I giorni

Dopo gli auguri

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Quante strade percorrono gli auguri di Pasqua? La più breve conduce dall’altare al lieto e rapido abbraccio con i fedeli giù dei gradini al termine della Veglia Pasquale. Le strade più intrigate e fantasiose percorrono tutte le fibre dei social. Solo qualche raro biglietto spunta nella mazzetta di giornali e riviste che il postino consegna qualche giorno prima di Pasqua.

Occhieggiano sorridenti e malinconici alcuni messaggi che quasi si confondono con la pubblicità pasquale, luminosi di belle promesse fatte di pulcini, colombe, cioccolata, fiorellini e fantasie esotiche. La Pasqua si trasforma in una buona tazzina di caffè o nella sorpresa dell’uovo di cioccolato: tutto bello, simpatico e… vuoto.

Pare sia fuori moda e fuori contesto il riferimento a Gesù risorto e all’avvenimento della Pasqua cristiana: ben se ne guarda anche qualche fedele cristiano e non solo. Ma la Pasqua di Gesù c’è! Dagli auguri di tutte le specie spunta bellissimo il quadro del Cristo che sorge imponente dal sepolcro in Piero della Francesca; si protendono con levità le mani della Maddalena verso Gesù nel dipinto di Giotto; si slanciano con desiderio le mani di un drappello di discepoli verso il braccio del Signore, scovate in una chiesa di Laggio di Cadore e riprodotte nel volantone degli auguri di Comunione e Liberazione. La Pasqua cristiana esce di Chiesa, percorre le strade della vita e illumina le pareti di casa.

Cristo risorto è il punto da cui tutto ricomincia. Con Gesù anche i discepoli e le discepole risorgono dalla paura e dall’incertezza, e si mettono in cammino per le strade del mondo: “Andate e annunciate”. Lo richiama uno scrittore francese che non si rassegnava al suo ateismo: Cristo, “almeno lui, ci è permesso ammirarlo e amarlo senza farci troppe domande sulla sua realtà. Se qualcuno ha lasciato una traccia sfolgorante nella mente e nel cuore degli uomini, è proprio Gesù Cristo” (D’Ormesson, Avvenire 21.4.2019).

Gesù Cristo è venuto a toccare la nostra vita, a condividere la passione dei suoi fratelli nuovamente percossi e dilaniati dagli attentati proprio nel giorno della sua Pasqua, lanciati nella carità e commossi di misericordia ogni giorno della vita, feriti dai peccati e sanati dalla sua croce, risuscitati nella speranza e viventi per Dio e per i fratelli.

Come sarebbe possibile vivere, sperare, generare figli e tirarli su con fiducia, se Cristo non ci prendesse per mano ogni mattina e non si accompagnasse con noi come con i discepoli che tornavano ad Emmaus delusi? Il volto del Risorto brilla negli amici che credono, nei poveri che sperano, nei cristiani che patiscono persecuzione, nei fratelli e sorelle che gli donano la vita.

don Angelo