RIFLETTENDO SUL VANGELO - II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

Alla scoperta e alla sequela di Gesù

LETTURE: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11;  Gv 2,1-11

Nozze-di-cana
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Terminato il tempo del Natale con la festa del Battesimo del Signore, inizia il Tempo Ordinario dell’anno liturgico. Il tempo ordinario è, per così dire, il tempo della quotidianità in cui siamo chiamati a fare esperienza della gratuità dell’agire di Dio e della sua presenza.

Il brano del Vangelo di Giovanni (Gv 2, 1-11) che la liturgia oggi ci propone narra l’episodio delle nozze a Cana di Galilea. È un evento che mette in evidenza proprio la gratuità (Gesù cambia l’acqua in vino onde evitare una brutta figura da parte degli sposi che non avevano provveduto vino a sufficienza) e la sua presenza in tutti i momenti della vita quotidiana: anche lui, infatti, “Fu invitato alle nozze con i suoi discepoli” (v. 2). Nella struttura del vangelo di Giovanni sappiamo che questo fatto costituisce il “primo dei segni” compiuti da Gesù per rivelare la sua “gloria” e condurre i discepoli a credere in lui. Un ‘segno’ insolito, diremmo noi, perché non si tratta di una guarigione, di una liberazione di qualche persona posseduta dal maligno, o di sfamare la gente che accorreva a lui, ma dell’allegria di una festa di nozze con quei seicento litri di vino ‘regalati’ proprio per rallegrare la mensa degli sposi e degli invitati.

I ‘segni’ – così Giovanni chiama i miracoli compiuti da Gesù – ci spingono ad interrogarci su ciò che essi rivelano.

Il protagonista di questa pagina del Vangelo è Gesù, gli altri personaggi sono presentati solo in riferimento a lui. Siamo davanti ad una nuova sua ‘epifania’: dopo il riconoscimento dei Magi (manifestazione alle ‘genti’), dopo il Battesimo al Giordano (manifestazione a Israele), alle nozze di Cana Egli si manifesta alla chiesa: Gesù rivela che il Messia è giunto, è Lui, infatti, che dona lo Spirito, “il vino migliore e abbondante”, e desidera incontrare il suo popolo, la Sposa. Ed è la sua Madre Maria che rivolge ai servi l’invito: “qualsiasi cosa vi dica, fatela” (v. 5). “Questa espressione – ci ricorda Papa Francesco commentando questo episodio -, contiene le ultime sue parole riportate dai Vangeli: sono la sua eredità che consegna a tutti noi. Anche oggi Maria dice a noi tutti: “Qualsiasi cosa vi dica – Gesù vi dica -, fatela”. È la raccomandazione semplice ma essenziale della Madre di Gesù ed è il programma di vita del cristiano. Per ognuno di noi, attingere dall’anfora equivale ad affidarsi alla Parola di Dio per sperimentare la sua efficacia nella vita. Allora, insieme al capo del banchetto che ha assaggiato l’acqua diventata vino, anche noi possiamo esclamare: “Tu hai tenuto da parte il vino buono finora” (v. 10). Sì, il Signore continua a riservare quel vino buono per la nostra salvezza”. Vogliamo continuare a scoprire chi è davvero Gesù? Accogliamo anche noi l’invito di Maria! La sua presenza saprà indirizzarci allo Sposo come l’unico capace di colmare la vita della pienezza dell’eternità. A Cana ha inizio il cammino di fede dei discepoli: “i discepoli credettero in lui” (v. 11), cioè cominciarono a riconoscerlo come il Messia inviato dal Padre a compiere la rivelazione e la realizzazione della Nuova alleanza. Come suoi discepoli anche noi siamo invitati a metterci alla scoperta e alla sequela di Gesù, per giungere, anche attraverso altri ‘segni’, a “credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e credendo ad avere la vita nel suo nome” (Gv 20, 31).

don Danilo Marin