Gesù è vivo, il Crocifisso è risorto!

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PAROLA DI DIO – Pasqua di Risurrezione – anno B

LETTURE:  At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Gesù è vivo, il Crocifisso è risorto!

È davvero una notizia strabiliante, la più grande e la più bella di tutta la storia e di tutti i tempi quella che oggi, giorno di Pasqua, ci viene annunciata: Gesù di Nazareth, il Crocifisso, è risorto! E’ anche il saluto caro all’Oriente cristiano dove le persone incontrandosi, al mattino di Pasqua, si dicevano l’una all’altra: “Il Signore è risorto”… “Sì è veramente risorto”! 

E’ il nostro, più generico, “Buona Pasqua” che diciamo a tutte quelle persone che incontriamo in questi giorni.

In questo augurio c’è una consolante certezza che irrompe nel mondo distratto e indifferente di oggi e cioè che, in Cristo risorto, Dio continua ad esserci accanto per farci sentire amati da Dio immensamente e immeritatamente: amati, capiti e accettati. Come vorremmo poter gustare sempre questa realtà, assetati come siamo di felicità, di amore e poter finalmente guardare al futuro con salda fiducia e testimoniare che sulla strada di ogni uomo e di ogni donna della terra c’è sempre il Risorto e che nella storia sono sempre in azione le energie della Sua risurrezione! 

Dopo aver camminato per quaranta giorni sostenuti dalla Parola di Dio che ha guidato i nostri passi, per cercare di tradurre nella vita quell’invito che ci era stato rivolto proprio all’inizio della Quaresima: “Convertitevi e credete nel vangelo”, siamo pronti ad accogliere questo gioioso annuncio, l’evento impossibile eppure reale, la certezza indelebile che sostiene tutta la vita: Gesù è vivo, il Crocifisso è risorto!

La liturgia in questo giorno di Pasqua propone il brano del vangelo di Giovanni che descrive la prima esperienza dei discepoli presso la tomba del Signore (Gv 20, 1-9). E’ un brano dove troviamo persone che si muovono di corsa: la Maddalena, spinta dall’ansia di dire a Pietro quello che aveva visto al sepolcro, e i due discepoli Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro e constatano che era successo qualche cosa di inaudito: la grossa pietra era stata ribaltata dal luogo dove era stato sepolto Gesù e il suo corpo non c’era. 

Cristo è risorto! Una affermazione questa che non solo ha fatto muovere le gambe dei primi testimoni, ma, ancor oggi, colora di nuovo la vita e l’esistenza degli uomini e dell’universo. 

E’ commovente questa corsa dei discepoli che esprime l’ansia della Chiesa primitiva che vuol cercare i segni di ciò che è capitato nel sepolcro. Si è ansiosi e si corre quando c’è qualche cosa di inaudito da scoprire e da gustare, quando c’è un forte desiderio di vedere, di toccare quasi con mano qualche cosa che si ritiene possa segnare in maniera indelebile l’esistenza, tanto è importante, si corre verso l’Amato perché l’amore ha sempre fretta…

Allora domandiamoci: cosa rappresenta per noi questa “corsa” dei primi discepoli che manifesta tutto l’amore e lo zelo per il Signore che, nella vita terrena, avevano incontrato e seguito? 

E’ una bella immagine del credente che, superato il dubbio, accetta la testimonianza di chi ha veduto e creduto. Anche a noi viene chiesto di accettare la testimonianza di questi primi discepoli che hanno visto la tomba vuota, una testimonianza che successivamente ci porterà a sperimentare la gioia, il perdono dei peccati, la presenza dello spirito di Gesù risorto nella vita di tutti i giorni.

Ecco perché, come ci ricorda San Paolo, la Risurrezione è il fondamento della nostra fede, un fatto storico su cui si fonda la nostra vita cristiana. 

Quali sono allora i comportamenti che scaturiscono dalla Risurrezione del Signore e dalla nostra risurrezione che partecipa a quella di Cristo?

San Paolo li riassume così: “Cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù” (Col 3,1), come per dire pensiamo alle cose di Dio, pensiamo al destino verso cui siamo incamminati, pensiamo alla vita nuova nella quale Cristo ci ha immessi. 

L’augurio pasquale lo prendo dalle parole di San Paolo: “Deponete l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici. Rinnovatevi nello spirito della vostra mente e rivestitevi dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4,22-24). E’ un programma di vita, questo, che manifesta se siamo veramente risorti con Cristo.

don Danilo Marin

Nuova Scintilla n.13 – 1 aprile 2018