Sugli Orientamenti per il catecumenato degli adulti

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catechesi e comunità

Sugli Orientamenti per il catecumenato degli adulti

Concludendo la presentazione della Nota sui punti salienti:

– “la funzione materna che la Chiesa è chiamata a svolgere nell’attuazione di ogni forma di itinerario catecumenale. È la Chiesa, che genera la Chiesa”. La parrocchia, quindi, come luogo ordinario e privilegiato di evangelizzazione della comunità cristiana è luogo dell’iniziazione: “Il ripristino del catecumenato costituisce per la parrocchia una singolare opportunità per ravvivare la comunità e per ripensare la propria pastorale.”. Tutti i battezzati della comunità sono chiamati ad accompagnare, a farsi carico spiritualmente del cammino di fede dei nuovi credenti. Particolare attenzione dovranno avere gli accompagnatori (padrino e madrina, catechista e presbitero), che dovranno essere opportunamente formati. È importante che ci sia una certa flessibilità che dia vita a cammini differenziati che rispettino le motivazioni, le necessità e le esperienze umane di ciascuno. Si incoraggia anche la possibilità di creare un piccolo gruppo di catecumeni con i rispettivi padrini, catechisti e alcuni fedeli esemplari, per un confronto di vita cristiana, preghiera e sostegno spirituale.

– Al Vescovo “compete stabilire e decidere la pastorale diocesana del catecumenato”.

– Il primato dell’evangelizzazione “che presiede a tutta la pastorale del catecumenato e che ha come destinatari privilegiati soprattutto gli adulti […] L’attuazione del catecumenato […] vuole essere un ulteriore stimolo che susciti in tutte le nostre Chiese una salutare inquietudine per realizzare quella “nuova evangelizzazione” che è l’orizzonte dell’impegno pastorale della Chiesa italiana in questo tempo. Di fronte alle mutate condizioni socio-culturali e religiose della società e della comunità cristiana, essa sente infatti di dover passare a una pastorale di missione permanente. Il catecumenato da esperienza marginale nelle parrocchie, si auspica che possa diventare una prassi ordinaria, un’occasione di rinnovamento ecclesiale, un momento fondamentale dell’attività delle comunità.  È “il modello di ogni processo di iniziazione cristiana” e “anche la prassi tradizionale dell’iniziazione per coloro che hanno ricevuto il Battesimo da bambini va ripensata e rinnovata alla luce del modello catecumenale”. È necessario incentivare l’avvio di una pastorale di prima evangelizzazione per suscitare la ricerca di verità o accogliere la domanda di chi è in ricerca, attraverso l’accoglienza, il dialogo, la testimonianza di vita cristiana. A tal proposito Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium invita ad essere una Chiesa “in uscita”, “che esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura”. Una “comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano”.  “Una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”. Sempre nell’Evangelii Gaudium al n.164, Papa Francesco ribadisce il ruolo fondamentale del Primo Annuncio (o kerigma): “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”.  Questo è l’annuncio principale che deve essere sempre sulla bocca del catechista, che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti. (2. segue)

don Danilo Marin

Nuova Scintilla n.13 – 1 aprile 201