Il processo di conversione

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CATECHESI E COMUNITA’

Il desiderio di Dio affiancato ad un continuo e sempre più grande bisogno di senso

Il processo di conversione

La Nota pastorale che ho incominciato a presentare nel numero precedente, è stata redatta dal Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana nel 2003. Con le due precedenti del 1997 e del 1999, mette in atto “un impegno di primo annuncio e un itinerario di iniziazione e di ripresa di vita cristiana” per quanti, giovani e adulti in particolare, desiderano intraprendere un cammino di riscoperta della fede.

Un’attenzione che ho potuto riscontrare come leitmotiv che accompagna l’intero documento è che gli uomini e le donne sono portatori di un desiderio di Dio spesso inconsapevole e inespresso al quale va anche affiancato un continuo e sempre più grande bisogno di senso. Questo è quanto avviene nella vicenda dell’incontro di Gesù con la Samaritana nel Vangelo di Giovanni, immagine di riferimento che troviamo nell’introduzione della Nota che ci porta appunto a riflettere sull’annuncio del Vangelo in un mondo che è in continuo mutamento. Questo contesto porta a domandarci, in che modo le nostre comunità cristiane possono rispondere alla necessaria evangelizzazione? Questa risposta cristiana cioè di confessare che Gesù è il Signore va formulata in modo chiaro ed esplicito cercando di offrire a coloro che vivono momenti impegnativi o di sofferenza la certezza di essere amati e salvati dal Padre nel Signore Gesù, dando una testimonianza di fede autentica e comunitaria. “Cristiani non si nasce ma si diventa” (Tertulliano, Apologeticum,18,4.) attraverso un processo di conversione. Bisognerebbe dunque diventare capaci di accoglienza e di ascolto realizzando luoghi di fraternità sincera, dove poter coltivare rispetto per le scelte di ciascuno e prepararsi alla celebrazione di un sacramento volto ad assumere un impegno coerente. Le parrocchie e le unità pastorali, quando vivono con coerenza questa missione, diventano luoghi in cui le persone compiono un cammino graduale di ricerca nella libertà e nella verità.

In questa Nota viene sottolineato che l’annuncio deve essere sempre preceduto da un’attenta e delicata opera di dialogo, di ascolto, di condivisione e gratuità, suscitando la ricerca della verità, raccogliendo la domanda di chi è in ricerca per aiutare la persona nel suo discernimento. Propone un itinerario che non va inteso come rigido ma che deve adattarsi al cammino personale di ciascuno. Questo percorso di fede e di conversione comprende diversi momenti significativi:

– L’interesse per il Vangelo. Solo dopo l’annuncio può nascere nel cuore un desiderio di conoscere Gesù Cristo.

– La conversione. Affinché un semplice interesse per il Vangelo possa trasformarsi in un cambiamento radicale di vita occorre un periodo di crescita.

– La professione di fede. Dopo un iniziale adesione nei credenti sorge il desiderio di conoscerlo più profondamente per identificarsi sempre più in Lui. È qui che ha inizio un cammino spirituale.

– Il cammino verso la santità. Chi percorre il cammino verso la fede, accolto e accompagnato dai credenti, si inserisce in una comunità cristiana, in cui riceve l’invito a servire il Regno di Dio e a testimoniare la fede nella propria vita.

L’incontro con Cristo si attua concretamente nella Comunità ecclesiale che accoglie e segue coloro che si riaccostano alla fede. La parrocchia è vista come luogo ordinario e privilegiato, la comunità è chiamata a valorizzare le occasioni di incontro con coloro che non partecipano abitualmente all’Eucaristia domenicale. La maturazione di chi ha intrapreso questo itinerario avviene attraverso un contatto con le realtà presenti nella parrocchia e un inserimento graduale nella comunità, questo cammino però deve essere orientato a una seria decisione di aderire a Cristo per poter assumere un servizio di testimonianza e di carità in cui accrescere la propria vita cristiana. Il tutto si completa attraverso la mistagogia, l’esperienza viva dello Spirito e la grazia dei sacramenti che accompagnano e sostengono l’adulto ormai inserito nella comunità ecclesiale, divenuto lui stesso testimone di fede all’interno della comunità parrocchiale, nella vita familiare e professionale (2. fine).

don Danilo Marin

 

Nuova Scintilla n.17 – 29 aprile 2018