I giorni

Il vigore della Pasqua

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Che cosa rende così bella una celebrazione? Si tratti di una Messa festiva o feriale, si tratti di un battesimo, un matrimonio o un funerale: si esce di chiesa confortati e rasserenati. Perché? L’assemblea è ampiamente partecipe, vigile con lo sguardo del cuore. L’avvenimento di Cristo, presente con la sua vita descritta dal Vangelo, con la sua storia ampliata nelle letture dell’Antico Testamento, con i canti che lo esaltano, i gesti che lo rendono presente nei segni sacramentali, il luogo stesso della Chiesa che ci contiene come una bella casa, attraversa e avvolge la nostra vita, abbraccia il presente e il passato e si apre al futuro della nostra intera umanità trasportata nel cuore di Dio. Tutta la vicenda umana, quel che viviamo e soffriamo, quel che amiamo e desideriamo e perfino quello che pecchiamo e di cui domandiamo perdono, si trova qui presente, inserito nel mistero di Cristo. La nostra povera vita, la morte, la festa, il figlio e il padre, l’amico e il testimone, il santo e il peccatore vengono convocati dallo stesso Dio Padre, amati e perdonati dal medesimo cuore. La liturgia vissuta e partecipata accende la vita.

Sarà per questo che il Natale di Gesù Bambino ha sempre una grande attrattiva anche religiosa, sia pure concentrata in modo quasi esclusivo nella Notte Santa e in alcuni segni parlanti, come il presepio. La Pasqua si distende per alcuni giorni, che dallo sventolio delle Palme ci conducono a passare dentro la consolazione e il dramma dell’Ultima Cena nel Giovedì Santo, dentro il crogiolo della Passione e della Morte nel Venerdì Santo, nel silenzio desolato della sepoltura nel Sabato Santo, nel cammino di luce e di vita della Veglia Pasquale.Che cosa rende viva una celebrazione? Il mistero di Dio fatto uomo la abita e agisce nei segni sacramentali. Un’assemblea vivente, una comunità cristiana, una storia partecipata, radunata nella convocazione liturgica, ridesta la mente e accende il cuore, sorprende le persone e le fa vibrare in un vincolo che raccoglie e supera ogni sentimento – di affetto o di ripulsa, di simpatia o di lontananza – e le stringe nell’unità attraverso l’azione dello Spirito del Padre e del Figlio. Il Figlio amato, conosciuto, seguito, ci convoca attorno alla culla e attorno alla mensa, sotto la croce e dentro il cenacolo, ammaliati come la Maddalena o sbigottiti come gli apostoli, incantati come i bambini e pentiti e abbracciati come i peccatori. Il mistero presente ha volti e voci, persone e attrattive. Il Vangelo scrive nel tempo della nostra vita le nuove pagine della vicenda di Cristo in mezzo al suo popolo.

 don Angelo