CELEBRATA IN CATTEDRALE LA “GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA”

Testimoni di un’attesa operosa

Narra una religiosa: nelle parole del vescovo e del papa il senso della vita consacrata. Il giubileo di 4 consorelle

Giornata-Vita-Consacrata
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Sabato 2 febbraio, in comunione con papa Francesco e tutta la Chiesa universale, abbiamo celebrato la XXIII giornata mondiale della Vita Consacrata assieme al nostro vescovo Adriano.

Per noi religiose e religiosi è una giornata carica di significati: si rende grazie, si fa memoria e si rinnova l’impegno a vivere con passione, nella diversità dei carismi e ministeri, l’unico comandamento: l’amore a Dio e a ogni donna e uomo della terra, in particolare agli oppressi, ai poveri, agli esclusi, ai prediletti da Dio.

La celebrazione, presieduta dal vescovo, con alcuni sacerdoti e una rappresentanza di religiosi concelebranti, ha avuto inizio con la benedizione delle candele e la processione. Noi religiose abbiamo animato la liturgia, rinnovato i nostri impegni di consacrazione e all’offertorio, oltre al pane e al vino, sono stati portati all’altare, come segno della nostra consacrazione, l’anello, le Costituzioni e un crocifisso.

Il vescovo all’omelia ha sottolineato che la festa è dedicata particolarmente a tutta la ‘vita consacrata’ e alla sua missione nella Chiesa e di fronte al mondo. E ha ricordato che la sua missione è tener vivo e desto, per ogni persona, il senso dell’attesa dell’incontro finale con il Signore e il senso di un’attesa operosa vivendo nel tempo presente con audacia e libertà l’obbedienza al Vangelo.

Ha evidenziato che “il servizio della Vita Consacrata nella Chiesa abbraccia i più vari ambiti: l’ambito della vita fraterna, della preghiera, quello educativo, caritativo, culturale, pastorale, missionario”. “Tuttavia oggi – ha affermato – voglio evidenziare quello della testimonianza dell’attesa del cristiano dell’incontro con il suo Signore, cioè della grande speranza cristiana attraverso uno scritto di Alexander Schmemann”. Questi scrive: “L’immagine del vecchio uomo che tiene il bambino tra le sue braccia è suggestiva e bellissima. Questo vecchio uomo ha speso tutta la sua vita nell’attesa della luce che illumina ogni uomo e che ricolma tutto con la sua gioia. Simeone attendeva. Attendeva da tutta la vita, meditando, pregando e approfondendo quello che attendeva rendendo la sua vita una perenne vigilia di questo gioioso incontro”. E ha concluso sottolineando che di questa attesa e di questa speranza la vita consacrata è appello e testimonianza.

Mi piace richiamare anche alcune espressioni dell’omelia di papa Francesco. Egli afferma che anche noi siamo chiamati ad accogliere Gesù che ci viene incontro. “Incontrarlo: il Dio della vita va incontrato ogni giorno della vita. Seguire Gesù non è una decisione presa una volta per tutte, è una scelta quotidiana”. “Quando accogliamo Gesù – continua – come Signore della vita, centro di tutto, cuore pulsante di ogni cosa, allora Egli vive e rivive in noi. E accade anche a noi quello che accadde nel tempio: attorno a Lui tutto si incontra, la vita diventa armoniosa. Con Gesù si ritrova il coraggio di andare avanti e la forza di restare saldi. L’incontro con il Signore è la fonte. È importante allora tornare alle sorgenti: riandare con la memoria agli incontri decisivi avuti con Lui. La vita consacrata sboccia e fiorisce nella Chiesa. Essa matura quando i giovani e gli anziani camminano insieme, quando i giovani ritrovano le radici e gli anziani accolgono i frutti. Oggi, festa dell’incontro, chiediamo la grazia di riscoprire il Signore vivo, nel popolo credente, e di far incontrare il carisma ricevuto con la grazia dell’oggi”.

Richiamando ancora il vecchio Simeone, il papa ricorda che la visione della vita consacrata è una visione semplice e profetica nella sua semplicità, dove si tiene il Signore davanti agli occhi e tra le mani.

La vita consacrata è lode che dà gioia, come mostra la profetessa Anna, è visione profetica che rivela quello che conta e ha valore nella vita e di questo sono testimoni soprattutto le sorelle che hanno ricordato i loro giubilei di consacrazione (ritratte nella foto).

Suor Pierina Pierobon