VISITA PASTORALE. il mercoledì delle ceneri nel vicariato di Cavarzere

Opportunità per cambiare

La Quaresima, tempo speciale e fecondo, come spiegato dal vescovo Adriano a S. Mauro

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Regno dei cieli e regno della terra. Due realtà lontane, inconciliabili. Il primo solo sognato e sperato, come terra promessa dell’ultimo giorno. Il secondo fin troppo concreto e vicino. Così concreto da stordire anche i pensieri più alti. Questa dicotomia viene spazzata via dal vangelo, che annuncia la grazia della salvezza per il mondo presente. Parla a noi, uomini e donne del ventunesimo secolo e dice che, sì, il regno dei cieli è qui e ora. Messaggio annunciato con forza dal vescovo Adriano, in questo tempo di visita pastorale e ribadito durante la celebrazione delle Ceneri nel duomo di San Mauro, mercoledì 6 marzo. L’icona evangelica di questo tempo di incontro, tra il pastore e la chiesa locale, è costituita dalle parabole del capitolo 13 del vangelo di Matteo. In questo passo Gesù descrive com’è il regno dei cieli e la forza propulsiva che scaturisce dalla sua realizzazione: energia di quel granello di senape, capace di generare un fusto massiccio o del lievito che gonfia la pasta o ancora a quella rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci. Come concretizzare tutto questo? È lo stesso Matteo a spiegarlo nel capitolo 6, a darci le istruzioni per vivere il tempo di quaresima e per convertire il nostro atteggiamento interiore ed esteriore, per sempre. In questo caso, Gesù non usa parabole, ma parla di azioni concrete, di un modo di essere, per rendere visibile oggi il regno dei cieli. “Cristo ha caratterizzato la sua vita nello stare in mezzo a noi. Per indirizzare l’umanità a camminare incontro al Signore a vivere secondo quel grande progetto di Dio. Quel progetto che lo vede creare il mondo e l’uomo per amore e per gioia, perché anche noi potessimo condividere la vita eterna con Lui”, ha detto il vescovo Adriano. La quaresima come tempo di conversione, non una fase cupa, ma l’opportunità per fare qualche passo nel cambiamento. “La predicazione di Gesù – ha continuato – comincia con le parole che useremo questa sera nell’imposizione delle ceneri: “Convertitevi. Credete al vangelo”. Gesù voleva dire che il regno di Dio è già in mezzo a noi, ci invita ad andare incontro all’amore, all’azione di grazia del Signore e a dare credito alla parola gioiosa come forza di salvezza”. La salvezza opera, allora, nelle situazioni in cui viviamo. Un’altra formula usata durante il rito delle Ceneri è: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”. Non è per ricordarci il misero destino che ci sta davanti, ma è per ammonirci a non cadere in quella condizione che si ha, quando noi ci allontaniamo dalla sorgente della vita. “È come una lampadina staccata dai fili: morta. Se è inserita nel circuito dà luce e illumina”. Il vescovo Adriano ha invitato a riflettere: “Quando siamo inseriti nella vita divina diventiamo luce. Il dono della Pasqua ci viene ricordato nella domenica di Pentecoste. Dio riversa su di noi lo Spirito di vita. Le due formule ci ammoniscono a non tirarci fuori dalla forza divina. Partecipiamo a essa nella misura in cui restiamo legati a Dio. Il modo per rimanere nel percorso è quello di orientare sempre il cammino verso la sua parola”. Facendo proprie le parole dell’apostolo Paolo, il vescovo Adriano ha ricordato che è Dio a cercarci. “Non sfuggite a questa ricerca di riconciliazione. Ecco allora il tempo favorevole, che c’è quando siamo invitati a riprendere in mano la nostra vita, la nostra storia, per uscire dal peccato, per uscire da tutto ciò che ostacola il rapporto di figli di Dio. Allora la nostra Pasqua inizia qui sulla terra. Perché Pasqua vuol dire vincitori con Cristo sul peccato e sulla morte. Ecco il nostro cammino quotidiano: unione al Lui, vittoria sul peccato e sulla morte”. La pagina del vangelo di Matteo, del mercoledì delle Ceneri, consegna le indicazioni della conversione. Invita a praticare la giustizia, che è la volontà di Dio, per giungere a questo cambiamento di vita. “Il tempo quaresimale è tutto sulla spiritualità battesimale perché, se con il battesimo riceviamo il perdono del Signore, poi il perdono deve diventare concreto nella quotidianità della nostra vita. Gesù parla di elemosina come atteggiamento che ci porta a condividere qualcosa di noi, del nostro amore e dei nostri mezzi con i fratelli. La seconda indicazione riguarda la preghiera. Trovare del tempo e dedicarlo per la relazione con Lui. Relazione che può essere lode, lamentazione per le cose che non capiamo e non vorremmo. Diventa anche invocazione e conversione. La preghiera è questo a tu per tu con il Signore. Non una piccola pratica, ma un momento di dialogo. La terza via è il digiuno. La gola è il simbolo dell’affanno dell’uomo. Ma ci sono tanti desideri non sempre corretti nell’uomo, i vizi capitali che spesso ci rendono schiavi. È tutta la vita che deve essere rinnovata per non diventare schiavi dei nostri istinti e delle nostre passioni”, ha detto il vescovo. Un vero e proprio cammino di liberazione attraverso il nostro Mar Rosso e di conversione dalla schiavitù del nostro egoismo alla libertà dei figli.

Filippo Greggio