Semplicità, disponibilità e gioia

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LA CELEBRAZIONE IN CATTEDRALE A CHIOGGIA PRESIEDUTA DAL VESCOVO ADRIANO

Omelia alla messa esequiale per l’arcivescovo Dino De Antoni. Il grazie a nome della nostra diocesi

Riportiamo il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo Adriano durante la messa esequiale da lui presieduta in cattedrale a Chioggia nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo per l’arcivescovo mons. De Antoni.

Carissimi presbiteri e fedeli di Chioggia, oggi ci stringiamo in preghiera attorno alla figura del sacerdote e vescovo Dino De Antoni, dopo che lunedì diversi di noi si sono stretti attorno alle sue spoglie mortali a Gorizia nella cui cattedrale esse riposano e dove per 13 anni l’arcivescovo Dino ha esercitato il suo servizio episcopale. Dopo gli anni del suo ministero presbiterale a Chioggia, infatti, nella Chiesa di Gorizia egli ha compiuto la sua opera di annunciatore del Vangelo e adempiuto il suo ministero di pastore di quella Chiesa e lì ha voluto terminare la sua corsa terrena, dando prova del modo con cui ha combattuto la battaglia finale, di aver conservato la fede attendendo la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, gli avrebbe consegnato dopo avere aspettato con sofferta attesa e fiduciosa speranza l’incontro con Colui che aveva per tanti anni servito con amore.

In questi ultimi, dopo aver portato a termine il suo incarico di vescovo di Gorizia, l’arcivescovo Dino si è mosso con disponibilità in tanti altri servizi della Parola e dei Sacramenti in quella Chiesa, nella nostra Chiesa di Chioggia e in altre Chiese, sempre con semplicità, disponibilità e gioia, dando spazio a tanti rapporti di amicizia e di carità.

Il riapparire poi dei sintomi della malattia, che già si erano manifestati in passato, ha aperto in lui la consapevolezza che si avvicinava il tempo del fine corsa, specie quando la voce ha cominciato a mancargli quasi improvvisamente.

Così ha cominciato subito a concentrare la sua attenzione sul calice da bere ma anche sulla eredità stupenda che doveva venirgli dal Signore, quella del sentiero della vita, della gioia piena alla sua presenza, della dolcezza senza fine alla sua destra, confidando sempre più sulle promesse del Signore e sulla sua misericordia, più che nelle proprie opere.

Gli stava a cuore che la sua dipartita non lasciasse problemi di alcuna sorta, disponendo al meglio di tutto quanto aveva, secondo carità ed equità, tenendo conto che “quanto ricevuto dalla benevolenza della comunità cristiana e dalla Chiesa attraverso l’Istituto Centrale Sostentamento Clero alla Chiesa va restituito”. In un suo scritto del 2000 diceva: “Mi raccomando alla bontà e alla misericordia di tutti. A tutti chiedo perdono e mi affido alla misericordia di Dio, ringraziando quanti mi hanno fatto del bene a partire dai miei educatori, dai confratelli … dai Vescovi che ho avuto come padri nella mia vita sacerdotale… dai fedeli che mi hanno voluto bene. Ho tante persone che porto nel cuore e alle quali devo molta riconoscenza. Spero che le esperienze positive restino nel ricordo degli amici. Se a qualcuno ho fatto del male chiedo perdono. Sono grato al Signore per i doni grandissimi che mi ha dato”… “Ringrazio tantissimi amici… e grandemente i miei parenti…”. “L’essere diventato prete mi ha dato l’occasione di sperimentare quanto è grande l’amore di Dio nei miei riguardi e verso gli altri”.

Caro arcivescovo Dino, oltre a ringraziarti personalmente per il nostro semplice e schietto rapporto che abbiamo potuto intrattenere, ti ringrazio a nome della nostra diocesi, del Seminario e della Parrocchia di Borgo san Giovanni, oltre che di tutti i preti e fedeli che ti hanno avuto come maestro, amico e pastore. Hai desiderato che nella nostra cappella cimiteriale sia posto un ricordo della tua persona nel desiderio che sia anche occasione di un ricordo nella preghiera di quanti ti hanno conosciuto in vari modi. Lo faremo quanto prima.

