Come Giovanni e Andrea

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I GIORNI 

Come Giovanni e Andrea

Si comincia dal racconto dei primi due amici che vanno dietro a Gesù. Sono pescatori, hanno sentito parlare di un certo Giovanni che grida e battezza sulle rive del fiume Giordano. Lo raggiungono e lo sentono mentre indica Gesù che passa: “Ecco l’agnello di Dio”. Si muovono dietro a Gesù. Lui si volta e domanda: “Che cercate?”. I due non hanno domande da fare, se non una: “Maestro, dove abiti?”. Vanno dove abita e stanno con lui. Dopo più di 50 anni ricordano l’ora in cui questo è accaduto: le quattro del pomeriggio.

Ci mettiamo di fronte a questo episodio del Vangelo in compagnia di un drappello di genitori. In che cosa la nostra condizione somiglia a quella dei primi due? I figli sono l’occasione per andare, non sulla riva di un fiume, ma sulle sponde della chiesa. Un qualsiasi Giovanni Battista – nel quale si assommano tante persone – ci indica Gesù. Gli andiamo dietro mossi da curiosità, di fronte a una cosa nuova che vogliamo scoprire.

Ci riuniamo in ambienti che riaprono la memoria degli anni in cui li frequentavamo da piccoli e scopriamo una possibilità nuova per noi e per i bimbi. Qualcosa ci muove dentro l’anima, un desiderio, una fiducia. Possiamo interrogare il cuore, e ci lasciamo muovere da una bellezza che attrae e da tante circostanze buone. Non esistono soltanto i delitti raccontati in tv e continuamente rimescolati in telegiornali e rubriche. Esistono possibilità semplici di fare il bene, anche solo accompagnando casualmente l’anziana signora a comperare la giusta tisana per calmare l’ansietà della nipote. Esiste la bellezza ingenua dei nostri figli che vanno a giocare alla ‘patata che scotta’ mentre noi dialoghiamo con attenzione e sensibilità. Esiste questa compagnia nella quale scopriamo la novità delle persone conosciute e di quelle da conoscere, con il loro volto e la loro storia. Potremo raccontare noi stessi, scoprire altri fatti, conoscere testimonianze, attraverso il contatto personale o leggendone il racconto, partecipare a una gita, conoscere luoghi e persone che aprono al senso buono della vita svelando un mondo di carità e di preghiera.

Il nostro dialogo procede a intermittenza, con la pizza che arriva in anticipo, l’orario del fioretto mariano che incalza, i piccoli che scendono a precipizio dal salone dei giochi. Curiosità e fiducia, e apertura al futuro che ci viene incontro con i bimbetti che ci sgambettano accanto mentre andiamo ad aggregarci al rosario del mese di maggio, lì sulla riva della laguna, dove un gruppetto di gente ai cammina pregando, facendosi precedere dall’immagine della Madonna Assunta che ha già raggiunto la mèta del cielo. 

don Angelo