VISITA PASTORALE A SAN PIETRO DI CAVARZERE

Il vescovo alla “Nuova Cooperativa”, punto di riferimento per molti agricoltori

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Ascoltando dubbi e speranzeaLa visita pastorale del vescovo mons. Tessarollo continua in terra cavarzerana e sta toccando in questi giorni le Comunità di San Pietro, Valcerere-Dolfina e San Geatano. In particolar modo nella giornata del 18 febbraio, il Vescovo ha voluto partecipare ad un incontro presso la sede della cooperativa agricola “Nuova Cooperativa”, punto di riferimento di molti agricoltori cavarzerani e non solo. Ad accompagnarlo nella visita erano presenti i membri del Consiglio Direttivo, in particolare il presidente Macedonio Paganin insieme al vice presidente Claudio Ferro, che hanno illustrato nel complesso la struttura, spiegandone il funzionamento e riscuotendo vivo interesse da parte del Vescovo, accompagnato dal parroco don Mario Pinton.

Al termine il Vescovo ha voluto fermarsi assieme ai soci e ai diversi parrocchiani convenuti nella sala riunioni della Nuova Cooperativa, per ascoltare i dubbi e le perplessità, ma anche le speranze, che il mondo agricolo avverte nella quotidianità e per il futuro. Il presidente Paganin, nell’illustrare le vicende storiche che hanno segnato la crescita di questa realtà nel corso di quasi 45 anni di attività, ha esordito dicendo: “Siamo una Cooperativa Agricola nata nel 1975 con 44 soci e circa 20.000 q.li di mais conferito, ad oggi nel 2019 siamo 250 soci iscritti all’albo, più di 150 conferitori che speriamo possano aggiungersi ai soci e circa 650.000 q.li di mais conferito, stoccato e rivenduto, cui si è aggiunta nel 1992 l’attività di vendita di concimi, sementi e prodotti per l’agricoltura, insieme all’assistenza tecnica-colturale che aiuta l’agricoltore nelle scelte da operare.

Possiamo quindi affermare con certezza che i nostri agricoltori vedono nella realtà della Nuova Cooperativa un luogo affidabile e sicuro, una famiglia, cui destinare il frutto del proprio lavoro”. L’intervento del presidente Paganin è continuato esponendo al Vescovo anche le criticità che contraddistinguono attualmente il mondo agricolo, soprattutto nei costi di produzione del mais, i quali sono raddoppiati negli ultimi vent’anni rispetto all’utile che deriva dalla vendita che è rimasto praticamente fermo, dovendosi confrontare difronte alla concorrenza sleale praticata da produttori extra-europei che abbassano il prezzo con qualità scadente. Mons. Tessarollo nell’apprendere tali notizie ha posto diverse domande, soprattutto sulla gestione del prodotto conferito e di come questo venga alla fine valorizzato, rendendosi conto come ormai rispetto a molti anni fa sia unicamente il mercato, a discapito della qualità, a determinare il prezzo, quasi “disumanizzando” il lavoro dell’uomo, che alla passione sostituisce la fredda regola della Borsa valori, venendo meno ai principi che la vecchia riforma agraria si poneva nel dare ad ogni famiglia un pezzo di terra per sfamare se stessa e vivere dignitosamente. Inoltre, ha sottolineato che gli aiuti economici per i piccoli imprenditori vengono dati in ugual misura ai grandi proprietari, che conseguentemente fagocitano le famiglie che vivono solo di agricoltura, costringendole ad abbandonare la terra per trovare altri mezzi di sostentamento, causando lo spopolamento delle località di campagna che ha raggiunto livelli critici in pochissimi anni.

La visita si è conclusa con il ringraziamento del Vescovo per l’ospitalità ricevuta ma, ha sottolineato mons. Tessarollo, il grazie più grande va alla Nuova Cooperativa in quanto il territorio trae giovamento dalla sua presenza e nonostante le condizioni difficili fa sì che il tessuto sociale agricolo, fatto di tanti piccoli imprenditori, resti saldo ed ancorato a valori di solidarietà sociale e cooperativistica. Prima della conclusione il presidente Paganin nel ringraziare don Mario e mons. Tessarollo ha voluto rendere omaggio alla memoria di Giuseppe Bonato, scomparso il 17 febbraio, che è stato il fondatore della Nuova Cooperativa e ne è stato il presidente per 15 anni: è giusto ricordarlo per l’impegno e l’opera svolta partecipando al lutto che ha colpito la famiglia. “Bepi, come amichevolmente lo chiamavamo tutti, resterà sempre nei nostri cuori e nella storia della Cooperativa: quindi grazie, Bepi, per quello che hai dato e per quello che sei stato”.

Luigi Mancin