EMPORIO DI SOLIDARIETÀ' DI PORTO TOLLE.  

La spesa come momento educativo

A colloquio col neo-direttore Caritas

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Abbiamo incontrato Attilio Gibbin, attuale direttore della Caritas diocesana che ha preso il posto lasciato da don Marino Callegari. 53 anni, diplomato a suo tempo all’ ITIS di Rovigo, Attilio è vicinissimo alla laurea in scienze religiose: “Mi mancano due esami – pare scusarsi -:  l’ho promesso al vescovo!”.

Ha alle spalle una esperienza lavorativa e umana delle più variegate. Ex coltivatore diretto, ex dipendente Enel per 16 anni, ex-montanaro, ex-collaudatore di macchine operatrici per asfalto, ex-amministratore di un’azienda di prodotti ittici, sposato e papà di tre ragazzi. Dal 2016 è diacono permanente. Lo abbiamo incontrato per parlare dell’Emporio della Solidarietà di Ca’ Venier inaugurato questo ottobre con il sostegno dell’8xMille, il secondo presente in diocesi, che segue di appena due anni l’inaugurazione dell’analogo Emporio di Borgo San Giovanni avvenuta nel 2016.

 

Cos’è un Emporio della Solidarietà e come funziona?

“L’Emporio della Solidarietà è un negozio di generi alimentari e di prima necessità dove la moneta di scambio non sono gli euro: gli utenti ricevono appositi punti da spendere all’Emporio. Il principale motore di tutto è il centro di ascolto Caritas che invia all’Emporio la maggior parte dei casi, in sinergia con i servizi sociali del comune di Porto Tolle. Della persona segnalata si discute in équipe, vengono assegnati i punti e un volontario affianca la persona nel fare la spesa. Di ogni caso si torna a parlare in équipe con periodici aggiornamenti per vedere se qualcosa è cambiato”.

Chi sono gli utenti?

“Sono per lo più famiglie, anche con bambini piccoli. Arrivano da località del comune di Porto Tolle spesso lontane e poco servite, così alcuni raggiungono l’Emporio in bici o in moto, oppure “imparano” ad andarci insieme in auto. L’emporio mette in moto un processo di rottura dell’isolamento con professionalità. Aiuta a riagganciare i contatti col territorio portando gli utenti a conoscenza delle opportunità che esistono (molti non sanno ad esempio che esiste il Reddito di Inclusione!). L’emporio non è nato per i poveri cronici, ma per accompagnare chi ha bisogno in un percorso di indipendenza, sostiene gli utenti non con una logica meramente distributiva, ma anche e soprattutto culturale. La gente non riceve un pacco preconfezionato, ma punti da spendere consapevolmente e deve imparare a scegliere e selezionare cose di cui ha veramente bisogno. La spesa diviene un momento educativo, si impara anche ad evitare l’iniziale inutile accaparramento, e imparando a fare bene i conti a volte salta fuori che il reddito disponibile (se presente), per quanto esiguo, potrebbe persino bastare evitando le uscite dettate da una condotta sregolata”.

Chi sono e che ruolo svolgono i volontari?

“Salvo un dipendente, gli operatori dell’Emporio sono tutti volontari. Abbiamo anche dei pensionati d’acciaio! Per tutti sono in programma formazione ed aggiornamenti continui, anzitutto sulla privacy. Un altro ambito di formazione è la relazione di aiuto: potrebbe accadere, tra tanti casi, quello in cui all’inizio del rapporto con l’Emporio la persona si presenti arrogante e con atteggiamenti di pretesa. Il volontario è formato a comprendere che questi atteggiamenti non sono che una maschera, non sono altro che l’espressione di una scarsa autostima. L’operatore è continuamente esposto alle situazioni umane con cui viene a contatto, entra in risonanza con la sofferenza degli utenti. In questo rischio sta l’opportunità di crescita personale. Il volontario ha l’occasione anzitutto di educare se stesso prima che gli altri. L’équipe, eventualmente, serve anche a confrontarsi con queste dinamiche”.

Come è stato possibile realizzare l’Emporio?

“Ente capofila dell’operazione è stata “Solidarietà Delta”, il nucleo originario che ha aggregato altre realtà come “Luce sul mare”, il Gruppo Scout “Isole Delta Po”, il comitato “Donare con gioia”, ecc.

Solidarietà Delta nel 2000 ha avviato una comunità per il recupero delle dipendenze (l’unica nella provincia di Rovigo), l’ha gestita fino al 2010 per poi cederne la gestione a “Delta Solidale”, nata sempre da una costola di “Solidarietà Delta”. I volontari provengono dalle diverse associazioni oppure operano a titolo personale. Il comune di Porto Tolle ci ha dato il locale in comodato gratuito: si trattava di una ex-farmacia al centro di Ca’ Venier, con annesso ambulatorio e bagni, tutto fatiscente. Quel posto è stato trasformato da un rudere in un ambiente accogliente, tutto in economia, col lavoro di tutti. Dal punto di vista finanziario siamo partiti con risorse proprie dell’associazione, cui si è aggiunto il contributo del comune di Porto Tolle, dell’ 8×1000 della Chiesa italiana attraverso la Caritas, della Regione Veneto e di Bcc Bancadria.

L’Emporio è attivo in realtà dal 1° luglio 2018, ma per l’inaugurazione abbiamo atteso l’occasione della visita pastorale del Vescovo Adriano il 19 ottobre. Moltissime persone in questa occasione hanno visitato l’Emporio, la gente è venuta a vedere anche da fuori diocesi: è stata una grande soddisfazione”.

Prospettive per il futuro?

“Circa il numero degli utenti, al momento sono 32-33 famiglie, a regime potrebbero aggirarsi sul centinaio. L’Emporio di Borgo San Giovanni, a Chioggia, per la diversa collocazione geografica raggiunge numeri anche quattro volte maggiori. Nello scenario italiano gli Empori hanno una esperienza di appena 5 o 6 anni, l’idea di fondo è sempre quella di evolversi da centro recupero eccedenze, a luoghi di cultura alimentare. Quel che ho in mente per il futuro è di aggiungere a queste dimensioni anche il fattore tempo, per cui l’Emporio diverrebbe anche luogo di scambio tempo sull’idea della Banca del Tempo di S. Arcangelo di Romagna. Tutti sono capaci a far qualcosa, tutti possono scambiare il loro tempo con le prestazioni di cui abbisognano: ore di lavoro di un avvocato scambiate con ore di lavoro della donna delle pulizie, per dire. Più a breve termine, stiamo raccogliendo donazioni (anche piccolissime), per acquistare un furgone frigo, inoltre abbiamo in animo di organizzare per i fruitori dell’Emporio ed i loro familiari momenti formativi estesi ai volontari e ai cittadini, su temi sociali e sanitari, nonché momenti ricreativi.

 Elena Ballarin