna. Sono Neil Armstrong e Buzz Aldrin che portano a compimento la missione Apollo 11 tra le grida di gioia di un’umanità che sconfina oltre il suolo terrestre non solo con la razionalità ma questa volta anche con il corpo. Si mette piede sulla luna. Non voglio qui entrare nel merito della questione sui fatti e commenti che sono seguiti e ancora oggi nutrono una certa parte dell’opinione pubblica che ritiene questa missione e le successive come semplici realizzazioni cinematografiche mandate in onda al momento opportuno. Mi interessa qui rilevare che lo spostamento dei confini esistenziali ha portato ad una straordinaria novità nella vita dell’umanità. Probabilmente la più grande missione dopo quella che ha portato alla scoperta dell’America. Già da anni si stanno realizzando missioni che porteranno l’umanità sul pianeta Marte: con le missioni InSight si sta cercando una strategia per raggiungere quel pianeta e allargare così i confini spazio temporali dell’umanità. Tutto questo sono sicuro ha portato uno spostamento dell’asse di senso dell’umano che ha coinvolto anche la spiritualità. Fin d’ora la spiritualità poteva dirsi occidentale, orientale, africana, asiatica, indiana. Si poteva specificare con le declinazioni religiose a noi note del tipo cristiana, musulmana, buddista e così via. Da cinquant’anni, con lo sbarco sulla luna e la conquista dello spazio oltre il pianeta terra, si impone un nuovo modo di intendere anche la stessa spiritualità, che non è più dell’uomo che vive sul pianeta terra, ma è anche dell’uomo che naviga sullo spazio, che scopre mondi, che si spinge oltre le certezze conosciute per incontrare ciò che si impone nell’esistenza spaziale al di là del nostro sguardo terreno. Anche il linguaggio pare insufficiente: terreno non trova più il suo corrispettivo in spirito e anima poiché terreno oggi è anche terrestre nel senso più fisico del termine: che abita e appartiene alla terra. I termini dell’astrologia forse possono essere un valido aiuto per iniziare il discorso parlando di dinamiche astrali e forze dell’universo. La spiritualità quindi di cui parliamo oggi è una spiritualità terrena e terrestre, del qui e ora del Dio di Gesù Cristo che ha visto la sua vicenda sul pianeta terra. Ciò che accadde a Gerusalemme nella terra tra la Siria, l’Egitto e l’Iraq ha la sua portata esistenziale e spirituale anche oltre i confini del pianeta terra? Cosa significa leggere nella Scrittura del Dio del Cielo, del Dio delle stelle, di quel Dio che ha creato l’universo e i pianeti avendo come confini razionali, spirituali e fisici il pianeta terra? Cosa significa leggerlo sapendo che quei confini sono stati oltrepassati, superati e ne stanno sorgendo di nuovi? Possiamo dire che il Dio del cielo e delle stelle, ad esempio, è anche il Dio degli astronauti, degli astrofisici, di coloro che cercano Dio “oltre i confini della terra”? “Andate in tutto il mondo, proclamate il vangelo fino agli estremi confini della terra” che valore assume oggi che quei confini sono stati superati?!

Damiano Vianello