NUOVO ANNO LITURGICO

“Ab assuetis non fit passio!” – Dalle abitudini non nasce la passione

Guardiamo verso l’imminente inizio del nuovo Anno Liturgico. Calendario liturgico 2018-19: lezionario domenicale ciclo C. Alla Scuola di Gesù seguendo la testimonianza di san Luca Evangelista

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Carissimi preti, diaconi, religiosi, religiose e laici della chiesa diocesana di Chioggia, ci risiamo a ricominciare un nuovo Anno Liturgico, fatto di Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Tempo Ordinario, Solennità, feste, ricorrenze… Parola di Dio domenicale riproclamata ciclicamente ogni tre anni, pagine ascoltate da una vita, gesti e canti ripetuti da anni, decenni, secoli.

L’esperienza insegna che quando ci si abitua a qualche cosa, cessa l’entusiasmo, passate le prime emozioni, si rischia l’indifferenza e la noia. Se poi non si è mai davvero avviato un vero processo di comprensione in riferimento alla propria vita, allora ben presto si abbandona l’esperienza o vi si partecipa perché in essa si è protagonisti o si ha un ruolo. Può accadere anche per le esperienze più belle! Eppure nella vita di tutti i giorni viviamo la ritualità della vita fisica, della vita familiare e sociale. Orari di levata, esigenze biologiche, rito della toilette, scelta del vestito, rito del caffè e della colazione, lavoro e occupazioni quotidiane, merende o spritz, pranzo, pausa, ripresa lavoro, rientro, cena, televisione, giornale, telefono, uscite rituali, discorsi ordinari, riposo. Lo stesso dicasi del ciclo annuale del tempo, con stagioni, giorni feriali e festivi, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino alla consumazione del tempo che ci è dato di vivere. Eppure la nostra persona fisica, umana, culturale, sociale, psicologica ‘si fa’ proprio in questa routine.

“Serva ordinem et ordo servabit te”, “Conserva l’ordine e l’ordine conserverà te”, cioè rispetta i ritmi vitali ed essi conserveranno la tua persona e la tua vita. Quante vite sciupate e distrutte dal ‘disordine’, cioè dal sovvertimento dei ritmi che rispettano e custodiscono la vita stessa.

Lo stesso accade per la vita spirituale del cristiano, che ha nella Liturgia il suo ordine e nutrimento fisiologico ordinario. Quante derive della fede per molti cristiani, mai entrati nel ritmo fedele del nutrimento nella preghiera quotidiana, della Liturgia domenicale, dell’ascolto della Parola di Dio, della celebrazione significativa e vitale del Mistero di Cristo. La Chiesa torna dunque ad offrirci i doni stessi del Signore, che si assomigliano, ma non sono mai gli stessi, come non lo è il pane che abbiamo mangiato ieri e torniamo a mangiare anche oggi e che desideriamo per domani: ogni volta è nuovo, ci nutre e lo desideriamo.

Richiamo due numeri della Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate di papa Francesco.

  1. “La lettura orante della Parola di Dio, più dolce del miele (cfr Sal 119,103) e «spada a doppio taglio» (Eb 4,12), ci permette di rimanere in ascolto del Maestro affinché sia lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino (cfr Sal 119,105). Come ci hanno ben ricordato i Vescovi dell’India, «la devozione alla Parola di Dio non è solo una delle tante devozioni, una cosa bella ma facoltativa. Appartiene al cuore e all’identità stessa della vita cristiana. La Parola ha in sé la forza per trasformare la vita»”.
  2. “L’incontro con Gesù nelle Scritture ci conduce all’Eucaristia, dove la stessa Parola raggiunge la sua massima efficacia, perché è presenza reale di Colui che è Parola vivente. Lì l’unico Assoluto riceve la più grande adorazione che si possa dargli in questo mondo, perché è Cristo stesso che si offre. E quando lo riceviamo nella comunione, rinnoviamo la nostra alleanza con Lui e gli permettiamo di realizzare sempre più la sua azione trasformante”.

Rivolgo a tutti l’invito a riprendere in mano in quest’anno, con la Liturgia domenicale, il Vangelo di Luca, come scrive ancora Papa Francesco in ‘Gaudete et Exultate’: “Torniamo ad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispetto che merita il Maestro. Permettiamogli di colpirci con le sue parole, di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita. Altrimenti la santità sarà solo parole (66)”. E poi, di fronte ad ogni nuova lettura orante e liturgica della Parola del Vangelo, come prosegue il papa (G. et E.173): “Non si tratta di applicare ricette o di ripetere il passato, poiché le medesime soluzioni non sono valide in tutte le circostanze e quello che era utile in un contesto può non esserlo in un altro…. Unicamente lo Spirito sa penetrare nelle pieghe più oscure della realtà e tenere conto di tutte le sue sfumature, perché emerga con altra luce la novità del Vangelo”.

Che il nuovo Anno liturgico dischiuda a tutti ulteriormente la novità del Vangelo di Gesù attraverso la Testimonianza dell’evangelista Luca, arricchita dal confronto con le altre Scritture proposte dalla Liturgia domenicale cosicché “tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità. Lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere (G. et E. 177)”.

+ Adriano Tessarollo vescovo