VISITA PASTORALE VICARIATO DI CAVARZERE

“Chiamati a cose grandi”

L’incontro del vescovo con gli operatori pastorali di tutte le parrocchie a Busonera

Villaggio-Busonera-incontro-catechisti
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“Siamo piccoli, ma chiamati a cose grandi. Siamo chiamati a vivere e accendere la Parola. Ad appassionarci alla sua freschezza”. Questo l’incoraggiamento rivolto dal vescovo Adriano agli operatori pastorali del vicariato, il 29 gennaio nella chiesa di Villaggio Busonera. Un incontro sulla centralità del Vangelo, nella vita delle comunità cristiane, chiamate a crescere alla scuola della Parola, prima ancora che nel servizio concreto. Il ministro deve essere invisibile come il lievito che fermenta la pasta. Piccolo come quella candela che, se posta al centro della stanza, illumina e rischiara le tenebre. Perché il centro è solo uno: Cristo. Nessuno è detentore della forza salvifica, nessuno brilla di luce propria. Tutto parte dalla Parola. Dalla sua forza di convertire l’animo, assetato di verità e di far riconoscere la presenza di Dio nel quotidiano. “L’azione del Padre – ha spiegato il vescovo – si manifesta nella misura in cui siamo disposti ad accettarla e a lasciarci coinvolgere. Gesù agisce annunciando un regno di conversione. Molti si aspettavano che il regno venisse da fuori, come avviene oggi, in un tempo proiettato sull’esteriorità. Solo chi lo segue si accorge invece che la forza opera dentro di sé”. Il lievito è la piccolezza dell’inizio che, con il tempo, fa sì che tutto fermenti. Per questo è necessario verificare se nelle comunità ci sia il lievito della fede. Energia che risveglia e che scuote le coscienze di tutti. “C’è bisogno di una vita coerente che deve essere propria dei laici e dei sacerdoti. Testimonianza e Vangelo devono andare di pari passo. Come l’evangelista Luca, dobbiamo sempre verificare la nostra fede, non basta interiorizzare la Parola. Gli apostoli sono stati testimoni e successivamente ministri, cioè servitori di quello che avevano visto e udito”, ha detto Tessarollo, invitando tutti a recuperare lo spirito missionario. Spirito che converte a una vita rinnovata. Vangelo come stella polare nell’esistenza di ciascuno. La centralità della Parola deve, allora, essere riscoperta anche nel vicariato, per recuperare il senso della comunione. Il percorso per una vera condivisione, che formi una grande famiglia cristiana, è tutto da tracciare. “Non dobbiamo abituarci alla Parola. Questa va vissuta in relazione, altrimenti si cade nell’individualità. Così rischiamo di essere funzionali alle celebrazioni e non alla comunione. Dobbiamo avere la forza di togliere le incrostazioni nel vivere la fede, perché l’unità non è costruita intorno a un’ideologia, ma su Cristo stesso”, ha concluso il vescovo Adriano.

Filippo Greggio