Mantenere viva la solidarietà

OLTRE 500 PERSONE A SACROFANO PER LE “COMUNITA’ ACCOGLIENTI”

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“Comunità accoglienti: Liberi dalla paura” è il titolo del meeting promosso dal 15 al 17 febbraio a Sacrofano (Rm) da Caritas italiana, Centro Astalli e Fondazione Migrantes “per dare voce a quell’Italia che mantiene vivo quello spirito di fraterna solidarietà” e per redigere un Documento sul tema dell’accoglienza. All’incontro hanno partecipato 500 persone provenienti da 38 nazioni, tra cui molti rifugiati, e 90 diocesi italiane che hanno incontrato il Papa che ha presieduto una celebrazione eucaristica per ribadire che rinunciare all’incontro con l’altro “non è umano”.

Tre giorni per conoscersi, scambiarsi idee, esperienze e progettualità, e anche “esprimere gratitudine a quanti, con la loro disponibilità, sono segno di autentica fraternità, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva”. Questo, l’obiettivo del meeting “Comunità accoglienti: Liberi dalla paura”, promosso, dal 15 al 17 febbraio a Sacrofano (Rm), da Caritas italiana, Centro Astalli e Fondazione Migrantes. Famiglie, parrocchie, associazioni, realtà diverse che hanno scelto di ospitare e integrare i migranti presenti nel nostro Paese si sono incontrate per condividere esperienze e testimonianze. Un’occasione, spiegano gli organizzatori, “per dare voce a quell’Italia che, come ha detto Papa Francesco, ‘nella fedeltà alle proprie tradizioni, mantiene vivo quello spirito di fraterna solidarietà che l’ha lungamente contraddistinta’” e per redigere un Documento sul tema dell’accoglienza. All’incontro hanno partecipato 500 persone provenienti da 38 nazioni, tra cui molti rifugiati, e 90 diocesi italiane che in particolare, nella giornata di venerdì 15 febbraio, hanno incontrato il Papa che ha presieduto una celebrazione ecauristica per ribadire che rinunciare all’incontro con l’altro “non è umano”.

La paura è l’origine della schiavitù. “Volevo ringraziarvi per quello che fate. È un piccolo passo, ma un piccolo passo fa il grande cammino della storia”, ha detto Papa Francesco ai partecipanti, sottolineando come il “ripiegamento su sé stessi, segno di sconfitta, accresce il nostro timore verso gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri”. “La paura è l’origine della schiavitù”, ha spiegato il Papa, ed è anche “l’origine di ogni dittatura, perché sulla paura del popolo cresce la violenza dei dittatori”. Per questo, ha concluso, dovremmo cominciare a ringraziare chi ci dà l’occasione di questo incontro, ossia gli altri che bussano alle nostre porte, offrendoci la possibilità di superare le nostre paure per incontrare, accogliere e assistere Gesù in persona”.

 

Le migrazioni non sono il male del nostro tempo.

“Non avere paura, non ripiegare su certezze consolidate per evitare il rischio di esporci, ad avere il coraggio di fidarci, fino al dono di noi stessi”, è l’esortazione di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, che ha ringraziato Papa Francesco “perché con il Suo insegnamento ci incoraggia a non avere paura e ci dà l’esempio”. “E con Lei vogliamo ringraziare anche la testimonianza di tante persone, che continuano a tenere aperta al fratello la loro porta e il loro cuore. Sono comunità accoglienti – ha concluso mons. Russo -, capaci di essere segno e lievito di una società plurale, costruita sulla fraternità e sul rispetto dei diritti inalienabili di ogni persona”. “Il Papa – ha rimarcato al Sir mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes. – è venuto a esprimere la sua vicinanza e direi anche il ringraziamento a coloro che nel silenzio, nella semplicità della vita quotidiana hanno saputo vivere il Vangelo dell’accoglienza”. “Sappiamo tutti quanto il problema delle migrazioni sia oggi un punto nevralgico della nostra geopolitica e quindi diventa veramente un grosso impegno”, ha affermato mons. Di Tora. Tuttavia, ha precisato, “le migrazioni non sono il male del nostro tempo.

I migranti non sono coloro che vengono a rubare il lavoro e a portare il disagio. Sono coloro che vogliono, cercando una speranza nuova, costruire insieme a noi, una nuova società”.

A fare eco alle parole del Papa anche i direttori delle organizzazioni promotrici del meeting: “Come organismi che hanno tessuto queste tre giornate abbiamo voluto rispondere all’appello costante di Papa Francesco che caratterizza l’essere cristiani, cioè l’accoglienza. L’accoglienza di coloro che certamente arrivano dall’altra parte del mare, dall’Africa, ma anche di chi arriva da tutte le parti in cui l’egoismo umano ha fatto da padrone”. ha detto al Sir, mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas, ricordando che “l’accoglienza appartiene all’essere umano, la mobilità appartiene all’essere umano. Nella misura in cui noi creiamo ponti, creiamo dei canali entro cui veicolare, non soltanto questi spostamenti, ma anche rapporti umani”.

“Per superare le paure è fondamentale incontrarsi e l’accoglienza è il luogo privilegiato per conoscersi reciprocamente e camminare insieme, costruendo così un futuro per tutti. Un futuro che necessariamente deve essere e sarà un futuro plurale, che mette insieme le esperienze delle diverse culture che caratterizzano il fenomeno migratorio globale”. Ne è convinto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli che ha sottolineato come “l’accoglienza sia la via preferenziale per il futuro”.

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