SGUARDO PASTORALE

Il diritto nella Chiesa e lo status del minore

tutela-minori
Facebooktwitterpinterestmail

Potrebbero sembrarci scontate le considerazioni che andremo a sottolineare in questo breve articolo, perché ormai entrate nel patrimonio culturale e normativo della nostra società, oppure potrebbero sembrarci ripetitive o parziali; queste impressioni sono reali, a mio parere, perché dicono, in un certo modo, che la Chiesa dovrebbe essere di più di quello che sa esprimere in termini di legislazione positiva propria o di protocolli sottoscritti, anzi, direi, non dovrebbe averne bisogno e dovrebbe lasciarsi guidare unicamente dalla “regola d’oro” che è il Vangelo.

Credo che questo sia il dubbio più forte sul senso di una legislazione nella Chiesa che, nel secolo scorso, ha varato ben due codici di dritto canonico; un dubbio che si rafforza quando si riscontra una reale incapacità coercitiva di una normativa che cerca di equilibrare una giustizia umana con la necessità di salvare anche la persona che commettesse qualche reato. Per dirla in modo più chiaro: anche una punizione come la dimissione dallo stato clericale comminata, in modo esemplare, all’ex cardinale Theodore McCarrick, pur essendo stata eseguita dopo un processo canonico, rimane una misura che è stata inflitta perché possa ravvedersi anche se non potrà mai più esercitare il ministero ordinato. Fondamentalmente, siamo di fronte ad un diritto teso a innescare nelle persone processi virtuosi.
Ma la Chiesa che, non dimentichiamo, è costituita da tutto il popolo di Dio (cioè da tutti i fedeli battezzati), è pure una struttura che deve vigilare sulla propria vita (ecco che il Codice prevede una parte dove sviluppa i diritti e i doveri del popolo di Dio) con il grave compito di conservare i doni della grazia di Dio perché possano rendere feconda la vita di tutti quelli che li ricevono (esiste un diritto canonico sacramentale) attraverso un’autentica testimonianza di vita e la comunicazione di una sana dottrina e di una educazione cattolica (capiamo, allora, il perché di un diritto canonico che riguarda anche la funzione d’insegnare). È una struttura, la Chiesa, che per svolgere la sua missione nel mondo si è dotata di beni terreni per la loro funzione di evangelizzazione, ma è responsabile dell’uso che ne fa (quindi si è dotata di un diritto sui beni temporali); infine riconosce la necessità di investigare la verità su alcune situazioni di vita che richiedono il suo pronunciamento (ha sviluppato un diritto processuale e uno penale).
Se dunque, per arrivare al tema dei minori, affermiamo per prima cosa che il minore è persona nella Chiesa (can. 97 § 1), non deve meravigliarci che venga detto perché significa dichiarare che il minore è un soggetto che ha dei diritti e con il tempo svilupperà anche dei doveri. Il minore è persona fin dall’inizio della sua vita, addirittura sin dal concepimento siamo di fronte ad un soggetto che ha il diritto fondamentale alla vita; questo diritto alla vita e alla dignità di persona è riconosciuto sempre e nei confronti di tutti, tanto che è determinata la pena grave della scomunica latae sententiae per chi procura l’aborto (can. 1398). Se la Chiesa ha la necessità di stabilire che un minore è persona, lo stabilisce in riferimento a chi poi con il battesimo sarà incorporato in essa diventando così soggetto di diritti e doveri (can. 96). Questo va affermato con chiarezza perché solo nei confronti di un battezzato potrà richiedere che siano garantiti i diritti e osservati i doveri stabiliti (quindi, ritornando all’esempio dell’aborto procurato, solo un battezzato potrà incorrere nella scomunica).
Minorenne è considerata la persona che ancora non ha compiuto diciotto anni, ma fino ai sette anni compiuti viene detto bambino e non considerato responsabile dei suoi atti; dai sette anni in poi si presume che abbia l’uso della ragione e questo gli permetterà di accedere alla vita sacramentale e, man mano, di essere titolare di diritti che eserciterà, finché sarà minore, attraverso i genitori o i tutori.
È chiaro poi che la Chiesa “canonizza”, cioè fa propria, tutta la legislazione civile che salvaguarda i minori.
don Simone Zocca