I GIORNI

Parole e Parola

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Le parole scivolano sul computer come gli sci sull’acqua della laguna, spruzzando i fatti che accadono; escono dagli schermi delle tv e rimbalzano di bocca in bocca; segnano la corsa del pensiero o disegnano i ghirigori del nulla. Le parole si accumulano una sull’altra, si confondono da un significato all’altro, cambiano casa e indirizzo. Alcune muoiono, altre nascono o rinascono.

La parola ‘rete’, che cosa vuol dire? Rete dei pescatori o dei calciatori, o rete di internet? Che cosa evoca la parola ‘popolo’, con il seguito di ‘populismo’? Quanto misura la parola ‘territorio’ che imperversa nel linguaggio ecclesiale, soppiantando paesi, città e tutto il circondario?

Le parole suggeriscono immagini, legano pensieri, raccontano storie, aprono panorami e creano voragini; vedi ‘gender, maternità, padre, madre’. Imperversano le parole ‘compagna e compagno’, trasmigrate in tempi diversi dai compagni di classe ai compagni comunisti e ora venuta a designare ‘il mio compagno’ o ‘la mia compagna’ al posto di marito e moglie. Ci sono parole che rimbombano fastidiosamente dai telegiornali, amplificando drammi e tragedie, burrasche e temporali, come quando segnalano un ‘lutto’ nel mondo dello spettacolo che evocano inesistenti schiere di persone piangenti, o una ‘burrasca’ in consiglio comunale. Parole come sassi lanciati, torrenti che scorrono, fiumi che allagano.

Le parole trasmettono il pensiero e la vita. Cosa vuol dire ‘quota cento’ te l’hanno spiegato gli amici; cosa significa lo ‘spreed’ che sale e scende, tentiamo di capirlo ogni giorno; cosa s’intenda per ‘bene del paese e dei cittadini’ lo palleggia a vuoto la passerella dei politici. Noi vorremmo capire, trattenendo il significato di cose e avvenimenti, senza svuotare di contenuto la vita e quel che accade, senza far svanire il padre e la madre, ora che si affittano gli uteri, ora che le amiche non sanno più congratularsi con la giovane sposa in attesa. Infine, la mitica parola ‘diritti’. Quali? Quello di cacciare gli stranieri come un tempo gli ebrei; quello di fabbricare modelli di bambino o di ucciderli ‘prima’, se non riescono bene o daranno fastidi?

Non possiamo imbrogliarci con le parole.

Vogliamo trattenere le parole della vita, legandole come barche al porto sicuro, pronte a salpare nel mare delle giornate. Parole come fratello e sorella, amico e amica, uomo e donna, marito e moglie, fede e grazia, avvento e Natale, sabato e domenica (dimenticando il week-end), bene e male, speranza e bellezza, gioia e fatica, gratitudine e gratuità, accoglienza e perdono, casa e chiesa, peccato e misericordia, e mille altre che accompagnano il vivere quotidiano, chiariscono i sentieri del nostro cammino e ne ritemprano i passi. Parole che dicano la realtà, parole che siano ‘spirito e vita’. Fino alla Parola fatta carne.

 don Angelo