La preghiera cammina

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I GIORNI

La preghiera cammina

Entro in chiesa inaspettatamente e mi vedo, assiepati sui gradini dell’altare che custodisce l’Eucaristia, un manipolo di bimbetti, chi in ginocchio, chi seduto e la catechista in mezzo. Il silenzio perfetto permette di ascoltare la preghiera che la donna pronuncia a voce chiara, con replica dei bambini, i più piccoli del catechismo. Forse è la prima volta in vita che questi bimbi pregano in questo modo e in questo luogo. Nella vita cristiana, la preghiera è una progressiva scoperta. Si comincia dalla ripetizione impacciata di gesti e parole – quando si comincia! – e si prosegue spesso in modo meccanico, come le poesie di Natale imparate alla scuola materna.

A un certo punto, un barlume di scoperta: “Prego con parole mie”. La preghiera diventa un dialogo con il Dio che abita nel profondo del cuore e si mostra attraverso le immagini sacre. Accade tuttavia di trovarsi con il cuore arido, svuotato di parole e immagini. La barchetta è sballottata dalle onde e non si sa nemmeno chiedere aiuto. Ci si ripiega a guardare la propria immagine riflessa sullo stagno d’acqua, fino a sprofondarvi. È il momento in cui può ricominciare la ricerca. Si apre l’invocazione di aiuto, germogliano attesa e speranza. Avviene una scoperta decisiva: per grazia, Dio ci è venuto incontro, ed ha parlato non solo il linguaggio divino, ma il nostro linguaggio umano. Le lingue degli uomini diventano percorsi lungo i quali Dio parla e l’uomo ascolta, Dio chiama e l’uomo risponde. Dio cammina nel giardino dell’Eden e conversa con Adamo come padre e figlio. Gesù dialoga con amici e peccatori, con donne e malati. Possiamo comunicargli noi stessi, il nostro affanno e la nostra ricerca, il nostro dolore e la nostra gioia; possiamo pregare e conversare con Dio, chiedere e implorare, imprecare e disperarci, consolarci e compatirci, avendo ricevuto in dono una parola che ci supera e ci attraversa, ci è straniera e ci appartiene. La parola che ci viene donata percorre i tracciati dei salmi, i racconti del Vangelo, le vie della liturgia, la pagine di un libro amico e apre una strada alberata nei percorsi della vita. “Alzo gli occhi verso i monti; da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra”. Come bambini piccoli veniamo introdotti al cospetto del Signore ed egli stesso ci fornisce le parole e sostiene la domanda. Ritroviamo una compagnia di fratelli che prega e invoca con noi. La pianticella della preghiera personale cresce nel grande bosco della chiesa, tra antichi alberi solenni e fiorellini di stagione. L’assemblea dei credenti prega e invoca, e loda il suo Signore.

don Angelo

 

Nuova Scintilla n.16 – 22 aprile 2018