Giornata mondiale dell’ambiente

vescovo
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Giornata mondiale dell’ambiente

Martedì 5 giugno si è celebrata la Giornata mondiale dell’Ambiente, dedicata quest’anno principalmente al problema delle materie plastiche e dell’inquinamento che esse producono. Esse infatti sono spesso, troppo spesso, abbandonate o disperse indiscriminatamente, per cui finiscono specialmente nei mari. Ritengo però che si dovrebbe attirare l’attenzione di tutti anche sul ‘consumo sostenibile’, specie per alcuni Continenti e Stati, aumentando proprio la consapevolezza dei consumatori attraverso informazione ed educazione al consumo sostenibile, e a diversi stili di vita sostenibili. I cosiddetti Paesi sviluppati, fra i quali ci siamo anche noi, dovranno impegnarsi per definire modelli di consumo più sostenibili. Leggevo in questi giorni che se tutti vivessimo consumando come i cittadini degli Stati Uniti avremmo bisogno di cinque Pianeti come la terra, e anche i consumatori europei necessiterebbero di tre/quattro pianeti.

Anche noi italiani, per il nostro livello di consumi necessiteremmo di due pianeti e mezzo. Eppure ci viene continuamente proposto di aumentare i consumi, e socialmente siamo stimolati a continuare a difendere i nostri diritti anziché quelli di chi sta peggio e che devono subire inquinamenti e minacce ecologiche per i nostri consumi insostenibili. Abbiamo il coraggio di proporre una “rottura” delle cattive abitudini, per proporne di nuove nell’ottica del consumo sostenibile? Potrà avere un ruolo importante il consumatore, se informato sull’impatto ambientale e sociale delle proprie scelte? Come promuovere il consumo sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale, a livello nazionale e regionale? Le motivazioni personali a cambiare, riusciranno a superare i condizionamenti sociali che incentivano il consumo, sia sostenibile che insostenibile? Quanto cibo-spazzatura e cose inutili e dannose vengono ancora prodotte e offerte al pubblico? Quante poi vengono buttate senza essere state usate? Penso che l’industria e la grande distribuzione si muovano sempre dall’idea che è il consumo che fa il guadagno, idea che io completerei dicendo che è il consumo di molti che fa il guadagno di pochi, a scapito dell’ambiente di tutti. Continuo a pensare che è il Mercato che guida sia la politica che la società civile, cui interessa principalmente se non esclusivamente il profitto. Bisognerà fare leva sul ruolo dei consumatori-cittadini, sulla società civile perché chieda alla politica un intervento efficace, magari a costo di qualche sacrificio rispetto alle cattive abitudini acquisite con il mito del perenne progresso, dell’esigenza di avere sempre di più (e chi ha poco o niente si sposterà nei Paesi dove trova quel di più che lo attira).  E qui entra in gioco l’educazione alla sobrietà degli acquisti, dei consumi e dei rifiuti non sostenibili. Sono i produttori e i distributori che decidono le scelte dei prodotti da offrire al consumatore, il quale esercita la sua libertà di scelta solo sui prodotti che gli vengono esposti, libertà quindi molto limitata. In altre parole bisognerà che proprio la minoranza che consuma oltre il dovuto prenda coscienza della sua responsabilità sull’ambiente che essa deturpa a danno suo e soprattutto della maggioranza dei poveri e dei miseri, contrastando la cultura del consumo sempre da incrementare perché ciò crea ricchezza e benessere per tutti. Cosa proprio non vera ma utile, solo temporaneamente, per pochi.

 + Adriano Tessarollo

 

Nuova Scintilla n.23 – 10 giugno 2018