ASSEMBLEA DIOCESANA DEI CATECHISTI

Per trasmettere e condividere la fede

Riflessioni e proposte per catechisti e animatori. Presentato il nuovo sussidio

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Erano presenti oltre un centinaio di catechisti e animatori dei preadolescenti sabato 24 novembre all’annuale Assemblea Diocesana dei catechisti presso le opere parrocchiali della Madonna della Navicella; con loro il vescovo Adriano, il vicario generale, mons.Zenna, don Danilo Marin, direttore UCD, don Yacopo Tugnolo, direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile, e altri sacerdoti e religiose. Il tema del confronto era di quelli che più preoccupano e appassionano chi ha a cuore il bene della Chiesa e la diffusione del vangelo tra gli uomini e le donne del nostro tempo: il rapporto con i preadolescenti. L’incontro è stato introdotto da un momento di preghiera guidato dal vescovo, che ha proposto alla riflessione il brano del vangelo di Luca che ci racconta di Gesù dodicenne, quindi preadolescente, che si stacca dalla famiglia e si intrattiene tra i dottori della legge del tempio.

Ad aiutare e a provocare la riflessione è stato invitato don Josè Luis Moral sdb, docente di Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Lo stile dell’intervento ha ridestato, in tutti i sensi, i partecipanti dallo stato di torpore e di rassegnazione che capita che ci avviluppi tutti quando vediamo i nostri ragazzi, sui quali molto ha investito la comunità, andarsene dopo la cresima in molti, forse la parte maggiore.

Che fare? Don Moral è convinto che sia da cambiare completamente l’approccio tradizionale su cui è improntata la nostra catechesi, che funzionava in altri contesti sociali, ma non più nel nostro.

Spesso ai nostri ragazzi arriva l’idea di un “Dio cattivo e noioso, preso andando a dottrina…”, come nel verso della famosa canzone di Luca Carboni; un Dio che non è interessante e che i ragazzi per questo trascurano e presto dimenticano. Occorre invece far incontrare il Dio di Gesù Cristo, un Dio che ci ama incondizionatamente, che ci ha salvati in Gesù Cristo prima di ogni nostro merito. Un Dio incredibile da quanto è buono. Solo questo Dio può diventare interessante per la vita di un ragazzo. Don Moral insiste: serve una catechesi che esca dall’aula di catechismo, che non si configuri più come scuola di dottrina, ma come esperienza di vita cristiana all’interno di una comunità che crede sul serio che Gesù è risorto. Il ragazzo nel catechista dovrebbe vedere il volto simpatico di questo Dio, che è padre migliore di qualunque padre terreno, ma al quale ogni padre terreno dovrebbe tentare di assomigliare.

Ascoltando don Moral ci si sente rianimati da una testimonianza permeata da un ottimismo educativo alimentato dalla fede in Cristo Risorto e dalla speranza che ogni uomo può ancora essere disponibile all’incontro con Lui, a patto che la proposta sia fatta in maniera adeguata; al tempo stesso si avverte la resistenza a cambiare mentalità, ad abbandonare strade già percorse con la sicurezza del si è sempre fatto così e per di più una volta funzionava; c’è tutta la fatica a stravolgere schemi mentali introiettati nel tempo e cristallizzati nel nostro modo di fare. Si tratta di mettersi in cammino, di confrontarsi insieme, di scambiare esperienze, di fare almeno dei tentativi, di ascoltare sul serio il mondo esterno al nostro stretto perimetro che spesso con le sue critiche e anche con i suoi rifiuti può avere qualcosa di buono da dirci.

Don Yacopo ha quindi brevemente illustrato il sussidio elaborato in Diocesi per il primo anno di un percorso di tre proposto ai ragazzi delle medie dopo il compimento dell’Iniziazione Cristiana: un aiuto per mettersi in cammino.

A proposito di una scambio di esperienze, mons. Zenna invitava a valorizzare meglio il settimanale “Nuova Scintilla” anche come strumento idoneo a tale scopo.

MF