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Quaresima (5): “la conversione”

vescovo tessarollo
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La parola conversione, nella Bibbia, letteralmente significa “ritorno”: ritornare a Dio, alla sua amicizia e obbedienza, alla ‘buona vita del vangelo’. Scrive Enzo Bianchi: “Solo vivendo in prima persona la conversione la Chiesa può anche porsi come testimone credibile del Vangelo nella storia, tra gli uomini, e dunque evangelizzare. Solo concrete vite di uomini e donne cambiate dal Vangelo che mostrano la conversione agli uomini vivendola, potranno anche richiederla agli altri. Ma se non c’è conversione, non si annuncia la salvezza e si è totalmente incapaci di richiedere agli uomini un cambiamento. Di fatto, dei cristiani mondani possono soltanto incoraggiare gli uomini a restare quel che sono, impedendo loro di vedere l’efficacia della salvezza: così essi sono di ostacolo all’evangelizzazione e depotenziano la forza dell’Evangelo”.

Per cambiare qualcosa fuori di noi non c’è altra via che cambiare noi stessi. Convertirsi a Dio consiste nell’accogliere l’invito di Gesù: “Convertiti e credi al Vangelo”. San Paolo scrive che “la fede viene dall’ascolto. È il Vangelo insieme a tutta la Parola di Dio che provoca in chi lo ascolta e con animo docile lo accoglie una svolta, un cambiamento di rotta, di mentalità e di orizzonti. Esso dà la forza di ricominciare ogni giorno perché il peccato e le cadute non abbiano l’ultima parola nella vita del cristiano. La fede nella misericordia di Dio è più grande dell’evidenza delle nostre debolezze e fragilità, per questo siamo pieni di fiducia e di speranza.

Possiamo allora chiederci: da dove partire? Gesù, nel vangelo di Marco ci suggerisce di partire da una verifica delle nostre inclinazioni e intenzioni profonde, interiori: “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo” (Mc 7,20-23). Ci vuole dunque il coraggio di una seria verifica interiore che porta ad un impegno personale di continua purificazione delle nostre intenzioni e pensieri e quindi anche, di conseguenza, delle nostre azioni e dei nostri comportamenti.

La meta del cammino di conversione ci sta sempre davanti, nel senso che diventa sempre più alta man mano che ci decidiamo ad inseguirla. San Paolo ci viene in aiuto: “Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso… Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne… Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal 5,13-25).

Di fronte all’enorme distanza che esiste tra la partenza e l’arrivo, si comprende che con la fede nella potenza che viene dal Signore e dal Vangelo è possibile compiere questo cambiamento.

La conversione è esperienza di fede, è opera della Grazia con noi e in noi. Solo credendo in Gesù possiamo assumere la sua visione della vita, puntare tutto su Dio e sulla sua forza che ci trasforma. Un canale di questa grazia sono i Sacramenti, specie quelli dopo l’iniziazione (Battesimo e Cresima dati una volta per sempre), quelli del perdono e dell’eucaristia che possiamo ripetere quanto più ne abbiamo bisogno per la nostra debolezza e fragilità.

La Quaresima ci invita a intensificare questo cammino di purificazione e santificazione con l’aiuto speciale di questi Sacramenti.

Ci possiamo porre alcune domande nel profondo del nostro cuore: Che posto occupa Gesù nella mia vita? Che cosa vorrei cambiare in me, adesso? E cosa posso chiedere a Dio che Lui stesso cambi nel mio cuore?

Il tutto per diventare liberi dal male e sperimentare il frutto dello Spirito dal quale ci lasciamo trasformare.

La conversione è trovare Dio e in Cristo Gesù e nella sua parola trovare il significato e lo stile del nostro vivere, sperimentando il suo dono e la sua grazia.

+ Adriano Tessarollo