Ora concludo con la preghiera con la quale Gesù ha assicurato i suoi discepoli: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo”. Riposa nella pace del Signore, nel quale hai creduto e sperato e che hai servito come sacerdote e vescovo.

+ Adriano vescovo

 

redaelli-omeliaDALL’OMELIA DI MONS. REDAELLI. Testimonianza di fede, speranza e amore

Ha fatto la volontà di Dio

Riportiamo l’incipit e la seconda parte dell’omelia pronunciata il 25 marzo dall’arcivescovo di Gorizia mons. Carlo Roberto Maria Redaelli durante il rito funebre per l’arcivescovo emerito mons. Dino De Antoni.

Celebriamo questo rito esequiale il giorno della solennità dell’Annunciazione. Una ricorrenza che può illuminare ciò che stiamo vivendo. Per questo si è scelto che anche in questa celebrazione di suffragio fossero proclamati i brani della Scrittura che la liturgia oggi ci propone. Possiamo così riflettere su quattro volontà. (…) La volontà di Maria, la volontà del Figlio, la volontà del Padre. Non sembri sproporzionato parlare ora della volontà di mons. Dino De Antoni, cioè di ciò che ha guidato la sua vita fino agli ultimi giorni. Lo esprime molto bene il motto che aveva scelto per il suo episcopato: “Domino servientes”. L’essere quindi un servo di Dio, un umile e affidabile strumento della volontà salvifica del Padre. In questi mesi di sofferenza sono stato colpito ed edificato – e con me tante persone che lo hanno incontrato – non solo dalla fede e dalla serenità con cui mons. Dino ha affrontato la malattia con il suo previsto inesorabile esito, ma dalla sua personale consapevolezza di aver compiuto quanto il Signore gli aveva chiesto a servizio della Chiesa. Una consapevolezza pacifica, serena, riconciliata, senza rimpianti o rimorsi. Una consapevolezza che non si improvvisa, in particolare in momenti di dolorosa prova, ma che si costruisce lungo tutta una vita. Mons. Dino nella sua vita ha fatto la volontà di Dio. Questo è tutto. Certo con i limiti e le fragilità di ogni uomo e anche di ogni prete e vescovo, ma mettendo in gioco tutto se stesso, la sua ricca e calda umanità, la sua discreta e squisita attenzione alle persone, la sua profonda saggezza nell’affrontare la vita. Una volontà che ha progressivamente scoperto seguendo le proposte che via via il Signore, per mezzo della voce della Chiesa, gli ha presentato fino a diventare nostro Arcivescovo. Una volontà che è stata sostenuta dal suo filiale e confidente rapporto con Maria, umile serva del Signore, che mons. Dino ha venerato in particolare a Lourdes, condividendo davanti alla grotta in molte occasioni le preghiere e le speranze di tanti sofferenti e ammalati. Una volontà che ha attuato sempre con riconoscenza e con gioia, come di un dono grande e inaspettato. Qualche mese fa mi ha scritto: “Non avrei mai immaginato, figlio di pescatori e proveniente da una piccola diocesi, di aver l’onore e l’onere di servire questa Chiesa gloriosa”. Ora questa gloriosa Chiesa, insieme alla Chiesa sorella di Chioggia e alle altre Chiese della nostra regione ecclesiastica e delle nazioni vicine, vuole oggi pregare per questo Vescovo che le è stato donato e ringraziare il Signore per la sua vita e la sua testimonianza di fede, di speranza, di amore. Lo accompagnerà tra poco alla sepoltura nella cattedrale, attuando l’esplicito desiderio di mons. Dino: “Desidero essere sepolto nella cripta della Cattedrale accanto ai miei illustri predecessori, tra i quali ricordo particolarmente mons. Giacinto Ambrosi che mi ha accolto nel Seminario di Chioggia come alunno, che ho avuto l’avventura di accompagnare a Gorizia nel suo ingresso quale arcivescovo”. Lo affiderà nella preghiera alla misericordia di Dio, sapendo di perdere oggi un padre, ma anche di guadagnare qualcuno che presso il Signore continuerà a pregare per noi e per il nostro cammino di fedeltà al Vangelo in attesa di rivederci tutti nel Regno. Arrivederci, mons. Dino.

Nasvidenje, Gospod Nadškof Dino. Mandi, Arcivescul Dino.

+ vescovo Carlo