SGUARDO PASTORALE

Tutela dei minori e pastorale

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Nella sessione dello scorso 14 novembre, il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha istituito il Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori (e degli adulti vulnerabili). La pubblicazione del regolamento di questo servizio nazionale è solo di qualche settimana, sul sito www.chiesacattolica.it, in quanto approvato nella sessione del 14-16 gennaio 2019.

Si tratta di una struttura giuridico-canonica e pastorale che ha la finalità di offrire un supporto alla Conferenza Episcopale Italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti di Vita Consacrata e alle Società di Vita Apostolica, alle associazioni e alle altre realtà ecclesiali. Questo Servizio, pur godendo di una propria autonomia, dovrà operare in collegamento con gli Uffici e i Servizi della CEI e in collaborazione con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, quest’ultima istituita da Papa Francesco con un documento scritto e firmato di propria mano in data 22 marzo 2014.

Sostanzialmente si tratta di un Servizio che risponde all’obiettivo posto nello statuto della Pontificia Commissione e cioè di promuovere la responsabilità delle Chiese particolari riguardo alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; per questo ha senso che agisca in collaborazione con la CEI e l’istituzione pontificia.

Dicevo che si tratta di una struttura giuridico-canonica perché ha una sua configurazione con un regolamento che stabilisce le finalità, i compiti e la struttura interna. È una struttura pastorale perché è pensata per avere una ricaduta nelle regioni ecclesiastiche italiane e in ogni diocesi (sono state infatti pubblicate anche delle indicazioni per la costituzione dei Servizi Regionali o Interdiocesani per la Tutela dei Minori e degli adulti vulnerabili che saranno composti anche dai referenti diocesani nominati dai vescovi). Direi, sbilanciandomi un po’, che si tratta di una struttura più pastorale che giuridica e lo affermo dopo averne letto i compiti che sono assegnati a questo Servizio.

Leggiamoli assieme, essi sono: consigliare e supportare la CEI, i Vescovi e i Superiori Maggiori nella promozione della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; promuovere e accompagnare le attività dei Servizi Regionali e Interdiocesani per la Tutela dei Minori; studiare e proporre contenuti informativi e formativi, oltre che strumenti operativi, per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, sensibilizzare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso; fornire informazioni, indicazioni pratiche, protocolli procedurali e quant’altro necessario.

Se osserviamo i verbi (graficamente posti in corsivo) capiamo chiaramente che i compiti sono prettamente di sostegno per una sensibilizzazione, una formazione e un agire pratico nel senso di pastorale; la formazione avrà come scopo, infatti, quello di fornire i mezzi per l’approccio migliore e più competente a queste situazioni molto particolari e nella fase dell’approccio e accompagnamento sarà indispensabile seguire anche un protocollo procedurale (è questa l’espressione più giuridica che viene usata in riferimento ai compiti del Servizio per la Tutela).

Ho accennato alla ricaduta a pioggia di questa nuovo servizio sul territorio diocesano con la nomina di un referente in diocesi ma focalizzeremo meglio questa figura in un prossimo articolo cercando di rispondere anche ad un’altra domanda e cioè quale potrebbe essere la collocazione pastorale di questa figura nell’ambito degli uffici pastorali.

don Simone Zocca